progetti – Il progetto della Cantina Antinori dello studio Archea Associati, è l'interpretazione, attraverso l'architettura, di un paesaggio straordinario: il Chianti Classico

La nuova Cantina Antinori non è da considerarsi come un semplice edificio, ma una parte di territorio; non uffici e stabilimento produttivo racchiusi in un manufatto più o meno appariscente, quanto la volontà trasmessa dalla committenza agli autori del progetto architettonico di individuare un nuovo modo per abitare e vivere nella terra in continuità con una tradizione che ha nella "cantina" non soltanto una denominazione dettata dalle consuetudini, ma il toponimo di un luogo che proprio dalla terra trae la propria energia vitale e produttiva.
L'architettura, nell'interpretare la natura come fabbrica di energia, essenza del paesaggio, anima dei luoghi e quindi delle attività umane riconosce, attraverso il suo compiersi, il primato delle risorse naturali e quindi dell'ambiente quale fonte e fine di ogni agire e di ogni concepimento.
Con ciò non vi è contrapposizione tra il costruire e la natura, ma un medesimo obiettivo che concorre alla realizzazione di uno stesso disegno e cioè, abitare la terra in armonia con ciò che vi è attorno attraverso comportamenti che non ricercano la mimesi ma la comprensione, non l'intransigenza della rinuncia ma la possibile coesistenza tra ciò che ci è dato e ciò che dobbiamo fare per meritarlo.
Il progetto e la conseguente opera, letta secondo queste aspirazioni, permette di guardare agli attori del processo di trasformazione del territorio con una rinnovata fiducia perché mostra la via di un ricercato equilibrio tra le necessità di tutela di ogni patrimonio derivato dall'esistente, sia esso naturale che storicoarchitettonico, e le esigenze di una società che sviluppa le proprie idee e soddisfa i propri bisogni attraverso azioni consapevoli, altrimenti definite sostenibili.
Una proposta che ha previsto l'impiego di materiali naturali, la terracotta e l'acciaio corten, oltre che di cementi pigmentati nelle tonalità delle terre; l'utilizzazione del pendio - condizione ovviamente più costosa e complessa per un impianto produttivo - per poter produrre per gravità (senza l'utilizzo di pompe e quindi di energia) la movimentazione del prodotto nella fase di fermentazione e maturazione; l'utilizzazione altresì dell'energia, cioè del fresco prodotto naturalmente dalla profondità della terra, per climatizzare i grandi spazi voltati dedicati alla barricaia e alla tinaia; l'utilizzazione della terra naturale in grandi spessori e peso, anziché di materiali di produzione corrente, per coibentare ed isolare termicamente ogni ambiente; la realizzazione di enormi sbalzi per proteggere, attraverso l'ombra, l'irraggiamento delle necessarie parti vetrate concepite non solo per portare la luce all'interno dell'edificio ma soprattutto per portare le vigne e la terra a contatto diretto con gli spazi abitati e visitabili della cantina.

Moroso ha partecipato all'allestimento degli interni con l'utilizzo di diverse collezioni d'arredo contract, creando habitat interni sempre diversi e dominati da un'atmosfera unica.
Tra le collezioni utilizzate:

  • Bohemian - un capitonné classico, re-interpretato in modo originale e
    disinvolto. La struttura interna è in resina poliestere rinforzata con supporto
    in acciaio. L'imbottitura è in poliuretano espanso schiumato ignifugo. La
    collezione è sfoderabile.
  • Fjord - espanso schiumato a freddo con struttura in acciaio per le poltrone e gli sgabelli. Le scocche delle sedie sono in tecnopolimero composito stratificato, utilizzate in questa finitura o con imbottitura in poliuretano.
  • Misfits - un gioco di elementi dai volumi plastici per un sistema di sedute scultoree ma di grande confort. Gli elementi sono in poliuretano espanso schiumato ignifugo con struttura interna in acciaio
  • YY-Chair - una sedia interamente in rovere massiccio con finitura oleata, elegante e lineare ma di forte impatto formale.
  • Saruyama - un divano geomorfe, oggetto di straordinaria poesia, è composto da tre moduli che uniti formano una grande isola circolare, diversi uno dall'altro proprio per suggerire un'interpretazione libera della seduta

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scheda progetto

Luogo: San Casciano Val di Pesa, Florence, Italy

Committente: Marchesi Antinori srl

Progettista: Archea Associati: Laura Andreini, Marco Casamonti, Silvia Fabi, Giovanni Polazzi

Progetto strutture: AEI Progetti (Massimo Toni, Niccolò De Robertis)

Fotografo: Pietro Savorelli

Tempi di realizzazione: 2004-2012

artistic supervision: Marco Casamonti, Francesco Giordani (artistic supervision assistent) - engineering: HYDEA - building site supervisor: Paolo Giustiniani - design of plants: M&E Management & Engineering (Stefano Mignani, Paolo Bonaccorsi) oenological plants: Emex Engineering, Marchesi Antinori - general contractor: Inso
scheda studio

Studio: Archea Associati

Indirizzo: Lungarno Benvenuto Cellini, 13

Città: 50125 Firenze

Telefono: 055 6580127

Fax: 055 6810850

e-mail: staff@archea.it

www: www.archea.it