noa*
©AlexFilz . Monastero

“Un rifugio capace di offrire esperienze antiche, valorizzando al massimo la particolarità e la storia del luogo. E dove ogni scelta costruttiva, ogni materiale e dettaglio sono stati studiati per trarre forza dalla monumentalità del contesto preesistente, esaltandola e portandola a nuova vita”: così Francesco Padoan, architetto dello studio noa*, descrive il progetto per la conversione di un Monastero del Seicento in uno spazio per l'ospitalità.

Ci si trova ad Arco, a nord del lago di Garda e dove il Monastero delle Serve di Santa Maria Addolorata, circondato da un alto muro di cinta e affacciato du un ampio giardino interno, è stato il punto di partenza per l'elaborazione di un progetto dove domina l'atmosfera di pace e meditazione. Una parte del monastero è tuttora dedicato a un ritiro di clausura e a una chiesa, mentre l'ala sud è stata oggetto di approfonditi studi per la sua trasformazione,  sviluppati in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Culturali di Trento.

Il progetto di noa* ha preso avvio seguendo due percorsi; il primo votato alla ristrutturazione e alla conversione del monastero e dei suoi interni perché diventassero una struttura ricettiva – oggi gli spazi comuni sono parte del piano terra e e le camere sono distribuite tra primo piano e sottotetto – il secondo dedicato alla realizzazione di un'area wellness rivolta al giardino e composta da spazi per il relax, sale trattamenti, saune e un percorso wellness con bagno vapore.
Cardine progettuale è stata la volontà di rispettare la tipologia architettonica del monastero, senza intervenire sui suoi percorsi e sulla scansione degli spazi, cercando di inserire i nuovi volumi con delicatezza e per valorizzare l'esistente.

“È sorprendente scoprire che a ogni piano l’articolazione dello spazio è molto diversa. Si va dagli spazi concentrici del piano terra, al maestoso corridoio del primo piano, alla selva di travi lignee del sottotetto. Su questa varietà di ambienti abbiamo lavorato, definendo soluzioni che non alterassero i diversi disegni, ma ne restituissero rafforzati il fascino e l’originalità”, continua Padovan nel descrivere gli spazi. Al piano terra, dunque, seguendo l'asse centrale sono stati organizzati gli spazi pubblici come la reception, la sala colazione e una sala lettura e relax. A caratterizzarne gli interni, anch'essi studiati da noa*, le volte a crociera e le travi a soffitto.
Queste ultime sono il tratto distintivo del corridoio di distribuzione che porta alle camere: un percorso lungo circa 50 metri e che, nel passato, era ritmato dalle aperture delle ex celle monastiche.

Oggi la scansione è stata rispettata, ma le celle sono state unite a due a due per comporre stanze più ampie – misurano dai 22 ai 30 metri quadrati – dove la prima ex cella ospita la zona notte mentre la seconda la stanza da bagno. "Le antiche porte, in legno chiaro, sono state tutte conservate sul lato esterno, verso il corridoio, per non rinunciare alla sequenza scenografica degli ingressi che punteggiavano il lungo corridoio. Dal piano si raggiunge anche una suite ricavata nel corpo dell’edificio dove originariamente si trovavano le lavanderie e i bagni", continuano i progettisti.

Monumentale e di grande impatto anche il secondo piano: il sottotetto, come anticipato precedentemente, conserva le capriate originali e ospita due file di stanze che si aprono su un lungo corridoio centrale. L'apporto di abbondante luce naturale, a valorizzare e rendere ancora più suggestiva la struttura, è garantito dall'inserimento sul colmo del tetto di un lucernario che corre per tutta la lunghezza della copertura.

Non ultima, l'area benessere, nuovo volume composto da 7 unità in vetro e metallo, ciascuna immersa nel verde del giardino monastico e posizionata lungo la spina dorsale del complesso, in pietra. “Nel disegno di quest’area, abbiamo cercato di relazionarci non tanto con il monastero, troppo ‘importante’ come riferimento architettonico, quanto con il paesaggio agricolo circostante”, spiega l'architetto Padovan. “Per questo si è fatto ricorso a elementi molto semplici, dalla forte chiarezza strutturale: le ossature metalliche leggere, ordinate in montanti e traversi, si ispirano alle ‘limonaie’ caratteristiche del contesto rurale del Lago di Garda”.

Dal punto di vista funzionale, l'area spa comprende una zona relax con lettini; una zona trattamenti; una seconda zona relax rivolta verso il biologo, le saune, un percorso benessere e un'ultima area relax sul loggiato che dà verso le corti verdi.

Per quanto riguarda l'interior design dell'insieme, curato da Niccolò Panzani, sempre di noa*, a dominare sono le tonalità del bianco, del grigio e del nero; i pavimenti, invece, sono realizzati ricalcando quelli originali e in battuto cementizio. Le pareti e le volte, soggetti a un intervento di restauro e consolidamento, sono state trattate per ottenere un intonaco mosso. Come materiali, a predominare sono pietra e legno – soprattutto rovere sbiancato.
La cura del dettaglio, il disegno su misura, ci consentono di offrire un progetto sempre unico, esclusivo, mai ripetitivo, creato ad hoc per il committente. Ma qui, l'eccezionalità del luogo ha ulteriormente plasmato le nostre scelte, per restituire quel senso di pace e di tranquillità che il monastero ha custodito per secoli”, conclude Niccolò Panzani.

Scheda progetto
Luogo: Arco, Trentino (Italia)
Cliente: Stephanie Happacher & Manuel Mutschlechner
Architettura: noa* network of architecture
Interior Design: noa* network of architecture
Inizio lavori: Agosto 2020
Lavori completati: Maggio 2021
Realizzazione: conversione hotel e nuova costruzione wellness
Volume: 1.560 m3 (wellness); 15.600: m3 (monastero)
Superficie: 520 m² (wellness); 3.780 m² (monastero)
Foto: Alex Filz