AP+AB, il gruppo che nasce dalla proficua collaborazione degli studi torinesi AREAPROGETTI e Archisbang, si aggiudica il primo premio del concorso di progettazione aperto in due gradi per la Nuova Scuola Media Panzacchi di Ozzano dell’Emilia (BO), promosso dal comune con il patrocinio di Architetti Bologna. La Commissione, composta dall’architetto Mariangela Corrado, rappresentante dell’Amministrazione, dall’ingegner Chiara De Plato, rappresentante dell’Ente Banditore, dal dottor Luca Prono, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Ozzano, dall’architetto Ernesto Antonini dell’Università di Bologna, dall’architetto Marcello Rossi, esperto dell’oggetto del concorso individuato dall’Ordine Architetti di Bologna, ha riconosciuto al progetto vincitore la migliore qualità nella definizione e qualificazione degli spazi pubblici anche in rapporto al contesto, la corrispondenza al programma funzionale in merito all’uso della struttura in orario extrascolastico e l’interesse e credibilità complessiva della proposta progettuale.
"Un recente confronto tra le politiche formative di alcuni paesi che nei vari test internazionali risultavano di maggior successo, hanno evidenziato come, a fronte di sistemi formativi tra di loro molto differenti, il comune denominatore fosse rappresentato dalla qualità degli ambienti di apprendimento. Le scuole sono percepite come belle, funzionali e ricche di servizi (palestra, biblioteca, aule e spazi comuni, anche all’aperto, dotazioni informatiche e di rete) se sono dotate anche di spazi relazionali altrettanto belli, funzionali e ricchi di servizi. Una bella scuola è, insomma, uno dei fattori essenziali del successo formativo: prevede una pluralità assai più ampia di luoghi da vivere; le aule non sono solo legate alle classi, sono vivaci e funzionali, e lasciano a studenti e docenti ampia libertà di movimento e di riconfigurazione degli spazi" racconta l’architetto Magnano di AREAPROGETTI, citando Gino Roncaglia (L’età della frammentazione, Cultura del libro e scuola digitale, GLF, Bari, 2018).

La visione progettuale della Nuova Scuola Panzacchi parte dal presupposto di valorizzare la posizione baricentrica del sito come elemento di ricucitura urbana e occasione di ridefinire un polo culturale attrattivo per il Comune. Tre volumi semplici sono innestati su una maglia modulare regolare, adatta a rispondere alle concrete esigenze di rapidità nella realizzazione dell’intervento, e disposti in modo di definire un fronte pubblico sulla viale II Giugno con il dislocamento delle funzioni fruibili da parte dell’intera comunità (palestra e spazio auditorium sperimentale). Collegato da uno snodo con funzione flessibile di atrio d’ingresso e foyer, il volume più capiente, dedicato alla scuola vera e propria, si colloca in seconda linea in una dimensione più raccolta: l’ingresso avviene a sud-est, dove si disegna un allargamento arredato dell’attuale passeggiata delle scuole, che ne valorizza la vocazione aggregativa; a nord-est l’edificio affaccia sul grande giardino riservato, mentre, in asse con l’ingresso, il distacco dagli altri blocchi permette di tracciare una via interna dove affacciano i laboratori, agevolmente apribili ad attività extra-scolastiche.
L’applicazione di una pelle metallica esterna permette di caratterizzare architettonicamente l’edificio Panzacchi in un complesso unitario e, tramite la sua calibrazione sui diversi prospetti, di rispondere, da un lato all’esigenza di contenere elementi funzionali (scale di emergenza, volumi tecnici) e racchiudere funzioni esterne pertinenziali (giardini biblioteca, tribuna palestra), dall’altro all’esigenza di schermare la radiazione solare. Il gioco di aggetti e pannelli normalmente aperti movimenta il ritmo di facciata, la cui regolarità si interrompe con l’inserimento di grandi riquadri vetrati che corrispondono agli spazi interni più flessibili. Lo snodo vetrato dell’atrio si dichiara come perno del sistema a tre volumi. Una passerella aerea collega in quota la copertura a giardino della palestra, dedicata agli orti didattici, al secondo piano della scuola. Nell’auditorium il rivestimento si interrompe e rimane a vista la pannellatura cementizia portante, come tratto distintivo, oltre che per via della funzione ospitata, che richiede una scarsa foratura sull’esterno. Se il dislocamento dei volumi suggerisce una dimensione di campus, questa è riproposta nell’organizzazione interna dell’edificio scuola: gli ambienti sono disposti attorno un’ampia corte centrale a tripla altezza illuminata dall’alto, dove un sistema di ballatoi e scale abitati diventa il cuore della comunità scolastica dell'istituto Panzacchi. Anche qui sono gli spazi flessibili polivalenti a interrompere la cadenza regolare degli ambienti, invadendo lo spazio del corridoio con volumi aggettanti e pareti mobili in porzioni normalmente libere, all’occorrenza chiudibili e occupabili per attività laboratoriali o di gruppo.
Il gruppo di progettazione, già impegnato sul fronte della ricerca nell’architettura al servizio della didattica innovativa con la Riqualificazione della scuola Giovanni Pascoli di Torino all’interno del progetto Torino Fa Scuola, si arricchisce ulteriormente di contributi: un team multidisciplinare di professionisti che permette di rispondere alla complessità di istanze e potenzialità che un tale progetto può racchiudere oggi. Sostenibilità - ambientale, sociale ed economica - è la parola d’ordine che, liberata dalle retoriche, riporta l’architettura al suo fondamentale ruolo di attrattore per la comunità. Valorizzando la dimensione urbana e sociale dell’intervento si mira al coinvolgimento, all’educazione partecipata e al superamento delle disuguaglianze.