Municipio di Segrate |
Luogo: Segrate (MI)
Progettista: Guido Canella Committente: Amministrazione pubblica di Milano Collaboratori: M. Achilli, D. Brigidini e L. Lazzeri; ingg. G. Cozzaglio e B. Giovanardi Datazione progetto: 1963-66  Il municipio di Segrate è concepito come un elemento attivo per riqualificare la vita civica di una comunità assai composita, insediata in un piccolo centro ma prevalentemente gravitante su Milano. Perciò, a quelle amministrative integra una serie di funzioni complementari. Ottempera alla funzione amministrativa con vari uffici, a quella culturale e di relazione con la biblioteca pubblica e la sala consiliare e di riunione, a quella assistenziale con i servizi sanitari e civici. L'edificio è ubicato tra il vecchio nucleo e la nuova zona di espansione di Segrate, nella periferia milanese. L'intero complesso si sviluppa su tre piani aggregando corpi di fabbrica di varia geometria: un corpo cilindrico, uno a pianta trapezoidale, uno a ventaglio ed uno rettangolare.  L'aspetto esterno è caratterizzato da un fronte principale ad andamento rettilineo costituito da campate di vetro scandite da colonne a doppia altezza. Queste ultime presentano lo scorrimento del capitello a metà del fusto e affondano in un ampio basamento. Il fronte principale non rappresenta, comunque, il varco di accessibilità all'interno; si entra, infatti, per rampe che lo aggirano. All'interno gli arredi fissi sono stati appositamente disegnati, quelli mobili sono di serie. I grandi quadri della sala consiliare sono dipinti con colori acrilici su alluminio dal pittore Silvio Pasotti. A livello planimetrico l'insieme si trova avviluppato attorno a un 'cuore' di servizi tecnici. Nel corpo cilindrico è posta la biblioteca con sottostante deposito libri e soprastante ridotto, utilizzabile per mostre; nel corpo a pianta trapezoidale è collocato il salone sportelli al di sotto del quale è posto l'archivio. Al piano superiore di questo stesso corpo, troviamo l'aula consiliare dotata di duecento posti. Nel corpo a ventaglio si susseguono, a partire dal basso, gli uffici assistenziali, serviti direttamente dall'esterno con un percorso in trincea, gli uffici finanziari e gli uffici di rappresentanza (sindaco, assessori, giunta e segreterie), mentre nel corpo rettangolare affacciato ad est, si trovano i depositi, i servizi al pubblico, la centrale termica, il garage e l'ufficio tecnico. Per ognuno dei corpi sono state previste un'accessibilità discriminata ed una diretta in particolari occasioni di affluenza. L'edificio ha struttura portante verticale ed orizzontale in cemento armato a vista, con solai in laterizio e c.a. gettati in opera e tamponamento in prefabbricati semicilindrici di cemento naturale. Gli uffici tecnici e di rotazione hanno la facciata in elementi di vetro u-glass con vetrate apribili disposte dietro le colonne. I serramenti sono in lamiera piegata verniciata o normale profilato mentre i per i pavimenti sono state utilizzate piastrelle di graniglia, salvo nella sala consiliare, dove è stato impiegato il linoleum.   ' ['] nel municipio di Segrate si riflette un intento esplicitamente rappresentativo, la volontà di innalzare in un luogo decentrato, frapposto fra le ultime propaggini edificate e la distesa di una campagna ancora bella e produttiva (per lo meno così era all'epoca della costruzione) un municipio-acropoli, un sito monumentale capace di costruirsi come proiezione simbolica di un insediamento altrimenti povero di memoria collettiva. [']. Gli strumenti espressivi sono quelli di una spregiudicata contaminazione storicistica e di una incalzante manipolazione formale, caratteri propri di una figurazione tesa a rappresentare l'istanza di una riappropriazione popolare della città nel moderno. Per esempio, nella partitura del fronte principale le colonne a doppia altezza, stagliate su una campitura di vetro, affondano in un basamento abnorme e si interrompono a metà fusto per lo scivolamento del capitello, quasi a compensare con la deformazione l'aulicità del riferimento classico. Con un procedimento analogo, l'arricchimento paratattico dei pannelli prefabbricati in cemento armato, inflazionando e riducendo a panneggio di tamponamento l'archetipo della colonna, ripropone un'operazione stilistica simile all'uso da parte di Camillo Boito della decorazione romanico-veneziana per alludere a un'epoca e a una compagine sociale di cui egli voleva rievocare i tratti di civiltà . Infine, la rotazione e la leggera sopraelevazione dell'intero edificio, memoria delle celebri considerazioni di Le Corbusier sul disassamento planimetrico e la movimentazione altimetrica dell'Acropoli ateniese, conferiscono al nuovo municipio un aura sacrale come a un moderno Campidoglio. [']. L'esito complessivo, ancora oggi convincente nonostante le improvvide edificazioni circostanti, è un saggio modernamente celebrativo. [']'. [BORDOGNA 1987, p. 20]  Bibliografia |
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