Lo studio di architettura fiorentino FABBRICANOVE, guidato da Enzo Fontana e Giovanni Bartolozzi, sta operando in tutta Italia in particolare sui temi del recupero e della rigenerazione urbana. Dopo l'auditorium siciliano di San Cataldo, selezionato per Arcipelago Italia alla Biennale di Venezia, l'edificio residenziale a Firenze e l'istituto scolastico nel Complesso di Santa Chiara a Sansepolcro, è la volta della Lombardia: Milano Luiss Hub è il progetto con il quale lo studio approda nel capoluogo meneghino trasformando uno spazio dismesso in un luogo pulsante di vita destinato alla formazione, alla ricerca, alla produzione e alla manifattura digitale 4.0. Un luogo che colma un vuoto all’interno di uno dei brani del tessuto urbano milanese più vivace e attrattivo del momento. Situato fra corso Como e la stazione di Porta Garibaldi, a pochi minuti di distanza dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e dal nuovo centro direzionale di Porta Nuova, Milano Luiss Hub è il nuovo spazio dedicato alla formazione, allo sviluppo d’impresa e alle attività creative voluto dalla LUISS - Libera Università Internazionale degli Studi Sociali "Guido Carli" di Roma. Una scelta significativa, quella della prestigiosa università capitolina che, insieme al Comune di Milano, alla Fondazione Brodolini e a ItaliaCamp, propone il primo laboratorio di manifattura digitale capace di riunire, in maniera sinergica e polifunzionale, attività di alternanza scuola-lavoro e iniziative di formazione manageriale avanzata, startup emergenti ed eventi aperti al territorio.
Situato in un’area centrale e strategica di Milano, l’edificio originario, una ex rimessa di autoveicoli e deposito merci di proprietà comunale, insisteva su un’area di circa 2.350 mq abbandonata a sé stessa, chiusa rispetto al resto della città, isolata all’interno di un contesto in grande fermento. Il fabbricato, posizionato nella parte posteriore del lotto e dotato di un ampio cortile interno, presentava un unico piano articolato in due capannoni disposti a L con copertura a capriate in legno rivestite da un manto di tegole e sostenute da pilastri interni in mattoni.
Considerato l’avanzato stato di degrado del manufatto, questo è stato quasi completamente demolito per far posto al nuovo hub. Ma se i muri, l’ossatura, la copertura, quindi la sostanza dell’edificio è stata rimossa, l’essenza dello stesso vive ancora oggi in termini di memoria, di voce della storia che, attraverso la linfa vitale della nuova veste comtemporanea, riecheggia in alcune delle scelte adottate dai progettisti. Complice una precisa sensibilità per il valore della storia come racconto di vita e di fatti, FABBRICANOVE ha sempre coinvolto la memoria nei propri progetti, anche quando questa sembrava essere scomparsa per sempre. Attraverso gesti semplici, misurati, tramite sottili riferimenti, la voce della memoria rimane sempre presente nei loro progetti. Accade anche con Milano Luiss Hub dove, nonostante il manufatto sia stato demolito, la copertura, per esempio, presenta nuove capriate che richiamano quelle originarie ma che al tempo stesso il nuovo registro cromatico smaterializza attraverso l’uso del bianco. Ancora, alcuni pilastri in mattoni -fra i pochi residui del manufatto originario- fanno capolino sulla facciata dell’ala destinata alla prototipazione rapida. La nuova sagoma dell’edificio, poi, ricalca il disegno dell’originaria pianta a L. Nel progetto sono i colori -in prevalenza il bianco, il grigio, il nero- e i materiali -vetro, acciaio e cemento- che definiscono il linguaggio contemporaneo della nuova struttura, mentre le forme -opportunamente rivisitate in funzione delle nuove esigenze- alludono in parte alla preesistenza.
Quest’ultima è stata letteralmente svuotata e, mantenendo il profilo a L, è stata nuovamente riempita con una serie di volumi disposti planimetricamente in maniera libera rispetto allo schema rigido dell’edificio originario.
"L’obiettivo è stato di riprodurre un microcosmo urbano, con tutte le sue dinamiche interne, all’interno della città - hanno spiegato gli architetti -. Le due ali principali, insieme alla teca, funzionano in maniera indipendente l’una dall’altra; al tempo stesso sono collegate dall’interno. I tre corpi, con le loro pareti vetrate, stabiliscono un rapporto osmotico con l’ambiente esterno, sia con il verde del giardino sia con lo scenario urbano. Milano Luiss Hub mostra all’esterno le proprie attività, esattamente come una vetrina, e la città penetra visivamente gli ambienti della struttura, veicolando la sua vivacità e la sua energia. Milano Luiss Hub diventa così un vero e proprio tassello integrato nel più ampio mosaico urbano. Un’altra novità, capace di portare nuovamente vita all’interno del lotto e del nuovo edificio, è l’apertura del muro di recinzione che castigava l’area e la rendeva introversa, procurando una cesura netta con il resto della città. Oggi, invece, i volumi candidi e trasparenti della nuova struttura si aprono al tessuto urbano attraverso una parete vetrata che sostituisce il muro di recinzione, si integrano ai polmoni della città e respirano nuova aria, costituita da elementi di fermento, di brio e di energia che la zona emana. Fra architettura e città si stabilisce così un rapporto di interazione. Un tassello di città, per troppo tempo agonizzante, ritorna ad agganciarsi al suo corpo originario, ricostituendo unità e fluidità fisica e visiva".
"Milano Luiss Hub accoglie studenti, aspiranti imprenditori, cittadini favorendo lo scambio e la contaminazione di idee, la creazione di inedite forme di collaborazione - hanno raccontato gli architetti -. La struttura si propone come un cluster in grado di aggregare le migliori energie innovatrici del territorio con il fine di contribuire in modo significativo all’ecosistema dell’innovazione sociale e digitale nel Comune di Milano e nel Paese".
La struttura accoglie tre programmi funzionali. Fra questi c’è l’Education Center, destinato a percorsi di formazione per cittadini, enti no profit, aziende private, istituzioni, con una particolare attenzione agli studenti delle Scuole Superiori per la realizzazione di percorsi di alternanza scuolalavoro. Negli stessi spazi è anche possibile organizzare eventi, convegni e convention aziendali sui temi dell’innovazione, dell’impresa sociale, delle nuove tecnologie, dell’arte e della cultura, della creatività e della digital fabrication. Un altro programma portante della struttura è il FabLab, che consente di esplorare le nuove frontiere della manifattura digitale come la prototipazione rapida. All’interno dei laboratori sono previste due aree di sperimentazione tra loro integrate: quella dedicata a makers, designer e artigiani e quella pensata per i cittadini. Qui i primi potranno supportare i secondi sviluppando processi di conoscenza e di sviluppo guidati dal basso. Il terzo programma è l’Acceleratore di imprese, finalizzato allo sviluppo e al sostegno di startup, cioè di giovani imprese impegnate nella realizzazione di progetti innovativi sostenute nelle loro attività grazie al supporto di strutture inerenti il lavoro svolto.
La condizione di partenza del progetto è quella di un contenitore svuotato definito dal muro perimetrale che avvolge tutto il fabbricato. Muovendo da queste premesse, la proposta è stata di stabilire una relazione tra il contenitore preesistente e il nuovo contenuto. Il progetto identifica le nuove funzioni come elementi volumetrici, prevalentemente definititi da volumi vetrati, che si inseriscono all’interno del contenitore svuotato. Si tratta dunque di tre volumi trasparenti che dialogano con l’esterno e organizzano le principali funzioni all’interno, mentre lo spazio rimanente diviene elemento connettivo di distribuzione a doppia altezza con caratteristiche relazionali e aggregative. I tre volumi principali, caratterizzati in larga misura dalla presenza del vetro, ospitano la "Teca", il "FabLab", l’"Acceleratore di sturt up", l’"Education Center".
La "Teca" è un volume leggero, prevalentemente vetrato e con un’altezza di circa 4 m. Con una superficie di 300 mq denuncia la sua importanza sollevandosi di circa 70 cm rispetto al piano di calpestio. Essa è destinata a ospitare eventi, laboratori progettuali, esposizioni temporanee e prodotti realizzati all’interno del FabLab. Lo spazio interno -concepito come un open space- è flessibile, in maniera tale da essere riconfigurato di volta in volta in funzione delle diverse esigenze. La teca è pensata come una vetrina sulla città, come uno strumento di interazione visiva fra lo scenario urbano e ciò che accade all’interno di Milano Luiss Hub. In altri termini un elemento che racconta una sequenza di attività e di relazioni con l’obiettivo di sollecitare l’attenzione e la curiosità della comunità che si muove in città.
Il "Fablab" è il cuore funzionale del nuovo progetto. Esso si sviluppa su due livelli con una superficie totale di circa 380 mq e si colloca sull’ala più corta della L. Al piano terra si trova lo spazio per i makers, i designer e gli artigiani, dotato di macchinari, attrezzi e dispositivi per la realizzazione e la prototipazione dei progetti e dei prodotti. Al primo piano, su una superficie uguale alla sottostante, insiste il Fablab scolastico dotato di macchine e stampanti principalmente finalizzate alla formazione e alla didattica. Entrambi i livelli sono inoltre attrezzati con grandi tavoli e funzionano come dei laboratori permanenti. I due livelli sono incorniciati da un serramento vetrato a tutta altezza che rende visibile l’operato al loro interno.
Lˈ"Acceleratore di startup" è uno spazio di circa 320 metri quadri situato al primo livello dell’ala più lunga, collocata dietro la teca. Anch’esso presenta una configurazione spaziale molto flessibile, caratterizzata da un open space con postazioni lavoro libere e piccoli uffici (delimitati da pareti in vetro). Questo spazio lavoro è caratterizzato e reso riconoscibile da una vetrata continua rivolta sullo spazio connettivo sottostante. Lˈ"Acceleratore di startup" è raggiungibile dai due corpi scala posizionati alle estremità, il primo in prossimità dell’ingresso principale e il secondo sul fianco destro, a ridosso del muro perimetrale che delimita longitudinalmente l’area di pertinenza del fabbricato. L’illuminazione di questo spazio è garantita da alcuni lucernari posizionati sulla falda inclinata del tetto, in prossimità del muro perimetrale, cioè in quella porzione più sfavorita per l’ingresso della luce naturale. La vetrata continua che funziona anche da parapetto consente poi la diffusione della luce naturale proveniente dalla teca.
Al piano terra della stessa ala si trova l’"Education Center", uno spazio di circa 210 mq dedicato alla formazione. Organizzato mediante tre sale da circa 65 posti a sedere che, all’occorrenza e tramite pareti scorrevoli, possono essere configurate in un unico spazio. Le sale sono utilizzate per attività formative quali master, summer school, corsi di formazione.
A servizio di questi quattro programmi - la "Teca", il "FabLab", l’"Acceleratore di sturt up", "Education Center"- ci sono poi la galleria e lo spazio esterno. La prima è uno spazio a doppia altezza di distribuzione e connessione fra le principali funzioni. Su di essa si apre l’ingresso principale, posizionato tra il FabLab e la Teca, che prevede un piccolo ambito destinato ai dispositivi di accesso per gli addetti ai lavori tramite badge. A destra una lunga gradinata che permette di accedere alla Teca (leggermente rialzata rispetto alla quota del piano terra) è pensata come luogo di sosta, incontro e ritrovo fra un’attività e l’altra.
Pavimentato e attrezzato per la sosta e la realizzazione di eventi all’aperto, lo spazio esterno ricopre una superficie di circa 1.500 mq ed è individuato dal prolungamento dei muri perimetrali dell’immobile. Non manca il verde, fra grandi vasche per gli arbusti e un filare di alberi che individua il percorso principale di accesso. La pavimentazione è stata realizzata in cemento architettonico ed è caratterizzata da inserti in acciaio e da inserti luminosi a led.
Scheda progetto
Progetto: Milano Luiss Hub
Committente: L. Lab srl (Luiss Guido Carli, Italiacamp e Fondazione Brodolini) e Comune di Milano
Progettista: Fabbricanove
Gruppo di progettazione: Giovanni Bartolozzi, Enzo Fontana
Strutture: Ing. Massimiliano Antonazzo
Impianti: Ing. Danilo Meloni
Collaboratori: Daniele Capolicchio, Francesco Capriotti
Impresa di costruzione: Ecofast Sistema
Progetto e inizio lavori: 2016 - 2018
Dimensioni: superficie 3.000 mq (interno / 1.500 mq, esterno / 1.500 mq)
Importo lavori: 3.300.000 euro