Museo della Pietra |
Località : Batoumachi, Nasu, Tochigi
Progettista: Kuma Kengo Collaboratori: Ando Architecture Design Office Strutture in acciaio e muratura: K. Nakata & Associates Consulenza e impianti: M.I. Consultant Impresa di costruzione: Ishihara Construction, ECRIS Datazione progetto: 1996 Datazione realizzazione: 1999-2000 Murature: blocchi di pietra "Ashino" armati Tamponature: pietra "Ashino" e marmo bianco di Carrara Coperture: travatura principale in acciaio e secondaria in legno Finiture: pietra a vista Pavimentazioni esterne: pietra Pavimenti interni: pietra, legno Dimensione lotto: 1.382,60 mq Ssuperficie complessiva: 527,57 mq "Nel museo della pietra, Kuma si è trovato ad affrontare due temi insoliti per il Giappone, che conferiscono all'opera una particolare rilevanza: la pietra e il restauro. In questo paese gli edifici in pietra sono infatti molto rari. Per problemi sismici, tale materiale non è indicato per usi strutturali; solitamente viene utilizzato solo per il rivestimento di strutture prevalentemente in acciaio. Nell'area esistevano tre edifici in pietra del 1930 circa, di particolare importanza storica, originariamente adibiti a magazzini per il riso, disposti a fianco di un'antica strada di collegamento tra Tokyo e Yamagata. Il progetto prevedeva il restauro degli edifici esistenti danneggiati dalla guerra e la loro trasformazione in un unico sistema museale, con la creazione di un recinto occupato da specchi d'acqua bassa, di percorsi di collegamento e di tre nuovi volumi in pietra, che integrano con funzioni accessorie le strutture esistenti. Il progettista non ha voluto banalizzare le preesistenze, fondendole in un unico nuovo edificio con un solo collegamento, ma ha mantenuto la memoria storica di singoli volumi separati, ciascuno con funzioni distinte, e si è divertito a collegarli con percorsi sull'acqua. In tal modo il visitatore è obbligato a uscire all'esterno di ogni edificio per passare al successivo, mentre gli spazi sull'acqua sono utilizzati anche per esporre sculture in pietra da contemplare durante il percorso, cosicché i vuoti esterni si integrano con gli spazi interni in un unico sistema museale. Il restauro dei volumi esistenti, in particolar modo della galleria principale, è basato sull'introduzione di nuove strutture in legno interne per sostenere le coperture. Le antiche murature in pietra non erano più a norma con i nuovi regolamenti edilizi antisismici e potevano solo essere ripulite e restaurate, mantenendole come semplici muri perimetrali che non sostengono la copertura. Nei tre nuovi volumi, Kuma ha utilizzato una pietra locale (Ashino), adottando differenti tecniche costruttive per dimostrarne le potenzialità strutturali e formali. Nell'edificio lungo, sul lato occidentale, la struttura in acciaio interna è stata rivestita di sottili frangisole in pietra con un'interessante soluzione di dettaglio. Anziché usare i sistemi convenzionali di supporto, ai pilastri in acciaio sono stati applicati dei "telai" in pietra, sagomati in modo da incastrarvi le lamelle dei frangisole. Negli altri due volumi, uno per la prima galleria e l'altro per gli uffici, sono stati utilizzati blocchi in pietra con armature interne per le murature portanti. Le tessiture delle murature, con sottili tagli orizzontali per l'illuminazione, creano effetti grafici bidimensionali in facciata e si differenziano per gli spessori adottati. Negli uffici sono stati utilizzati blocchi di 50 mm di spessore, mentre le aperture sono state tamponate con marmo bianco di Carrara molto sottile (6 mm), per consentire il passaggio della luce. La prima galleria è concepita come filtro semi-aperto tra l'esterno e la grande galleria ricavata nell'edificio preesistente; per questo le aperture tra i blocchi di pietra (spessore 100 mm) non sono tamponate e lo specchio d'acqua esterno prosegue anche all'interno. La galleria principale è situata nel più grande dei tre edifici restaurati e si compone di un unico spazio multiuso, per mostre temporanee e convegni, senza particolari tecnologie museali per il controllo dell'ambiente". (MAFFEI A., Leggerezza e gravità : due musei di Kengo Kuma, "Casabella", n. 689, 2001, p.63) A cura di Maruska Bertozzini |
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