L'origine
In ogni presentazione, dibattito o conferenza, Ricardo Legorreta sottolinea come il Museo Interattivo delle Scienze e delle Arti di San Luis Potosì in Messico sia interamente determinato dalle caratteristiche peculiari del luogo, anzi, sia stato disegnato dal luogo stesso, dalla sua orografia, dalla vegetazione, dal clima e dalla luce unica di queste terre del centro america.
Protagonista dell'architettura contemporanea internazionale, nonché autore di numerosi musei in tutto il mondo, oltre a biblioteche, università, centri di ricerca e alberghi, Legorreta ha voluto creare uno spazio a immagine e somiglianza di questo stato del Messico e del suo territorio, un luogo che svolgesse la funzione educativo-espositiva ma che diventasse allo stesso tempo una nuova immagine di San Luis Potosì; una gigantesca e splendente scultura che rendesse il governo locale fiero dell'investimento fatto.
Proprio per raggiungere al meglio questo obiettivo, Legorreta e il suo team si sono fermati a lungo a San Luis, per analizzare e studiare clima e caratteristiche del sito, per capirne la forza, la luce, l'identità, per conoscere le potenzialità dei materiali locali da impiegare nella sua costruzione, per capire come poter utilizzare al meglio la preziosissima acqua all'interno del museo. “Per tutta la mia vita ho cercato di fare lavori e progetti che rispecchiassero l'immagine del Messico…ho cercato di costruire il museo più importante del paese, utilizzando materiali e colori rappresentativi del Messico”: un progetto sviluppato con cura e attenzione maniacale, con coerenza e discrezione per creare una struttura all'altezza dei più grandi musei del mondo utilizzando quasi esclusivamente materiali e competenze locali.
A pochi mesi dall'apertura, il Museo delle Scienze e delle Arti è già diventato una delle attrazioni culturali più importanti del paese, tanto da essere considerata da specialisti e addetti ai lavori, la più importante di questo tipo. Sul territorio messicano sono presenti più di venti strutture museali come questa, una rete fitta e interconnessa che si è rivelata nel tempo un prezioso aiuto per l'istruzione e uno strumento efficace per stimolare l'interesse della popolazione messicana e dei turisti.
Situato nel Parco Tangamanga della capitale, il Museo è infatti progettato per ogni tipo di pubblico, bambini, giovani e adulti: è un luogo per imparare attraverso un divertente metodo educativo i progressi di scienza, arte e tecnologia, ma anche un ambiente aperto e accogliente per ritrovarsi in famiglia e trascorrere una giornata istruttiva e divertente. Il “Museo Labirinto”, così è stato presto ribattezzato, propone rimandi e riferimenti espliciti al Museo del Niño, di Città del Messico; è una struttura tanto fantastica quanto ancorata alle radici del luogo, tanto surreale quanto aderente e in armonia con le cromie e le sfumature del paesaggio.
Il progetto
Superfici pure, linee rette, piani sottili che si stagliano nel paesaggio del fantastico Parco Tangamanga e con esso dialogano e si confrontano, da esso acquistano valore: il museo non costituirà un luogo isolato, è integrato nel parco e vivrà in simbiosi con la natura, con la vegetazione del luogo che avvolge e compenetra l'edificio.
La struttura occupa complessivamente circa 6,5 ettari per una superficie del museo di circa 9.000 mq. Tutto il complesso museale è costruito attorno ad un grande patio-labirinto, di forma pressoché quadrata, al centro del quale è collocata un'alta torre; un elemento iconico che proprio per la sua forma allungata verso l'alto nobilita la bassa e contorta composizione del labirinto. Tipologicamente il labirinto è diviso in tre parti differenti, intervallate da alberi, che simboleggiano gli stati della materia: liquido (il più grande), solido e gassoso.
La torre, alta 38 m., è rivestita con la caratteristica pietra rossastra Sangre de Toro, e ospita al penultimo piano un osservatorio dotato di potente telescopio per lo studio dei corpi celesti. Dalla cima della torre è possibile godere della splendida vista su San Luis Potosí.
Il patio è circondato quasi interamente da una struttura porticata che costituisce il percorso privilegiato del visitatore e consente l'accesso ai differenti padiglioni; un'esperienza diversificata e misteriosa sia per la differenza tipologica dei padiglioni, sia per la diversa forma e orientamento che ciascuno di essi assume determinando con la propria posizione le modalità e i punti di accesso.
Planimetricamente il complesso prevede una sequenza di sei spazi espositivi principali, dislocati attorno al patio, che consentono al visitatore un viaggio interattivo attraverso le differenti aree tematiche del museo che ospitano opere d'arte, strumenti di scienza e tecnologia. Alle sculture monumentali presenti nel patio è affidato proprio il ruolo di dialogo interdisciplinare.
All'intero complesso si accede percorrendo un'ampia piazza collocata in uno degli angoli e delimitata da setti murari su tre lati; nei pressi dell'area di ingresso sono posizionati gli spazi commerciali e per la ristorazione, un padiglione multifunzionale dedicato ad attività differenti e uno spazio espositivo per esposizioni temporanee. Il complesso prevede inoltre un ambiente dedicato esclusivamente ai bambini, un'area desertica all'aperto, una fattoria degli animali (Ranchito), un cinema-teatro per film 3D, uno spazio per i workshop e i laboratori didattici, un teatro all'aperto immerso nel verde.
Tutte le superfici murarie sono rivestite in pietra locale dalle tonalità calde, attraverso le quali viene evidenziata una texture vibrante che si confronta con l'omogeneità della parte intonacata di viola.
Grande attenzione, come è solito ricordare lo stesso Legorreta, viene data all'acqua, utilizzata per creare vasche, specchi d'acqua di differenti dimensioni, ma anche per installazioni e opere d'arte.
Le vasche affiancano i volumi, “misurano” gli spazi, riflettono infinitamente le magiche cromie e sfumature del paesaggio naturale e artificiale.
Camere tematiche
Nel “Museo Labirinto”, l'arte e la scienza del nostro tempo sono strettamente connesse al fine di facilitare il dialogo e la comprensione attraverso un gioco educativo libero e indipendente.
Tematicamente l'Universo è stato diviso in tre livelli: il macrocosmo (lo spazio esterno), il mesocosmo (la parte di mondo alla scala dell'uomo) e il microcosmo (il mondo delle cose piccole, quasi impercettibili). Per ognuno di essi è stato concepito un differente spazio e d approccio espositivo:
- “From de Space”: il cosmo e l'universo, la terra vista dallo spazio, la storia dell'uomo nello spazio.
- “In the Nature”: la dialettica tra città e campagna, l'attenzione al paesaggio e alle risorse, le responsabilità dell'uomo nella tutela dell'ambiente.
- “Toward the Invisible”: l'impercettibile, lo sviluppo della scienza per il benessere dell'umanità.
Merita grande attenzione anche il padiglione “Between Networks and Connections”, un viaggio tra le reti e le connessioni interattive per sottolineare che “tutto è collegato e interdipendente”.
Scheda Progetto
Luogo: Parco Tangamanga, San Luis Potosì, Messico
Committente: Amministrazione di San Luis Potosì, Papalote Museo del Nino
Progettista: Legorreta+ Legorreta
Progetto strutture: Colinas de Buen
Tempi di realizzazione: 2008
Superficie costruita mq: 96.875