Vista prospettica dell'edificio

La realizzazione dell’edificio è inserita in un quadro di ampliamento per la riva sinistra del fiume, diventando il perno per lo sviluppo del futuro eco-quartiere che nascerà in quella zona. Il quartier generale della “Métropole Rouen Normandie” si distingue come un’icona metropolitana contemporanea non entrando in contrasto né con gli edifici più storici, come la cattedrale, né con quelli più moderni come il ponte Gustave Flaubert. Si potrebbe dire che, al contrario, svolge un ruolo di connettore tra i ritmi orizzontali delle banchine e la verticalità del contesto cittadino. La sua architettura sfaccettata e trasparente è pensata per giocare sulle variazioni di luce provenienti dal cielo e dai rifl ssi d’acqua, permettendo così al visitatore di vivere un’esperienza unica ogni volta. La pelle esterna dell’edificio è composta da tegole in vetro colorato, attraverso le quali la luce filtra e si riflette. Perno centrale della progettazione architettonica è proprio la luce solare in tutte le sue intensità che, moltiplicando le sue riflessioni grazie alle increspature del fiume sottostante, decora l’edificio con delicati tocchi di colore. Il richiamo espressionistico alle opere di Monet è, se vogliamo, il leitmotiv delle scelte cromatiche delle facciate. I colori cangianti sono un’evocazione contemporanea delle variazioni cromatiche dei molteplici dipinti della cattedrale di Rouen di Claude Monet. Quest’ultimo, dipingendo instancabilmente lo stesso frammento di architettura in vari momenti della giornata, ha mostrato nei suoi quadri le diverse percezioni cromatiche che si possono ottenere.

L’edificio dello studio Ferrier Marchetti è l’implementazione delle viste di Monet: l’architettura stessa cambia colore a seconda dell’ora del giorno o della posizione dalla quale si osservi. Per questo il rivestimento vetrato dell’edificio consente di unire l’elemento architettonico a quello poetico con il desiderio di raggiungere prestazioni ambientali eccezionali senza dover rinunciare a un’architettura di sensazioni. La doppia pelle svolge un ruolo di protezione termica passiva delle facciate. Sul tetto, le scaglie di vetro diventano pannelli fotovoltaici che contribuiscono in modo significativo all’autosufficienza energetica dell’edificio e, data la loro integrazione nel vetro, permettono diverse tonalità di colore pur avendo un alto rendimento. La qualità architettonica principale di questo sistema di doppia pelle è quella di creare uno spazio indefinito tra l’interno e l’esterno che abbia sia una funzione tecnica di schermatura, sia una cromatica più architettonica. L’idea è quella di confondere i confini tra l’esterno e l’interno per creare transizioni, diverse profondità di campo e per dare spessore al volume sovrapponendone gli strati. Lo spazio tra la pelle e l’edificio diventa quindi uno spazio a sé stante nel progetto architettonico: l’acciaio e il vetro si combinano con dispositivi di ventilazione naturale, protezione solare e miglioramento del comfort visivo. Le trasparenze e le profondità di questo edificio a doppia facciata giocano sulla variabilità delle luci e impediscono qualsiasi forma di imponenza, permettendo al complesso di subire metamorfosi durante il giorno. Sotto il telo vetrato impressionista, i volumi di lavoro sono organizzati liberamente in base all’uso. Il piano terra offre un accesso semplice e diretto a tutte le attività pubbliche collocate a questo livello.

L’intero livello stradale è dedicato ai servizi per il pubblico, alle sale riunioni e di accoglienza e alle attività di supporto. Sul tetto dell’edificio, una terrazza panoramica estende le aree della reception e offre una vista sulla metropoli e sul fiume. Gli uffici sono distribuiti su una griglia che segue l’edificio e ognuno ha una corretta illuminazione naturale anche grazie al vuoto architettonico posto al centro del complesso. L’edificio è pensato come sede innovativa dove il comfort e l’efficienza si uniscono in maniera esemplare: i percorsi all’interno dell’edificio sono semplici e intuitivi e non si limitano al solito corridoio, ma offrono una variabilità in pianta che permette diverse viste e percezioni a seconda del punto in cui ci si trova. La circolazione si articola come in una passeggiata dove, a seconda dell’orario, si colgono luci e colori diversi, cambiando continuamente nell’arco della giornata lavorativa. L’intero edificio è pensato per offrire il migliore comfort visivo e spaziale sia per le attività di lavoro che per quelle pubbliche, ottenendo così uno spazio fluido e piacevole per ogni utente.

INVOLUCRO E FACCIATA ESTERNA
Sul lato lungo dell’edificio è appesa una facciata esterna composta di profili metallici su cui sono fissate lastre di vetro di diverse colorazioni. Tali elementi sono assemblati con diverse angolazioni e, grazie all’uso di diverse tipologie di vetro, producono una variazione nella percezione dell’edificio a seconda del giorno e delle condizioni atmosferiche. Cambiando il punto in cui l’osservatore vede la facciata, una parte della luce viene riflessa mentre la restante viene filtrata dal vetro colorato. Il motivo cromatico varia in base all’orientamento dell’edificio e, mentre sul lato nord, rivolto verso la città, i colori sono più caldi con tonalità di giallo, viola e blu, sul lato opposto assumono una gradazione che varia dal verde al blu. La struttura metallica che sorregge le lastre vetrate è ancorata alla copertura tramite un sistema di puntoni e di travi inclinate aggettanti. Nella porzione terminale delle travi si appendono, tramite unione bullonata, profili ad H che scorrono verticalmente dal tetto fino al primo piano dell’edificio. Tra le H vi è una sottostruttura orizzontale di tubolari metallici quadrati che corre parallela alla facciata e su cui si ancorano le mensole vetrate. Nelle facciate appese è importante garantirne la stabilità laterale e, allo stesso tempo, evitare di riempirle di controventi a “X” per non rovinarene la trasparenza. L’edificio di Rouen adotta una strategia interessante dove vengono impiegati puntoni bi-articolati a ogni piano per mantenere la facciata nello stesso piano e i controventi diagonali sono inseriti solo nella parte alta della facciata per non interrompere la linea visiva tra interno ed esterno. Al fine di favorire una maggiore permeabilità tra interno ed esterno, le lastre vetrate poste ad altezza dell’occhio hanno un’inclinazione di soli 5° mentre le altre sono fissate con un angolo di 30° per migliorare le condizioni interne di irraggiamento. Se l’esterno ha una prevalenza di materiali freddi come l’acciaio e il vetro, l’interno dell’edificio ha tonalità calde. Un equilibrio delicato nella facciata interna dove i profili di legno chiaro e strutture in cemento grezzo creano un ambiente accogliente e a misura d’uomo. Il progettista utilizza in maniera saggia le diverse proprietà percettive e strutturali dei materiali offrendo ai visitatori un edificio dinamico, leggero e ospitale al cui centro della progettazione non vi è l’estetica, ma l’uomo.

Scheda progetto 
Architetti: Ferrier Marchetti Architecture
Committente: Métropole Rouen Normandie
Design and construction period: 2017
Gross surface: 8,300 mq
Ingegneria strutturale:
C&E ingénierie
Impianti: Sogeti
Acustica: Acv
Vetro: Schott
Fotovoltaico: Sunpower
Photos: Luc Boegly, Myr Muratet

Arketipo 135, Evolving Materials, Gennaio/Febbraio 2020