©Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio

Il Padiglione del Qatar fa il suo debutto ufficiale alla 19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia con Beyti Beytak. My Home is Your Home. La mia casa è la tua casa, una mostra in due parti che esplora il concetto di ospitalità attraverso l’architettura nei paesaggi urbani del Medio Oriente, Nord Africa e Asia Meridionale (MENASA).

Organizzata da Qatar Museums e curata dal futuro Art Mill Museum, l’esposizione è visitabile dal 10 maggio al 23 novembre 2025 e si articola tra un’installazione ai Giardini della Biennale e una presentazione presso ACP - Palazzo Franchetti, quest’ultima realizzata con il supporto di ACP Art Capital Partners.

Padiglione del Qatar
©Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio

Sua Eccellenza Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, Commissario del Padiglione del Qatar e Presidente di Qatar Museums, ha dichiarato: “L’esposizione Beyti Beytak dimostra l’impegno di Qatar Museums nell’amplificare le voci dei principali creativi moderni e contemporanei del mondo arabo e delle regioni vicine. Questa mostra, non solo mette in luce il grande contributo degli architetti della regione MENASA all’architettura globale, ma riflette anche i nostri valori condivisi di ospitalità, comunità e appartenenza. Mentre continuiamo a dare forma a un panorama culturale di dialogo e scambio, questa esposizione rappresenta una testimonianza del ruolo del Qatar nel promuovere la diplomazia culturale e favorire una comprensione più profonda del nostro diversificato patrimonio architettonico". 

Padiglione del Qatar

Beyti Beytak riflette su come le forme dell’ospitalità si manifestino nell’architettura moderna e contemporanea, evidenziando il senso di appartenenza e il ruolo della comunità. All’interno dei Giardini, nel sito del Padiglione del Qatar, è esposto il Community Centre (2024) dell’architetta pakistana Yasmeen Lari. L’installazione, una struttura in bambù, dimostra l’efficacia di tecniche costruttive semplici e sostenibili, sviluppate in risposta a emergenze umanitarie in Pakistan dalla Heritage Foundation of Pakistan.

Il centro, dotato di una veranda perimetrale, una cupola e un tetto in fronde di palma, esemplifica l’adattabilità dei materiali naturali e l’integrazione tra design e contesto sociale.

La sezione ospitata presso l’ACP-Palazzo Franchetti presenta il lavoro di oltre 30 architetti provenienti da tutta la regione MENASA, molti dei quali esordiscono per la prima volta a Venezia. L’esposizione include disegni, fotografie, modelli e materiali d’archivio, articolandosi in sezioni tematiche dedicate a oasi, alloggi urbani, centri comunitari, moschee, musei, giardini e all’urbanistica della città di Doha, includendo numerose porte della città vecchia restaurate con il supporto dell’Aga Khan Trust for Culture.

Tra i pionieri dell’architettura moderna presenti ci sono Raj Rewal, Nayyar Ali Dada, Abdel-Wahed El-Wakil e Minnette de Silva, i cui lavori dialogano con quelli di designer e architetti contemporanei come Marina Tabassum, Sameep Padora, Abeer Seikaly, Diller Scofidio + Renfro e molti altri. La mostra rende omaggio anche all’eredità dell’egiziano Hassan Fathy, figura chiave dell’architettura sociale e vernacolare.

Beyti Beytak è curata da Aurélien Lemonier, curatore di Architettura, Design e Giardini dell’Art Mill Museum, e da Sean Anderson, professore associato presso la Cornell University, con la collaborazione di Virgile Alexandre. L’allestimento è stato ideato da Cookies, studio di architettura con sede a Parigi e a Rotterdam composto da Federico Martelli, Clément Périssé e Alice Grégoire

Aurélien Lemonier ha dichiarato: “Concepito come un’istituzione multidisciplinare dedicata all’arte in tutte le sue forme dal 1850, il futuro Art Mill Museum comprenderà architettura, design e architettura del paesaggio come elementi centrali delle proprie collezioni e della programmazione. Beyti Beytak testimonia la ricchezza del patrimonio architettonico della regione MENASA e mette in evidenza l’eterogeneità e la creatività dei designer e degli architetti del mondo arabo e dei paesi del Sud globale”. 

Sean Anderson ha affermato: “Comunità e appartenenza sono espressioni che definiscono l’ospitalità nel mondo di oggi. Mentre assistiamo alle trasformazioni del pianeta, rispecchiate nell’impulso della tecnologia verso un futuro al tempo stesso più collettivo ma frammentato, Beyti Beytak rappresenta in modo in cui architetti e designer hanno immaginato come ci riuniamo, i luoghi dove riflettiamo, e cosa proviamo con e per gli altri". 

L’allestimento esplora le possibilità spaziali delle maglie architettoniche, un elemento ampiamente diffuso in molte culture del mondo. Conosciuto come "mashrabiya" nel mondo arabo, ma anche come "claustra", "cobogo", "roshan", "şanşol", "jali", "aggasi", "takrima" e "mushabek" in altre regioni, questo elemento viene integrato nell’architettura della mostra come display espositivo, creando trasparenze, partizioni e relazioni fra i contenuti e i temi dell’esposizione. Il Community Centre (2024) di Yasmeen Lari, commissionato dal futuro Art Mill Museum, è stato recentemente presentato anche al National Museum of Qatar, all’interno della mostra di riferimento MANZAR: Arte e architettura dal Pakistan degli anni '40 a oggi.

Il comitato scientifico di Beyti Beytak è composto da Catherine Grenier, Ibrahim Jaidah, Yasmeen Lari, Hafid Rakem e Raj Rewal.