nuova opera – Nell'ampio panorama architettonico di opere realizzate durante gli ultimi decenni nella Repubblica Popolare Cinese, distacca per la sua autorevolezza e intelligenza l'edificio del Museo di storia locale di Ningbo.

La città, che fa parte della provincia orientale di Zhejiang, con i suoi due milioni di abitanti, è in continua espansione e presenta numerosi esempi di grandi trasformazioni urbanistiche attuate spesso grazie a demolizioni di interi quartieri e di villaggi situati nelle immediate vicinanze.

Il nuovo Museo, progettato da Amateur Architecture Studio (fondato nel 1998 a Hangzhou da Wang Shu e Lu Wenyu), rappresenta una valida risposta alla crescente domanda di modernità che percorre il vasto territorio del lontano Paese asiatico. Non si tratta di una semplice riproposizione di modelli pervenuti dall'Occidente (tramite riviste,mass media, società di engineering, ecc.), né di una pedissequa replica di forme architettoniche tradizionali antecedenti (coperture a pagoda e altro), ma di un progetto che, attraverso la rielaborazione in chiave contemporanea di una tecnica costruttiva del passato, costituisce un ottimo esempio di architettura dei nostri tempi. Utilizzando la pratica tradizionale del "wa pan" - un metodo costruttivo di edificazione rapida ed economica impiegato dai contadini cinesi per
ricostruzioni urgenti dopo le distruzioni provocate da tifoni o alluvioni -, mista a tecniche costruttive correnti, i due progettisti hanno realizzato un'opera urbana moderna di rara sensibilità.

Wang Shu scrive che "nella tradizione cinese, ogni volta che la natura è stata molto danneggiata, le persone tendono a ricrearla in forme artificiali per soddisfare il loro desiderio di essere vicini alla natura stessa" e ciò è quello che,evidentemente, anche Amateur Architecture Studio ha cercato di fare con quest'ultima realizzazione.

Il volume museale, situato tra due grossi edifici governativi (in realtà, secondo il regolamento del nuovo master plan, a 100 metri di distanza da ognuno), sembra rendere omaggio alle cime delle
montagne vicine, formando, a sua volta, un massiccio artificiale che, modellato dalle forze naturali e dall'uomo, nonostante la sua notevole mole (24 m di altezza per 30.000 mq di superficie complessiva), dà l'impressione di trovarsi completamente a proprio agio nel paesaggio circostante.L'edificio evolve, man mano che si sale in cima,da una base sostanzialmente rettangolare, in un insieme
di volumi dalle forme irregolari, con pendenze e numerosi cortili, che concorrono a rinforzare il suo legame visivo-morfologico con le montagne vicine. Siccome per le maestranze era estremamente difficile controllare le porzioni di diversi materiali assemblati insieme,molte linee non risultano rigorosamente rette e, in alcuni casi, esse sono un po' curve. Ciò rende il volume del Museo "imperfetto", più simile ad una creatura vivente che ad un solido
geometrico. Questo grande manufatto edilizio è stato sapientemente ingentilito dalla presenza di oltre 20 tipi diversi di mattoni e tegole, recuperati dalle demolizioni circostanti e qui utilizzati come "materia prima" fondamentale per il rivestimento dei fronti.

I prodotti in laterizio spaziano cromaticamente, dal grigio pallido al rosso, e sono stati assemblati, secondo i dettami del "wa pan", con pietre riciclate e calcestruzzo. La ricca presenza materica nelle facciate di materiali laterizi e lapidei contribuisce alla riuscita integrazione dell'edificio nella periferia del distretto di Yinzhou. Le facciate sono caratterizzate da piccole aperture dalle forme eterogenee,disposte secondo una logica atta a non rivelare le attività svolte all'interno. L'accesso principale conduce, attraverso un lungo basso tunnel, all'atrio centrale da dove prendono il via i vari percorsi distributivi. Il piano terra accoglie un esteso spazio espositivo, uffici e locali secondari, mentre i due piani superiori ospitano diverse sale per mostre più piccole, separate tra di loro da cortili, tre scale mobili e altre "tradizionali".

Gli spazi museali interni sono flessibili e ogni galleria, come già nella tipologia storica dei giardini cinesi, presenta due entrate per permettere ai visitatori la possibilità di scegliere il percorso preferito.

Le pareti interne del Museo,rifinite in calcestruzzo a vista, sono state realizzate con l'impiego di speciali casseri in stuoie di canne di bambù che conferiscono loro un disegno naturale, meno freddo e più familiare. Il "credo" dello Studio "tendiamo a progettare una casa piuttosto che una costruzione" denota la volontà di un approccio sensibile e riflessivo alla progettazione, in netto contrasto
con il modello professionale attualmente in voga nel Paese. Preoccuparsi di "costruire in modo da riflettere le impostazioni della natura", lasciando che le costruzioni si "dissolvano nel loro ambiente", vuol dire interessarsi di pratiche ambientali, di sostenibilità, di smaltimento e riciclo dei materiali, attività che nella Cina di oggi iniziano, pian piano, a ricevere sempre più maggiore attenzione.


scheda progetto

Luogo: Ningbo, Zhejiang

Progettista: Wang Shu e Lu Wenyu - Amateur Architecture Studio

Collaboratori: Song Shuhua, Jiang Weihua, Chen Lichao

Progetto strutture: Architecture & Landscape Research Institute, China Academy of Art

Impresa di costruzione: Zhejiang Second Construction Group

Fotografo: Iwan Baan

Tempi progetto: 2003-05

Tempi di realizzazione: 2006-08