nuova opera – L'interpretazione italiana del tema Better City, Better Life in una sorta di "Città del futuro" pronta ad ospitare tutto il meglio del made in Italy.

Interpretazione del tema Better City, Better Life e desiderio di "riuscire a coniugare la capacità italiana del saper vivere e gestire al meglio gli spazi tradizionali di aggregazione sociale - le piazze, i vicoli, i piccoli borghi - con l'innovazione di una ricerca scientifica sempre più interessata ad utilizzare materiali eco-compatibili, rispettosi dell'ambiente, proiettati verso il futuro": queste le prerogative da cui è partito l'architetto Giampaolo Imbrighi, che, con IodiceArchitetti, ha disegnato il Padiglione Italia per Shanghai Expo 2010 (scelto tra oltre sessanta progettisti).

Costruito con la complessità di una città in miniatura, il padiglione rispecchia il carattere composito sia del paese ospitante sia di quello rappresentato nei suoi spazi interni. Il progetto si è infatti basato sulla sintesi di tre concetti fondanti: un marcato riferimento al regionalismo, alla poliedricità di usi e di costumi delle popolazioni italiana e cinese, entrambe denotate da una realtà nazionale dalla storia lunga e importante; la rilettura della tradizione urbana sia italiana - riferita in particolare all'impianto del borgo - sia cinese (la corte e i vicoli, le tipiche costruzioni di molte città cinesi come anche Shanghai; l'elemento naturale dell'acqua quale riferimento alla fonte di sostentamento, vita e sviluppo delle popolazioni e dell'industria).

Il Padiglione Italiano si sviluppa con una pianta quadrata (di 3.600 mq per un'altezza di 18 metri) e una partizione in più corpi di dimensioni diverse: volumi irregolari - i cui tagli netti che si intersecano fanno pensare anche al gioco dei bastoncini il cui nome deriva proprio da Shanghai - collegati da strutture-ponte d'acciaio che lasciano intravedere i ballatoi di collegamento e che celano un giardino interno. Un'idea che dal punto di vista strutturale permetterà in futuro, dopo il termine dell'esposizione, la ricostruzione anche solo parziale del padiglione, in un'area diversa della città di Shanghai.

Uno specchio d'acqua circonda l'edificio su tre lati, riflettendone i giochi di luce e di ombra dati da una serie di tagli/feritoie sui fronti, che vorrebbero evocare gli stretti vicoli tra i palazzi delle città. Effetti luminosi moltiplicati grazie all'utilizzo di un materiale innovativo come il "cemento trasparente". La superficie esterna è in parte diafana e in parte trasparente, con pelli innovative formate da cristalli autopulenti. Elementi fotovoltaici integrati nelle coperture esterne garantiranno un effetto schermante dalle radiazioni, mentre il progetto illuminotecnico dell'edificio mira a favorire il risparmio energetico.

L'obbiettivo di una costruzione sostenibile ed energeticamente efficiente, implicito nel tema dell'Expo, è stato risolto dal progettista con una forte integrazione tra gli aspetti architettonici, energetico-ambientali, impiantistici e tecnico-costruttivi, anche in termini di riciclabilità dei materiali. Il Padiglione Italiano è pensato come una "macchina" dal funzionamento bioclimatico, per un significativo risparmio energetico e un comfort interno molto simile a quello naturale. Un approccio che si basa sull'osservazione dei processi della natura più che sulla scelta tecnica degli impianti o degli opportuni apparecchi per riscaldare, rinfrescare, illuminare e che intende porsi come modello per le possibili scelte future nel campo del costruire. Così ad esempio vengono sfruttate le radiazioni solari per il riscaldamento parziale nei mesi freddi (sia in modo diretto sia sotto forma di energia grazie alla presenza in copertura di elementi schermanti vetrati con inglobati pannelli fotovoltaici) la convezione naturale effetto-camino per il raffrescamento estivo; e ancora l'effetto "gallerie del vento" delle grandi tagli che sezionano il volume.

All'interno poi, ad accogliere i visitatori, la ricostruzione del fronte scenico del teatro Olimpico a Vicenza di Andrea Palladio: una sorta di passaggio simbolico e suggestivo verso il cuore del Padiglione che illustrerà, con una serie di stanze ispirate dal leit-motiv "vivere all'italiana", il paese e il suo know-how. Ambienti nei quali verranno ospitati oggetti e realizzazioni universalmente riconoscibili come made in Italy - tra cui ad esempio il duomo del Brunelleschi, la Ferrari, una tuta da motociclismo Dainese - e altri meno riconducibili al nostro paese ma che tuttavia ne rappresentano l'eccellenza. (come i prodotti dell'industria aerospaziale, della robotica e della domotica, i progetti di mobilità sostenibile o di bio-edilizia). Immersi in una atmosfera suggestiva data da grandi pareti su cui scorrono le immagini dei più bei paesaggi italiani.


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