Testo a cura di Alessandra Coppa

MDU architetti: tre progetti
Testo a cura di Alessandra Coppa

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Concorso di Progettazione Preliminare per la realizzazione del teatro
Comunale di Acri

Un teatro immerso nel verde affacciato verso la splendida "scenografia" del
centro antico di Acri: è questo il luogo fisico e mentale che viene proposto dal
progetto.
La costruzione del nuovo teatro di Acri viene interpretata come una
riflessione sugli elementi costitutivi del territorio naturale ed antropizzato
ed il tentativo di introdurre relazioni innovative tra di essi in un rinnovato
dialogo tra storia, architettura e natura.
La grande area verde destinata ad
accogliere la struttura teatrale è uno spazio dal grande fascino: non è
immediatamente percepibile dalle strade circostanti, è una sorta di enclave
naturale ritagliata all'interno dell'urbanizzazione più recente che si scopre
lentamente e che riserva la repentina sorpresa di ampie vedute verso il panorama
collinare circostante e verso la massa edificata del centro storico.
Il
progetto interpreta questa condizione come l'occasione per costruire una nuova
centralità dalla forte immagine contemporanea che esprima allo stesso tempo
radicamento al territorio ed in particolare al centro storico. L'area, infatti,
viene lasciata pressochè intatta, enfatizzandone la vocazione a parco con
alberature autoctone e percorsi che si snodano lungo il declivio, nella
filosofia di un giardino "in divenire". Il teatro si inserisce in questo
paesaggio naturale come un "monolite" in cemento colorato in grado di esprimere
molteplici livelli relazionali con il centro storico: architettonico nella
relazione che instaura con le emergenze volumetriche dei palazzi monumentali e
delle chiese e visivo nell'interpretare il centro storico come vera e propria
"scenografia" costantemente presente. Ma il "monolite" in sé è concepito come un
luogo al cui interno si sviluppa una complessità di tipo urbano: delle fenditure
"scavate" nella massa stereometrica generano una piccola piazza centrale, dalla
quale si accede alle funzioni, ed una serie di percorsi le cui proporzioni
evocano gli stretti vicoli del centro cittadino. Questi percorsi interni
generano uno spazio concepito come un "viaggio" di avvicinamento all'evento
teatrale: un viaggio nella natura nel quale l'architettura diventa una "cornice"
per i monumenti del palazzo Sanseverino-Falcone e la Basilica del Beato
Angelo.

collaboratori
elena fustini
domenico succurro

consulenti
antonio silvestri (valutazione economica)
martino fanfani
(impianti meccanici ed elettrici)
gianluca zoppi (progettazione
acustica)
iacopo ceramelli (progettazione strutture)

Concorso di idee per la nuova sede della camera di commercio di
Prato

La proposta progettuale per la Nuova Sede della Camera di Commercio di Prato
nasce con il duplice obiettivo di realizzare un edificio dall'immagine
contemporanea, che, allo stesso tempo, esprima e sia ancorato alla memoria ed
all'identità della città di Prato.
L'edificio esistente è un esempio
significativo di edilizia industriale nel panorama della città di Prato, un
"attore" principale del paesaggio urbano, caratterizzato dalla partitura
cadenzata delle aperture dei fronti e, soprattutto, dall'impianto
planivolumetrico complessivo. Attualmente il complesso si presenta come un
grande volume chiuso nei confronti della città, con un unico accesso da Via del
Romito che introduce alla corte centrale, sicuramente lo spazio più interessante
per l'unitarietà del trattamento dei fronti caratterizzati da finestrature
continue a nastro.
Il progetto si muove su due livelli: da una parte accetta,
enfatizza e reinterpreta la stereometria e la regolarità dell'edificio
esistente, dall'altra apre il volume alla città.
Il progetto propone una
nuova immagine, rappresentativa del ruolo pubblico della Camera di Commercio di
Prato, attraverso il rivestimento dell'edificio esistente con un tessuto
metallico. Questa nuova "pelle" avvolge interamente l'edificio enfatizzandone la
volumetria ed il "fuori scala" nel contesto urbano ma, allo stesso tempo, grazie
all'effetto di trasparenza che caratterizza il materiale, mantiene le
caratteristiche architettoniche complessive dell'edificio esistente. La nuova
immagine che la Camera di Commercio di Prato offre alla città nasce
dall'esistente, è una sorta di "sfocatura" dell'opificio industriale del quale
si continuano a vedere gli elementi caratterizzanti che dialoga con una nuova
architettura contemporanea. La storia industriale della città di Prato del XX
secolo, identificata dall'opificio esistente, viene proiettata nella sfida del
XXI secolo attraverso una nuova immagine che evoca e reinterpreta l'identità
stessa del distretto tessile pratese: l'edificio è avvolto da un affascinante
"tessuto" metallico.
L'edificio industriale viene mantenuto pressoché intatto
nelle sue caratteristiche architettoniche, e strutturali: l'unica, vera,
eccezione (oltre ai tagli di ingresso) è la grande apertura su Via Baldanzi che
apre la sala del consiglio verso la città.
Accanto a questa operazione
architettonica il progetto "apre" l'edificio alla città: l'attuale corte interna
si trasforma in una nuova centralità urbana, una piazza-giardino accessibile
durante gli orari di apertura degli uffici relazionata al contesto limitrofo e
con un nuovo, importante, collegamento a Via Valentini, tradizionale asse
direzionale della città di Prato. Alla piazza-giardino si accede dall'ingresso
esistente su Via del Romito, e da due nuovi "tagli" dell'edificio su Via
Pelagatti e Via Baldanzi. Il primo ingresso viene inserito nel disegno
complessivo della piazza grazie ad un nuovo "portale" in corten, che
caratterizza anche la soluzione architettonica degli altri due accessi. Quello
su Via Baldanzi, grazie ad un nuovo asse attrezzato di collegamento da Via
Valentini ed il posizionamento dei parcheggi a raso ed interrato diviene di
fatto l'ingresso principale al complesso della nuova sede della Camera di
Commercio: il taglio dell'edificio è enfatizzato dalle forme geometriche
spezzate che si contrappongono al disegno ortogonale dell'edificio esistente e
rendono evidenti gli ingressi alla piazza-giardino ed agli uffici camerali da
una parte ed a quello dell'auditorium dall'altra.
Nella nuova piazza-giardino
le caratteristiche architettoniche dell'edificio industriale sono mantenute
intatte nella porzione destinata agli uffici della Camera di commercio, in
particolare è enfatizzata la continuità delle finestre a nastro esistenti grazie
all'introduzione di un nuovo taglio continuo al piano terreno che garantisce
l'illuminazione degli uffici all'interno. La parete del corpo di fabbrica
destinato all'auditorium viene rivestita di lamiera di corten in modo da
produrre una continuità architettonica con il tagli di ingresso da Via Pelagatti
e Via Baldanzi e, soprattutto, in modo tale da fornire uno sfondo più scuro, una
sorta di "cornice architettonica", su cui si staglia il volume opalescente
sagomato del ponte di collegamento al primo piano.
La pavimentazione della
piazza-giardino rende esplicito il collegamento alla città grazie ad un disegno
ed un trattamento a graniglia che esce dai tagli "espandendosi" verso l'esterno.
All'interno lo spazio pavimentato è articolato in modo da definire percorsi
pedonali dai quali "scoprire" molteplici scorci dell'edificio e che risultano
sempre relazionati ad aree verdi piantumate con essenze arboree e vegetali
destinate ad accogliere piccole aree di sosta all'ombra. In particolare le
essenze arboree sono distribuite nel lato sud della piazza-giardino in modo da
costituire uno schermo ombreggiante naturale per gli uffici distribuiti su quel
fronte.

collaboratori
elena fustini
davide franchina

consulenti
antonio silvestri (valutazione economica)
martino fanfani
(impianti meccanici ed elettrici)

Lofts a Prato

Il progetto riguarda la trasformazione in lofts di un edificio industriale
della seconda metà del novecento posto nella prima periferia di Prato. Il nuovo
fronte rende esplicita la metamorfosi subita dall'edificio: una parete in
cemento pigmento è scandita da una serie di tagli verticali a tutta altezza dai
quali si accede a piccole corti di ingresso. Ogni loft sfrutta le
caratteristiche dell'edificio esistente nella logica di produrre luoghi di vita
informali nei quali la contemporaneità si confronta con il passato produttivo
dell'immobile.
Il recupero del vecchio edificio artigianale precedentemente
adibito ad officina meccanica, viene realizzato nell'ottica di suddividere
l'intero fabbricato in cinque nuovi lofts, caratterizzati ognuno da un ingresso
indipendente e dotato di locali abitabili separati e distinti funzionalmente. La
divisione in cinque lofts tiene conto delle caratteristiche tipologiche
originarie del fabbricato sul quale si interviene e pertanto la loro
organizzazione è stata concepita per ricavare, dal volume unitario, la migliore
distribuzione interna possibile senza tradirne la vocazione di spazio aperto.

L'intervento prevede la realizzazione di un nuovo solaio al piano terra, di
nuovi tramezzi interni e di un garage al piano terra ricavato sempre all'interno
della sagoma del fabbricato ed infine l'allargamento delle finestre esistenti
sul prospetto principale che si trasformano in tagli verticali a tutta altezza
di dimensioni tali da consentire una migliore illuminazione e aerazione dei
locali: le nuove aperture consentono anche di dotare ogni unità abitativa, di un
proprio accesso esclusivo. All'interno, ogni loft è dotato di un secondo piano
ricavato sfruttando l'intera altezza interna del fabbricato e realizzato con
struttura metallica e tavolato di legno. Le finiture previste sono: infissi in
legno, intonaci e grassello di calce per i muri, scale in ferro, controsoffitti
in cartongesso, parquet al piano primo per le camere, battuto di cemento per i
pavimenti al piano terra e pietra per i rivestimenti.
Il nuovo fronte
principale viene caratterizzato attraverso la sovrapposizione di una pelle in
cemento armato a faccia vista pigmentato, con ricorsi orizzontali, che enfatizza
e sottolinea la nuova metamorfosi in atto.

collaboratori
nicola becagli
cristiano cosi
michele fiesoli

cansulenti
ing. S. Motta (progetto strutture)
ing. S. Motta (progetto
impianti)
ing. L. Vannucchi (progettazione acustica)