MESSINA E REGGIO CALABRIA
Marco Mannino
La città dello Stretto e il mare. Architettura e paesaggio


L'area metropolitana intorno allo Stretto di Messina, ha da sempre ricoperto un ruolo strategico nello scenario del Mediterraneo, rappresentando un passaggio obbligato per i navigatori di questo mare. Il paesaggio di Messina, Reggio Calabria e Villa S. Giovanni, ha da sempre manifestato questo carattere di luogo centrale, in termini di valori simbolici e di concrete opportunità per lo sviluppo dell'aggregato urbano. Nello Stretto il mito è di scena. In questo luogo dove il "mare è mare", come sostiene Stefano D'Arrigo, autore di Horcynus Orca, dove l'eccezionalità dei fenomeni naturali, dalla luminosità metafisica al forte vento che agita e sconvolge le correnti marine, ha alimentato una lunga sequenza di miti e leggende e ha conferito allo Stretto un alone di mistero. Da Scilla a Cariddi a Eolo, dio dei venti, dalle Sirene alle Rupe Erranti, da Polifemo a Vulcano, tutto concorre in quest'area stretta tra l'arcipelago eoliano e l'Etna, a trasmettere un'immagine poetica e fantastica... Le suggestioni del paesaggio dello Stretto hanno, nel corso degli anni, alimentato il desiderio di un confronto progettuale con la natura del luogo I recenti concorsi banditi per Capo Peloro, l'estremo lembo della costa siciliana, e per il parco urbano sulla collina di Pentimele sulla sponda calabrese, arricchiscono la lunga sequenza di progetti accumulati nel corso degli anni, tra cui mi piace ricordare l'omaggio che Franco Pierluisi ci ha regalato: Finis Terrae. Esperienze di un lungo lavoro progettuale attraverso il quale è possibile intravedere le possibilità e le ragioni di un territorio che aspetta di trovare una adeguata risposta alle aspettative di continuità che la sua stessa storia leggendaria gli impone. Un lungo lavoro in cui convergono insieme le soluzioni disegnate e le tracce permanenti che affollano il paesaggio dello Stretto: i piloni Enel, ormai da anni dimessi, l'acquario nel mare progettato da un gruppo coordinato da Jean- Pier Buffi, le torri di Morandi realizzate per l'ancoraggio dei cavi elettrici sospesi tra le due sponde; gli spazi per la contemplazione e la visione progettati da un gruppo coordinato da Franco Cardullo e interpretati dallo scultore Luigi Ghersi; l'ex-tiro a volo ora sede del Parco Letterario di Capo Peloro; il Gorgoneion che inghiotte e fagocita tutto e i piedi di Colapesce il tuffatore immaginati da Marcello Sestito...