La Mediateca multimediale a Mont de Marsan sorge al centro di un ampio isolato circondato dagli edifici della caserma Bosquet, una presenza storica che connota il luogo e con la quale la nuova moderna architettura si è dovuta necessariamente confrontare. Il Progetto architettonico è stato sviluppato dal team archi5 (Jacques Sebbag, Laurent Boudrillet, Anne Pezzoni, Thomas Dryjski & Bernard Guillien) con Borja Huidobro, mentre la parte strutturale è stata curata da Mizrahi. La biblioteca multimediale, con la sua presenza, ha interrotto l’austerità del tessuto urbano circostante grazie ai materiali leggeri di cui è composta come l’acciaio e il vetro ed anche grazie alla sua forma regolare di parallelepipedo ruotato rispetto agli assi della viabilità sui quattro lati. Il volume è stato concepito come una piazza coperta il cui spazio aperto circostante riprende, sulla pavimentazione, le geometrie della facciata. Il tetto verde dell’edificio appare come un’estrusione del tappeto erboso che circonda la mediateca e la cui pendenza, creata anche per accogliere il parcheggio sotterraneo, induce a sollevare lo sguardo.
L’edificio, dalla pianta quadrata di 60 m per lato, è completamente rivestito da un involucro vetrato che riflette i corpi della caserma che lo circondano. Il patio centrale, illuminato dalla fessura curvilinea ricreata sul tetto verde e che richiama le foglie d’acanto di Matisse s’ispira all’arte e alla natura. L’inclinazione delle pareti vetrate e del cavedio centrale sono un richiamo ai vasi di Alvar Aalto, mentre i sottili profili tubolari di acciaio che sorreggono le lastre curve in vetro sporgenti in copertura ricordano un boschetto di arbusti. Intorno all’ampio open space, che accoglie il patio centrale, sono distribuite le diverse funzioni in continuità visiva con la mediateca; le intime sale lettura godono dell’apporto offerto dalla luce naturale. Strutturali e autoportanti, i profili d’acciaio dei montanti e delle traverse della facciata formano una griglia a losanghe di 4,5 x 3 m controventata all’altezza della soletta del mezzanino che sostiene direttamente le vetrate (540 mq per ogni facciata). A questo primo involucro esterno se ne aggiunge un secondo arretrato e composto da una griglia di montanti in acciaio che sostengono una parete di vetri trasparenti e traslucidi, filtri visivi per le funzioni amministrative e di servizio. La doppia pelle trasparente caratterizzante le facciate Sud ed Ovest contribuisce all’isolamento dell’edificio, perché l’intercapedine che si viene a creare accumula e restituisce calore in inverno, mentre in estate, mediante aperture superiori regolate da termosonde, supporta il raffrescamento.
In acciaio sono anche i pali obliqui che sostengono e rafforzano il patio centrale anch’esso curvilineo e interamente vetrato che permette di far filtrare la luce naturale fino al cuore dell’architettura, illuminandone gli interni. La copertura vegetale aggiunge valide motivazioni energetiche e ambientali, contribuendo all’isolamento termico e acustico dell’edificio e alla ritenzione delle acque piovane. In estate anche il patio interno, solitamente ombreggiato, raffresca l’ambiente. Infine il corpo interno dell’auditorium affacciato a sud e gli archivi al livello +1 esposti a ovest, creano spazi tampone che limitano la diffusione del calore proveniente dalle vetrate.
(Courtesy of Fondazione Promozione Acciaio – text by Federica Calò)