The Italian Way - nuove opere – Ricollocazione dell'opera e sistemazione esterna dell'area cimiteriale.

Il Monumento ai caduti e la sua ricollocazione

La volontà del Comune di Cavallasca di onorare la memoria dei suoi caduti attraverso una testimonianza permanente risale al 1920 circa, quando allo scultore comasco Pietro Clerici è stata commissionata l'ideazione e l'esecuzione di un monumento appositamente dedicato, collocato nel centro del paese. L'opera, nella forma di un bassorilievo in bronzo, raffigura san Michele, al tempo stesso arcangelo guerriero e patrono del paese, a declinare in un unico gesto l'onore al sacrificio militare e la pietà religiosa.
A seguito dei lavori di restauro che hanno interessato negli anni scorsi la facciata della chiesa parrocchiale, si è ritenuto opportuno che anche il monumento fosse sottoposto a procedimento di pulitura. Con l'occasione offerta dalla necessità di trasportare l'opera ad un'officina specializzata si è deciso per una diversa ricollocazione che ne valorizzasse nuovamente il carattere commemorativo. Una nuova ricollocazione avrebbe infatti consentito di recuperare il monumento al suo significato originale e, quindi, di riavvicinare le generazioni di oggi a quelle di ieri, unendo nel ricordo i caduti di allora con quelli che li hanno seguiti, facendo buon uso dello spirito che sta alla base della concezione dell'opera, che fa del pretesto originario un'occasione per l'espressione di un valore universale.
La scelta del piazzale antistante al cimitero, oltre ad esaltare vicendevolmente la sacralità di monumento e cimitero, permette contemporaneamente di sistemare in modo conveniente l'ingresso allo spazio sepolcrale e di inserire il monumento all'interno di un'area che per la sua conformazione ben si presta all'articolazione di un luogo della memoria che possa diventare uno spazio pubblico effettivamente vissuto.
Il viale pedonale d'acceso con i suoi filari di tigli diventano un viale delle rimembranze che si conclude con una piazza di rispetto su cui vengono a trovarsi l'entrata al camposanto e l'installazione del monumento.
Il terreno a prato compreso tra il viale, la parte vecchia del cimitero e la strada sterrata di collegamento con la parte nuova si trasforma, grazie a un sistema di sedute e percorsi, in un parco dove incontrarsi e sostare. L'andamento favorevole della pendenza naturale del terreno attira lo sguardo a cercare una vista panoramica verso la parte sottostante del paese, per quanto parzialmente occultata dalla vegetazione esistente, suggerendo una dimensione contemplativa e ricreativa allo stesso tempo.

Obiettivi e scelte progettuali

Il progetto si compone di due momenti principali: la piazza e l'installazione che racchiude il monumento.
La piazza costituisce uno spazio di rispetto, quasi un atrio a cielo aperto su cui affacciano l'entrata del cimitero e l'installazione monumentale. Qui si possono raccogliere le persone che assistono alle cerimonie in onore dei caduti. Perché la piazza diventi un luogo vissuto, la composizione delle parti si propone di valorizzare e integrare l'area circostante costruendola nel rispetto dei suoi caratteri più peculiari.
Dalla piazza si diparte un percorso in pietra che lo oltrepassa per poi piegare e prendere progressivamente quota fino a tracciare una figura a tre quarti di cerchio ad altezza seduta. L'elemento invita il pensiero a guardare lontano attraverso la vista panoramica che si apre verso valle e costituisce quel segno di presenza che suggerisce un uso libero del prato aldilà della piazza. Si toglie così ai cipressi la funzione di separazione tra un davanti e un retro per farli divenire sfondo unico di due scene contrapposte e fonte d'ombra per quella più indicata alla sosta. Il sistema delle sedute contribuisce a costruire e ordinare lo spazio. Costituisce limite verso la riva sottostante la strada provinciale e segnala la presenza di una zona più appartata tra il filare di tigli e il filare dei cipressi, dove è possibile sostare guardando dal di fuori quello che succede all'intorno. Gli altri due lati della piazza rimangono liberi con la pavimentazione a filo prato, a includere come parte integrante il cimitero e l'installazione. Verso valle la piazza si sfrangia in una serie di cordoli a rafforzare la funzione di cerniera svolta dal percorso-seduta panoramica tra la piazza e il prato destinato al libero svago.
Il diverso ruolo svolto dalle parti nel determinare l'ordine della composizione viene sottolineato attraverso il colore. L'intera piazza è rivestita in pietra e così le sedute. Grigio chiaro per la pavimentazione, un grigio intermedio per i cordoli delle aiuole, per le lastre posate nel verde dell'erba all'esterno del rettangolo della piazza e per i percorsi segnalati al suo interno, un grigio scuro tendente al nero per il sistema delle sedute e dei cordoli a filo prato.
La disparità degli elementi esistenti ha consigliato di tentare di armonizzarli, piuttosto che di imporre un disegno estraneo.
Da qui la scelta di evidenziare le giaciture più importanti e organizzarle in un tutt'uno strutturato. I filari di tigli vengono inquadrati all'interno di rettangoli stretti e lunghi che si staccano da terra di 10-15 cm e si differenziano dal resto sostituendo al verde del prato il colore scuro della corteccia di abete. Le aiuole così realizzate si affiancano al viale principale e lo oltrepassano, in modo da accompagnare chi arriva nel passaggio da viale a piazza. Anche le altre giaciture vengono fatte penetrare all'interno della piazza, in modo da rendere più evidente e forte il suo ruolo di collegamento. Così, quindi, il percorso della seduta panoramica, che continua nella piazza grazie al diverso disegno e colore della pavimentazione, come avviene pure per la scalinata esistente sulla riva a monte, che viene ripresa da un percorso pavimentato che interrompe la continuità della seduta controriva per entrare direttamente nella piazza. In questa maniera si sono potuti conservare tutti gli alberi con l'eccezione di un unico tiglio che viene sacrificato per aprire intorno all'installazione lo spazio necessario, consentendo al tempo stesso di disporre di due filari uguali, entrambi di quattro piante ciascuno, ma sfalsati a favore di una maggiore visibilità del monumento.
Avendo inserito all'interno del progetto altre funzioni oltre a quella strettamente commemorativa, si è provveduto a ideare un'installazione che permettesse di conservare al monumento il suo valore metafisico senza svilirlo a mero oggetto d'arredo. Al tempo stesso si è cercato di sfruttare la vivacità conferita allo spazio dalla possibilità di percorrerlo in tutte le direzioni, in modo che la vicinanza fisica divenisse il mezzo per favorire una vicinanza spirituale. È così che il bassorilievo non viene appeso ad una struttura opaca, come sarebbe naturale aspettarsi, ma viene sospeso nell'aria attraverso un supporto trasparente, con l'intento di smaterializzarlo e ridurlo a epifania, apparizione sovrannaturale. La scultura si stacca da terra a superare l'altezza di un uomo, così che lo sguardo sia costretto a cercarla verso l'alto. A segnare l'evento un volume virtuale individuato da un purissimo telaio in tubolari metallici. Dell'intero volume solo gli spigoli acquistano consistenza materiale, quasi si trattasse di un semplice gesto grafico.
E come l'arcangelo, anche il volume che ne rappresenta la dimensione sovraumana levita, sospeso a quattro sostegni che, nel loro modo di ancorarsi a terra, denunciano chiaramente la loro diversità. A rimarcare lo scarto di valore spaziale, la proiezione del volume s'imprime nella pavimentazione, quasi si aprisse un vuoto al di sotto. La differenza di quota, dell'altezza di un gradino, viene superata dal percorso proveniente dalla seduta panoramica, che continua nella piazza segnato dalla sola differenza di materiale e colore, per arrivare nell'installazione a diventare vero e proprio passaggio tra il dentro e il fuori, ponte tra dimensioni diverse.
L'illuminazione si propone di trasfondere nella luce gli stessi significati. Non un'illuminazione a giorno, quindi, ma un fascio direzionato dalla riva attraverso punti luce su palo a rompere l'oscurità e lasciar intendere la presenza della piazza. Luci incassate nel percorso passante per illuminare la lastra e restituire la presenza dei caduti attraverso la citazione a loro dedicata e un faretto su di un palo corto che si contrapponga alla scultura illuminandola in modo esclusivo. Altra presenza segnalata è l'ingresso al cimitero, che verrà illuminato dal basso verso l'alto attraverso luci incassate a pavimento in modo da sottolineare la funzione di entrata e non la sua architettura. A completamento e integrazione, luci scenografiche da terra a illuminare i tigli e luci ad incasso parete nella seduta panoramica, a segnalare una continuità aldilà dell'installazione che impedisca una sensazione d'inquietudine nel guardare verso il monumento.


scheda progetto

Luogo: Cavallasca

Committente: Comune di Cavallasca

Progettista: Foco Mornata Sacerdoti Architetti

Progetto strutture: Arch. Ing. Massimo Mazzoleni; Foco Mornata Sacerdoti Architetti

Progetto elettrico: Ing. Luca Cozzi

Impresa di costruzione: Mazzucchi Costruzioni srl

Fotografo: Maurizio Mazzucchi

Tempi progetto: 2006-07

Tempi di realizzazione: 2007-08

Superficie costruita mq: 230