testo a cura di Davide Cattaneo

MULTIPHYSICS LAB _ Laboratori per robotica e nanotecnologie
testo a cura di Davide Cattaneo

Luogo: Vallesella_Domegge di Cadore (BL)_Italia
Committente: Comunità Montana "Centro Cadore"
Progettisti: C&P Architetti_Luca Cuzzolin + Elena Pedrina
Collaboratori: Sara Orlando, Silvia Cibinetto, Nicola Strametto, Blue Project - Adriano Milan
Strutture: Studio Linea_Padova, Albino Loro + Giorgio Serafini
Consulenti: Giorgio Bessega, Stefano Mamprin
Direzione Lavori: Giorgio Serafini
Progetto impianti: Studio Red-Venezia, Sandra Ruzziconi+Alessandro D'Ancona
Impresa: Franco Lavina Costruzioni, Tambre-Belluno
Aziende: Berti, Daku Italia
Anno di realizzazione: Inizio lavori febbraio 2007-Fine lavori dicembre 2007
Superficie complessiva: 1500 mq
Volumetria complessiva: 6000 mc
Importo: 1.850.000 Euro
Fotografia: Alessandra Chemollo

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

Il progetto nel contesto
Il nuovo volume edilizio destinato ad ospitare attività di ricerca, si inserisce in un tessuto caratterizzato da edifici di piccole dimensioni circondato dallo splendido paesaggio montano del Cadore.
Il progetto prevede la realizzazione di diverse funzioni all'interno del complesso: le aree destinate a laboratori vengono infatti affiancate da una sala polifunzionale, una foresteria e un giardino-piazza collocato sopra una porzione della copertura dell'edificio.
Il carattere dell'intervento va al di là della semplice realizzazione di un manufatto architettonico; considerando le funzioni pubbliche contenute, diviene infatti un'occasione e un'opportunità importante per ridisegnare complessivamente l'intero lotto e più in generale una porzione significativa di tessuto urbano. Proprio in questo senso grande attenzione è stata dedicata dai progettisti, C&P Architetti, al funzionamento complessivo dell'edificio e alla ridefinizione del rapporto con l'intorno. Un piano artificiale realizzato alla quota dei giardini confinanti e limitato verso strada dalla nuova facciata in forma di muro di contenimento, accoglie al suo interno i nuovi spazi destinati ai laboratori. La copertura piana ospita la nuova piazza-giardino, mentre alle sue estremità sono collocati due piccoli edifici emergenti, destinati a foresteria e a sala polifunzionale direttamente connessi e accessibili dalla piazza.
La realizzazione del prato in copertura permette il riequilibrio della volumetria e la riduzione di impatto del volume costruito; questo spazio sopraelevato diviene in questo modo, un luogo nuovo per la città e per i suoi abitanti, affacciato sul paesaggio e con esso integrato.

L'edificio
Dalla quota della strada, attraverso gli ingressi principali si accede ai laboratori collocati al piano terra. Nell'ottica di una migliore integrazione del volume con il paesaggio è stato realizzato un lieve sfalsamento su due livelli della piastra, attraverso l'abbassamento di una porzione di laboratori, che permette di annullare l'impatto visivo lungo il confine nord lasciando scomparire l'edificio per un tratto.
L'illuminazione e la ventilazione naturale interna dei locali è garantita da due corti interne, una posta lungo il lato nord verso la coda dell'edificio e l'altra in posizione centrale nella zona ribassata dei laboratori, che donano agli ambienti di lavoro una vista privata verso i piccoli giardini interni ed evitano effetti d'intrusione visiva con gli edifici confinanti. Il piano terra è destinato agli impianti tecnologici, alle centrali per la produzione dell'energia, ai servizi, a un ambulatorio accessibile dall'esterno e all'ingresso indipendente alla foresteria.
Nella porzione di lotto non edificata, posta lungo il confine est sono previsti, su un piano erboso, cinque posti auto. Questo spazio libero permette l'arretramento del nuovo volume costruito dagli edifici confinanti per dar maggior respiro all'intero complesso.
Due rampe di scale consentono l'accesso al livello della piazza-giardino, spazio in parte erboso destinato nell'idea dei progettisti al gioco per i bambini: una di esse parte dalla strada principale, per mezzo di una scala a tre rampe dotata di servoscala per i disabili, l'altra si estende lungo il confine nord come prolungamento del percorso pedonale proveniente da est tra i lotti esistenti.
I due edifici, con il tetto a falde, destinati a sala polifunzionale e a foresteria, posti agli estremi della piastra di copertura, si mettono in relazione con l'intorno riprendendone la scala e il linguaggio architettonico, mentre la porzione di prato ribassato posto più a nord rimane accessibile solo per le manutenzioni e sarà completamente lasciato naturale in continuità con gli spazi aperti confinanti.
Per le murature e le superfici esterne, le rampe di accesso alla piastra e i parapetti esterni è stato impiegato cemento armato sabbiato e pigmentato; il materiale presenta una colorazione naturale grigio-chiaro, con valenze estetiche accentuate sulla superficie dal viraggio tonale che il materiale assume nel tempo a causa della sabbiatura. Il manto di copertura dei tetti a falde è in lega di zinco-rame-titanio, materiale caratterizzato da una notevole resistenza agli agenti atmosferici in quanto sulla superficie esposta si forma una patina protettiva che conferisce al manufatto lunghissima durata, una tonalità cromatica naturale che ben si armonizza con gli altri materiali impiegati e assenza di manutenzione.
All'interno sia le pareti di muratura che quelle in cartongesso sono intonacate in bianco con pitture lavabili. Per le zone operative, tecnologiche e di servizio è previsto l'impiego di un pavimento in cemento industriale, mentre per la sala polifunzionale e la foresteria è stato utilizzato un pavimento industriale di listelli di legno naturale.
I serramenti esterni sono in metallo estruso in lega primaria di alluminio verniciato a polveri di color grigio scuro; le caratteristiche tecnologiche di telai e vetrate garantiscono opportuni livelli di isolamento termico e acustico.