Museo Guggenheim  
Località: Bilbao, Abandoibarra Et. 2
Committente: Fondazione Guggenheim
Progettista: Frank O.Gehry & Associates
Strutture: Skidmore, Owings & Merrill - Hal Iyangar, John Zils, Bob Sinn.
Impianti: Cosentini Associates
Illuminotecnica: Lam Partnerers
Acustica e audiovisivi: McKay, Connant, Brook, Inc.
Datazione progetto: 1997
Destinazione d'uso: Museo d'Arte Contemporanea.
 
L'edificio si trova lungo il fiume Nervion nel centro di Bilbao, ex città industriale in piena trasformazione in seguito alla profonda crisi d'identità causata dalla chiusura negli anni Ottanta di molte sue industrie siderurgiche e navali. Con il progetto del Guggenheim, il più spettacolare tra i nuovi complessi realizzati a Bilbao, la città si appresta a rimediare alla fine dell'industria tradizionale con progetti nuovi e concreti orientati alla società postindustriale.
Si tratta del progetto più impegnativo e significativo di Gehry che si presenta come una scultura vera e propria non tanto "costruita" in senso classico, quanto piuttosto "composta e "modellata" con l'ausilio di un computer.
Come una grande nave che risaliva il Nervion - il fiume su cui si sviluppa Bilbao - il Guggenheim sembra essersi insabbiato all'interno di un'ansa, accanto alla maglia regolare della città ottocentesca.
E' composto da tanti volumi accatastati uno sopra o accanto all'altro, pochi dei quali corrispondono allo sviluppo degli spazi interni, e nessuno dei quali è allineato con gli altri. E' rivestito in buona parte di lamiera di titanio, che lo fa apparire immenso ma allo stesso tempo senza dimensioni. Ogni lato dell'edificio ha i suoi angoli e le sue curve, come ogni foglio di titanio ; la luce sulla sua pelle è infinitamente variabile.
Lungi dall'essere un oggetto di design atterrato a Bilbao, è stata l'anima stessa della città a modellare a propria immagine e somiglianza questa architettura. Adagiato su un dislivello di sei metri e compresso tra il fiume Nervion, i binari ferroviari e un' altissimo ponte, il Guggenheim si è trovato per forza a convivere con le infrastrutture, che abbraccia affettuosamente. Diverse scale, ampie e leggermente sinuose, legano le due quote come se fossero dune su cui scivolare, e ancorano la quota del fiume a quella della città.   
All'interno del Guggenheim la luce è uno dei cardini del tema museografico. Il progetto illuminotecnico viene assunto come punto di partenza dell'intero disegno, e questo nelle sue tante gradazioni: dall'abbaglio per riverbero alla semioscurità, attraverso tutte le penombre, le luci dirette o filtrate, quelle naturali o artificiali, nelle diverse ore del giorno e stagioni dell'anno, attraverso le sezioni dei lucernari, le finestre, i materiali.
La grande hall centrale, la cui vetta è alta 55 metri dal pavimento, e da cui a raggiera si dipartono le gallerie in tre diverse direzioni, funziona quale grande meridiana da cui osservare la rotazione della terra intorno al sole. Dal 21 giugno al 21 dicembre ogni istante della giornata produce ombre ed effetti diversi.
Alto come una cattedrale gotica, o basso come una caverna, questo spazio suscita sensazioni fisiche non sempre rassicuranti: alcune passerelle producono vertigini o palpitazioni, tanto che è facile perdere il senso dell'orientamento e valutare la distanza tra le cose, mentre le parti architettoniche si deformano come se fossero piegate dal vento.
Ma ciò che è più sorprendente di questo luogo è l'assenza di una struttura portante, di una statica e di una tettonica che siano visibili e misurabili. L' "essere senza struttura" è il risvolto tecnico della magia di quest'architettura.
Dalle fotografie di cantiere sappiamo che la struttura portante è simile a quella di un roller-coaster spaziale, un armatura d'acciaio, in cui si riducono al minimo i vincoli di portata e dove vi sono infinite possibilità di crescita, di aggiunta, di sottrazione, di ritaglio, di aprire varchi o creare sovrapposizioni. Sarebbe sbagliato pensare che tutto questo sia stato arbitrario e che non abbia richiesto un forte metodo di progettazione; al contrario osservando i dettagli, la solidità e l'unità dell'edificio ultimato, con i suoi diversi materiali - metallo, legno, pietra, intonaco, vetro - non si può che commuoversi pensando a quando dev' essere stata profonda la convinzione che un edificio siffatto potesse essere progettato e passo dopo passo realizzato.
Che sia opera di architettura o di carpenteria, di falegnameria o di paesaggio, di allestimento o di scenografia, è evidente che i Guggenheim è tutto questo insieme.

Veduta dal basso dell'atrio centrale Veduta di una delle gallerie minori L'ingresso al Museo Fronte nord sul fiume Nervion Fronte nord sul fiume Nervion
Particolare della facciata