Intervista – Bisogna essere creativi e investire nelle idee in cui si crede: questa la via per avere successo all'estero secondo lo scrittore di "Tre metri sopra il cielo"

Scrittore di successo con bestseller come “Tre metri sopra il cielo” (del 1992), “Scusa ma ti chiamo amore” e l'ultimo “Scusa ma ti voglio sposare”, e prima ancora regista e sceneggiatore per la televisione, Federico Moccia, classe1963, è considerato un fenomeno letterario. Ci ha raccontato che cosa significa per lui interpretare la creatività italiana.

C'è, a suo parere, un'icona che rappresenti l'italian lifestyle?
Non credo si possa identificare in una persona il concetto d'italian lifestyle. Penso, invece, che ci sia una fantasia italiana nel proporsi nei modi più diversi. È la nostra creatività che ha permesso a molti italiani di farsi strada anche all'estero.

Quale può essere un esempio di creatività italiana?
Mi ha molto colpito Pier Ludovico Bancale, che ha inventato “Bootb - Brands out of the box”, una piattaforma per gestire gare creative indette dalle aziende. Chiunque può iscriversi e il sito è disponibile in numerose lingue. Raccogliere e mettere a disposizione la creatività proveniente da tutto il mondo è l'asse attorno cui ruota. Un'azienda può risparmiare tempo e denaro, perché decide lei stessa il budget della gara e tutto si svolge online. I creativi possono inviare direttamente i progetti all'azienda ed essere ricompensati per le proprie idee, indipendentemente dalla loro notorietà: i dati personali sono resi noti solamente dopo che il Brand Builderm cioè l'azienda, ha selezionato l'idea da premiare. Credo che questa sia stata un'ottima intuizione: apre il mercato che per troppo tempo è stato chiuso tra rapporti esclusivi che le aziende hanno sempre avuto con le agenzie pubblicitarie.

Quali sono, secondo lei, i settori che maggiormente ci rappresentano all'estero?
La moda rimane un ambito che ha saputo mettersi in gioco e cambiare, continuando ad affermarsi nonostante l'anno di difficoltà. Allo stesso modo il cibo è un nostro vessillo all'estero. Altro nostro valore è la simpatia, perfetta per riuscire ad allacciare rapporti. In un momento di crisi, simpatia e disponibilità sono elementi che non devono mancare.

Tre aggettivi che per lei sintetizzano il concetto d'italianità.
Positività, volontà e audacia. Siamo grandi inventori, siamo andati all'estero, dove spesso ricopriamo ruoli molto importanti. Penso anche ai grandi ricercatori: molte personalità della medicina negli Stati Uniti sono italiane. Soprattutto nel momento del bisogno, sappiamo trovare la soluzione del problema. È importante non solo avere l'idea ma capire come realizzarla. Gli italiani ci sono sempre riusciti, anche con pochi mezzi, traducendo in pratica quello che avevano immaginato.

Lei è uno scrittore di successo anche all'estero: come pensa sia accolta la sua italianità negli altri paesi?
Quello che ha molto colpito all'estero è che io abbia pubblicato a mie spese un libro come “Tre metri sopra il cielo”, fenomeno letterario che si è fatto conoscere anche girando fotocopiato e che, dopo dodici anni, è considerato un long seller avendo venduto un milione e ottocentomila copie. All'estero sono grandi sostenitori del piccolo imprenditore che crede nella sua idea e investe: ciò è stato sicuramente il mio biglietto da visita e bandiera di un successo italiano all'estero. L'altro elemento che ha colpito molto è il fenomeno dei lucchetti: Ponte Milvio improvvisamente è diventato una leggenda, una meta desiderata, un passaggio obbligato nella città di Roma per gli innamorati. Chi ci va trova frasi firmate da nomi stranieri, che si sono recati lì a porre il loro lucchetto e a buttare le chiavi. Dei miei libri si parla tanto perché sono stati un vero e proprio caso. Poi perché sono ambientati a Roma, in una città nota in tutto il mondo. Giovani e meno giovani trovano nelle mie storie un sentimento in cui qualunque paese si riconosce.