Hortus Conclusus

L'intervento di un artista può segnare significativamente lo
spazio urbano costituendosi come segno identificativo, rimando visivo,
attrattore, punto di riferimento a qualificare paesaggi costruiti non
caratterizzati.
Mimmo Paladino, nel suo percorso artistico, esperisce in più
occasioni il confronto con la città e gli spazi aperti e il suo contributo va
oltre la produzione di un'opera in sé e diviene vero e proprio disegno,
progetto.
Emblematico è il caso della piazza dei Guidi a Vinci, spazio
antistante al Museo Leonardiano, dove tra le proposte degli artisti partecipanti
- Kabakov, Kapoor, Kosuth e Kounellis - vince l'idea spaziale di Paladino
"artista- architetto", che viene realizzata nel 2006.
A scapito della
collocazione di elementi scultorei puntuali nella piazza, l'esito del concorso
premia il suo intervento e - in collaborazione con l'architetto Nicola Fiorillo
- trasforma questo luogo, centrale ma senza particolari qualità, in un parterre
in lastre di cardoso, discontinuo e ondulato, di piani inclinati che segnano
percorsi, soste ad accogliere incisioni, sculture, una fontana e i giochi di
luce. La capacità di lavorare con lo spazio disvela l'interesse di Paladino per
l'architettura e la città cui egli ha dato forma, già negli anni novanta, in due
lavori.
Questi hanno una cifra comune dacché intervengono a dare valore a due
spazi pubblici, uno a Benevento l'altro a Cosenza, e in ambedue le esperienze
l'opera artistica trae la sua ragion d'essere dall'interpretazione del contesto
e diviene ad esso indispensabile. Il rapporto arte/architettura restituisce
esiti differenti nei due casi rappresentativi l'uno della interazione
compositiva tra architetto e artista e l'altro della condivisione di principi
spaziali che connotano l'ambiente.
Altro segno distintivo tra i due
interventi è da rintracciare nel diverso apparato problematico alla base del
progetto architettonico: a Benevento si tratta di dare forma ad un giardino di
sculture, a Cosenza di riconfigurare una piazza cittadina. Il primo è un luogo
per stare, il secondo un posto da attraversare. L'uno silenzioso e raccolto
"cenobio", l'altro brulicante centro civico.