MoDuLofts è una piccola torre compatta che vede la sovrapposizione di sette loft modulari a doppia altezza, per quattordici piani complessivi, impilati uno sull’altro partendo da un piano terra, libero da ingombri strutturali, con funzione di accoglienza e ingresso; si erge in un’area centrale, appena fuori dall’estremità orientale di Charles Malek Avenue, nel quartiere di Rmeil, a ridosso dello storico quartiere di Achrafieh. La torre sintetizza in modo efficace alcune delle principali convinzioni progettuali del suo autore Fouad Samara che, attraverso le sue realizzazioni, i suoi scritti e la sua attività di insegnamento, mostra un forte interesse per lo studio dei luoghi e della storia puntando a un’architettura “indigena che derivi e sia rilevante per il suo contesto culturale, sociale, fisico ed economico”. Con la volontà di marcare una differenza rispetto al carattere spesso anonimo e decontestualizzato che contraddistingue molta dell’architettura recente che si è realizzata e si sta realizzando a Beirut nei tempi recenti, MoDuLofts coglie alcuni degli aspetti della natura intrinseca e più intima che da sempre contraddistinguono la città. Come si è osservato in più occasioni, Beirut ha una natura dinamica. Costruita e ricostruita molte volte, con una conseguente forte varietà architettonica stratificata. Una città caratterizzata da rapide evoluzioni, spinte continue verso i mutamenti e stili di vita che, per volontà o tragica necessità, da sempre affrontano i cambiamenti.

Nel cogliere tali aspetti, Fouad Samara ha voluto progettare degli spazi essenziali, ma soprattutto estremamente flessibili, rendendo evidente l’aspetto relativo alla dinamicità sin dalla facciata della torre, realizzando un edificio che cerca di cogliere le mutevoli esigenze dei cittadini di questa città, fondendo aspetti tratti dalla tradizione costruttiva libanese con le conquiste tipiche dell’architettura contemporanea. Sono essenzialmente due, infatti, gli aspetti che caratterizzano maggiormente il progetto. In primo luogo, la flessibilità reale degli spazi, che permette agli utenti di modificare in modo autonomo il luogo in cui vivono, spostando manualmente e a piacimento, anche quotidianamente se lo desiderano, le quattro pareti mobili presenti nel proprio loft. A dispetto di tante architetture “flessibili” solo sulla carta che si sono viste di continuo nella storia dell’architettura anche recente, la semplicità e maneggevolezza con cui è stato pensato lo slittamento delle pareti a uscire sulla facciata esterna dell’edificio, vede qui la flessibilità spaziale applicata realmente ogni giorno, come si può notare passeggiando sotto a MoDuLofts durante la settimana e nelle varie ore della giornata. Il secondo aspetto è legato alla reinterpretazione in chiave contemporanea di alcuni dei caratteri tipici delle tradizionali case libanesi, sia nella organizzazione complessiva, planimetrica e in alzato, e sia nella sincerità, semplicità e schiettezza delle tecniche costruttive utilizzate. La casa tradizionale libanese, la “beit”, è il tipo residenziale classicamente realizzato in Libano fino agli anni ‘20, un affascinante modello che vede molti esempi ancora ben conservati in tanti quartieri della città e diffusi in tutto il Paese, spesso caratterizzati da affascianti elementi costruttivi artigianali, nella fattura delle vetrate, negli elementi di facciata e nelle finiture interne, da renderli una delle attrazioni architettoniche e culturali di Beirut. La beit si contraddistingue per funzionalità, praticità e semplicità costruttiva, con una pianta ben organizzata con una sala centrale, la “liwan”, con l’ingresso su un fronte e un balcone sulla facciata opposta. Tipicamente, su entrambi i lati del liwan vi sono due stanze, le “ouda”, che si aprono sulla sala centrale. Queste stanze erano usate per vivere, lavorare, cucinare durante il giorno, e per dormire di notte. La sala centrale aveva un’apertura tripartita sul suo prospetto principale, che era il modo migliore per ottenere grandi finestre con la tecnologia della pietra portante dell’epoca, mentre le ouda avevano finestre più piccole e più semplici; più importante era la stanza, più grande era l’apertura. Queste case tradizionali erano costruite per l’appunto in murature portanti realizzate in pietra locale lasciate a vista all’esterno, dando a queste case un loro carattere distintivo.

Nella progettazione dei MoDuLofts lo studio Fouad Samara Architects, che oggi ha sede proprio nel Loft 1 della torre con la grande terrazza a sbalzo, ha voluto riproporre l’essenza delle tradizionali beit. In primo luogo, organizzando gli spazi dei loft su due livelli, con un fronte principale interamente vetrato a doppia altezza esposto a est, a garantire molta luce naturale in tutto lo spazio sin dal mattino. La pianta è organizzata attorno a una moderna “liwan” centrale a doppia altezza, zona soggiorno/pranzo, con due camere “ouda” ai due lati e altre due al piano superiore, collegate da una sottile passerella. La particolarità più originale di tale spazio è costituita dalle quattro pareti mobili in acciaio, scorrevoli verso l’esterno, allineate in facciata, due per piano, che permettono agli utenti di modificare anche radicalmente lo spazio interno con 16 possibili configurazioni per ogni loft. Esse garantiscono una reale flessibilità interna e, al tempo stesso, una facciata in continuo e imprevedibile cambiamento che manifesta la natura dell’edificio sin dalla strada celebrando, nelle intenzioni degli autori, quella “arte dell’abitare” coniata da Alison & Peter Smithson che vollero così affermare come l’architettura non può dirsi completa finché l’abitante non vi si trasferisce e la fa sua, accordandola alle proprie mutevoli necessità. In questo modo, il progetto riesce a soddisfare le attuali richieste di spazi di qualità di piccole e medie dimensioni, tipiche della Beirut odierna, cercando di dare agli utenti quel senso di domesticità che spesso manca negli interventi realizzati in città dai grandi immobiliaristi, aggiungendovi inoltre anche il “lusso” di poter modificare a seconda delle diverse esigenze gli spazi in camere da letto, cucina chiusa o a vista, camere aperte sul mezzanino o chiuse, sala tv, studio, ufficio domestico, atelier di pittura, e così via. Sempre riferendosi alle case tradizionali, in secondo luogo, i materiali utilizzati e le tecniche costruttive sono qui evidenti e ben leggibili, rimanendo interamente a vista e diventando l’espressione architettonica dell’edificio stesso, con un’estetica minimale e un po’ brutalista che vuole trasmettere un carattere progettuale di semplicità, funzionalità e onestà costruttiva.

VARIAZIONI DI FACCIATA GRAZIE ALLE PARETI MOBILI
Uno degli aspetti centrali di tutto il progetto è rappresentato, come si è detto, dalle 4 pareti mobili presenti in ciascuno dei 7 loft, ovvero 28 elementi scorrevoli che possono entrare e uscire dalla facciata in base al libero arbitrio degli utenti. Sebbene la soluzione costruttiva finale di tali pareti sia il frutto di numerose riflessioni e discussioni svolte in modo interdisciplinare tra architetti, ingegneri, esperti e fornitori, esse sono state risolte mantenendo le caratteristiche ricorrenti in tutti gli altri elementi costruttivi di MoDuLofts: studiate nel dettaglio rimanendo però al tempo stesso con un aspetto elegante, essenziale e all’apparenza molto semplice, nell’uso e nell’estetica. Esse sono costituite da una intelaiatura principale in profili d’acciaio, a formare un insieme rigido e resistente, che può poi traslare in modo continuo scorrendo il modo sicuro su un apposito binario. Infatti, dopo aver esplorato diverse possibili soluzioni, svolto varie ricerche su esempi analoghi realizzati e non, discussioni intercorse con soggetti di varie competenze, svolto prove ed esperimenti su prototipi, la soluzione realizzata prevede che le pareti siano appese solo dal lato alto, scorrendo su un carrello inserito tra le ali di travi a doppio T tipo HEA 140, a loro volta fissate all’intradosso degli impalcati a piastra in calcestruzzo armato post-tesi. La soluzione più pratica e percorribile è stata quella di prevedere solo due possibili posizioni per le pareti mobili, o completamente aperte o completamente chiuse. Infatti, le pareti sono dotate di due piastre d’acciaio alle due estremità che garantiscono la tenuta agli agenti atmosferici solo in quelle due posizioni. Come elementi aggiuntivi che assicurano la riduzione al minimo delle infiltrazioni d’aria, vi sono due strati di guarnizioni e spazzole. Le travi a mensola di calcestruzzo armato, a sbalzo di 1,2 m, permettono a queste pareti di scivolare completamente fuori dall’edificio e hanno applicate su tre lati delle sottili fasce di copertura in acciaio che, insieme a dei perni posti all’estremità delle mensole e a delle piastre verticali in linea con le tende in alluminio applicate alla facciata, forniscono tre semplici accorgimenti di sicurezza aggiuntivi per tenere le pareti in posizione laddove il sistema di scorrimento dovesse per qualche motivo danneggiarsi. Fortunatamente, in occasione dell’esplosione del 4 agosto 2020, in cui gran parte delle pareti mobili erano posizionate all’esterno, tali elementi e il loro sistema di sicurezza hanno resistito integralmente all’onda d’urto. Come curiosità, il calcolo delle permutazioni in matematica ci dice che 16 possibili modi di configurare nelle 2 possibili posizioni le 4 pareti di ogni loft (24 = 16), spalmate su 7 loft, porta a ben 167 = 268.435.456 configurazioni possibili per la facciata!

UNA TETTONICA CHIARA E LEGGIBILE
Ispirandosi alle tradizionali case libanesi e anche all’essenzialità e all’uso dei volumi plurialtezza tipici dei loft, nel MoDuLofts si è scelto di mantenere i materiali e le tecnologie costruttive evidenti e ben leggibili anche per gli utenti meno esperti. Chiunque, può comprendere come l’edificio è realizzato e il suo funzionamento, anche interagendovi direttamente. I progettisti ripetono spesso i concetti fondanti dell’idea come “chiarezza leggibile, onestà brutale, dettagli semplici, efficienti e onesti”. Come conseguenza, tutti gli elementi strutturali sono in calcestruzzo armato gettato in opera e lasciato a vista. In tal senso, come le case tradizionali libanesi avevano una struttura portante in pietra locale lasciata a vista, oggi rimane a vista il materiale da costruzione che è il più utilizzato nel Libano moderno. La struttura si basa soprattutto su tre setti che definiscono tre lati della pianta rettangolare, a costituire una quinta aperta tra cui sono posti i solai a piastra post-tesi. In questo modo, lo spazio interno ai loft rimane totalmente libero garantendo la forte flessibilità voluta. Seguendo la stessa filosofia gli elementi metallici, in acciaio o alluminio, come le facciate continue in montanti e traversi, i parapetti interni ed esterni, le lunghe travi a sbalzo che sorreggono la terrazza del Loft 1, le scale interne con gli scalini a lama sottile a sbalzo e le pareti mobili, sono sempre dipinti interamente in nero, a renderli immediatamente riconoscibili e leggibili. In modo analogo, gli elementi di finitura e gli arredi fissi, non portanti, come i controsoffitti o gli armadi in MDF, sono colorati di bianco. Seguendo le logiche già evidenziate, anche la pianta dei singoli loft è stata studiata con l’intento di massimizzarne la praticità, secondo un’organizzazione a fasce per “spazi serventi e spazi serviti” in cui tutti gli elementi di servizio: scala principale, cavedi, ascensore, depositi, sono concentrati nella parte posteriore del lotto all’interno di una fascia della pianta larga 2,4 m. A seguire, di fronte a essa, vi è una fascia intermedia larga 80 cm che ospita la scala interna ai loft, la passerella di collegamento superiore e gli armadi fissi al piano basso, lasciando così lo spazio principale, una fascia larga 4,2 m con una facciata quasi interamente vetrata e con spazi prevalentemente a doppia altezza, totalmente libera da ingombri e a totale disposizione delle funzioni principali.

Scheda progetto
Progettista: Fouad Samara Architect
Completation date: 2017
Altezza: 53 m
Numero di piani: 16 (7 loft duplex)
Neighbouhood: Rmeil
Architetto: Fouad Samara
Collaborators / Co-workers: Lara Alam, Jad Abi Fadel
Structural engineer: PAG for Engineering
Electrical engineer: G.C.E
Mechanical engineer: O.I.P
Photos: Nader Mousally

Arketipo 145, Flessibilità, marzo 2021