padiglioni espositivi – Padiglione della Nuova Zelanda alla 14. Mostra Internazionale di Architettura - la Biennale di Venezia

Per la prima volta la Nuova Zelanda partecipa con un'esposizione nazionale all'evento di architettura più prestigioso al mondo, la Biennale Architettura.

L'esposizione, intitolata Last, Loneliest, Loveliest, è curata dall'architetto neozelandese David Mitchell, leader di un team creativo composto da nove architetti, laureati e accademici. Il Commissario è Tony van Raat, Capo Dipartimento di Architettura all'Università Unitec di Auckland.

Mitchell spiega che la sua esibizione propone una visione con il punto di vista del Pacifico, che si differenzia dal trend dell'omogeneità architettonica identificata dal Direttore della 14. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, Rem Koolhaas, il quale ha chiesto ai curatori di affrontare il tema, "Absorbing Modernity: 1914-2014".

"Chiunque viaggi può notare che, sempre di più, le cose si assomigliano", sostiene Mitchell, "e l'architettura del nostro Paese condivide questa uniformità generalizzata".
Tuttavia, aggiunge Mitchell, la storia della modernità in Nuova Zelanda è più complessa di quanto non sembri. Nonostante gli effetti della globalizzazione, l'architettura in Nuova Zelanda è più particolare oggi di quanto non fosse un secolo fa, e quello che la contraddistingue è, secondo Mitchell, la sua relazione con il modo di costruire del Pacifico.
"Il Pacifico ha una grande tradizione architettonica, sebbene quasi nessuno la riconosca" commenta Mitchell. "Potrebbe essere per la sua diversità dall'architettura Europea, che è solida, imponente e sembra permanente. Gli edifici del Pacifico sono strutture di pali in legno, travi, pannelli e grandi tetti. Si tratta di un'architettura leggera che, se messa a confronto, sembra transitoria".
"Questa tradizione architettonica è stata portata da viaggiatori che migravano tra le isole dell'oceano Pacifico, ed è arrivata in Nuova Zelanda con i Māori 800 anni fa. È sopravvissuta alla colonizzazione Europea e si è saputa adattare alla modernità, invece che esserne inglobata".
"Così come le relazioni tra Māori ed Europei in Nuova Zelanda si sono sempre più intrecciate nello scorso mezzo secolo, così è successo anche per le due tradizioni architettoniche corrispondenti", continua Mitchell. "Forse non è così sorprendente - i modi di costruire Modernista e Pacifico hanno alcuni punti in comune, come la preferenza per l'ampiezza degli spazi e la tendenza all'essenzialità".
"In un periodo in cui i condizionamenti sono istantanei e tutto sembra familiare, penso che siamo diventati consapevoli che se c'è qualcosa che rende la nostra architettura diversa, è l'evoluzione della tradizione Pacifica dell'architettura leggera. Ed è questo che vogliamo mostrare nella nostra esibizione".
"Vogliamo anche comunicare il nostro ottimismo nei confronti di questa direzione architettonica. Considerate le preoccupazioni mondiali per i cambiamenti climatici e un uso sostenibile delle risorse, e le preoccupazioni prettamente neozelandesi per la situazione sismica del Paese, le caratteristiche dell'architettura del Pacifico come resilienza, flessibilità e riparabilità hanno molto da offrire".

Last, Loneliest, Loveliest presenta un viaggio architettonico lungo un secolo che comincia con il War Memorial Museum di Auckland - un monumento neoclassico del 1920 in onore ai caduti di guerra - e termina con il padiglione a estensione dell'Auckland Art Gallery (2012) e la Cattedrale di "Cartone" di Shigeru Ban (2013) nella Cristchurch del dopo terremoto.

Il team creativo messo insieme da Mitchell, uno dei più illustri architetti neozelandesi e vincitore di una medaglia d'oro alla carriera assegnatagli dal New Zealand Institute of Architects, include cinque membri del suo studio di Auckland, Mitchell & Stout Architects: Julie Stout, Julian Mitchell, Ginny Pedlow, Chia-Lin Sara Lee, and Claire Natusch.

Del team fanno parte anche Rau Hoskins, architetto e accademico specializzato in architettura Māori, l'architetto Rick Pearson, e Mike Austin, Professore al Dipartimento di Architettura dell'Università Unitec.

Scheda dell'esposizione:

Titolo esposizione: Last, Loneliest, Loveliest

Commissario: Tony van Raat, Capo Dipartimento di Architettura all'Università Unitec di Auckland

Curatore: architetto neozelandese David Mitchell

Promosso da: New Zealand Institute of Architects,

Luogo: Palazzo Pisani S. Marina, Calle de le Erbe (alla fine di Campo Santa Marina), Cannaregio, 6104.