Oro e argento

Autore testo: Giuseppina Clausi

L'oro è un metallo che normalmente non si corrode in un ambiente naturale e presenta una buona resistenza anche in ambienti inquinati.
E' però facile che non venga usato puro, ma in lega con l'argento o con il rame; in questi casi può verificarsi un'alterazione selettiva dell'elemento in lega a minor potenziale; oppure, quando si trovi utilizzato in forma di doratura, può presentare alterazione derivanti dalla corrosione degli altri elementi che ricopre.
Quando presenta la superficie velata da ossidi bruni di rame o da altri ossidi leggeri, può essere pulito con semplice bicarbonato di sodio, usato come abrasivo finissimo su tamponi di ovatta inumiditi con acqua distillata. Se lo strato di ossidazione, costituito quasi sempre da prodotti di corrosione del rame in lega, è di spessore più consistente, bisognerà intervenire con i metodi chimici propri degli interventi sui manufatti di rame e bronzo.
Le alterazioni dell'argento, più frequenti di quelle dell'oro, sono costituite dalla formazione di patine di solfuri, di colore nero-blu, o di spessi strati grigi formati da cloruri.
Nel primo caso si può intervenire in maniera analoga a quella descritta per l'oro, con del bicarbonati di sodio, o con uno dei numerosi prodotti presenti in commercio a basi di sostanze abrasive finissime e sostanze chimiche solventi.
Nel caso invece di croste formate da cloruri è possibile effettuare la pulitura con un metodo elettrochimico, con l'impiego di cloruro e bicarbonato di sodio; tale pulitura andrà comunque completata con l'uso del bisturi.
 
Fonte testo:
G. Carbonara, Trattato di Restauro Architettonico, Torino 1996.