Palazzo dello sport Sant Jordi al Montjuic  
Progetto: Arata Isozaki
Data progetto: 1983
Destinazione d'uso:
Palazzo principale:
- capacità spettatori: 13.000 spettatori (gradinate fisse)/2.000 spettatori (gradinate mobili)
- programma: atletica al coperto; hockey su ghiaccio, pallamano, calcio, ginnastica, tennis: 1 campo centrale e 2 laterali; pallavolo, pallacanestro, boxe, lotta libera, attività ricreative e culturali.
Padiglione polivalente:
- capacità spettatori: 700 posti;
- programma: (pallacanestro: 3 campi; pallamano: 1 campo; pallavolo: 2 campi; tennis da tavolo; atletica al coperto; hockey, lotta libera, boxe, judo, ginnastica, tennis: 2 campi; calcio: 1 campo; attività ricreative e culturali.
Coperture: Sistema Pantadome (una serie di procedimenti per la realizzazione di coperture ideata dall'ing. Mamoru Kawaguchi). Il sistema P. permette una grande economia di mezzi costruttivi e accorcia i tempi di costruzione. Il sistema P. consiste nel costruire la struttura per terra, dotata di elementi articolati, e di alzarla successivamente, totalmente equipaggiata, attraverso pompe idrauliche che la spingono dal basso. L'innalzamento è stato realizzato nell'arco di 10 giorni. L'operazione di sistemazione del tetto nella sua posizione finale, a 45 metri sopra al livello della pista, è stata realizzata mediante 12 pompe idrauliche. Ogni 20 mm. Di avanzamento le pompe si arrestavano per permettere di controllare se la struttura saliva allo stesso livello in tutti i suoi punti. (AA. VV., spaziosport, Barcellona 1992 Olympic games, n 2/1992)
Superficie lotto: 57.000 mq.
Superficie costruita: padiglione principale: 36.000 mq.
Padiglione polivalente : 4.600 mq.
Edificio servizi: 16.400 mq.
Volume complessivo: 364.340 mc.

Antologia critica
'Dopo l'Annuncio della candidatura di Barcellona ai giochi olimpici del 1992, è stato indetto un concorso internazionale a inviti per il piano generale del complesso di attrezzature sportive da costruire alle pendici della collina di Montjuic.
L'incarico per il piano è stato assegnato allo studio di architettura di Correa e Milà di Barcellona. Il Palazzo dello sport, il cui incarico è stato affidato a Isozaki, è stato chiamato Sant Jordi in onore del santo patrono di Barcellona.
Il primo progetto di concorso prevedeva il raggruppamento dei singoli edifici in una struttura reticolare spaziale comune. Questa struttura, lievemente ondulata, era stata concepita in modo da armonizzarsi con il profilo delle colline di Montjuic: questa idea è stata portata avanti anche nel progetto realizzato. L'ubicazione dell'edificio è stata spostata di novanta gradi rispetto a quella del progetto iniziale; il lotto si trova su un pendio compreso fra l'anello stradale che circonda il complesso e il centro con le attrezzature atletiche. La struttura è basata sul sistema costruttivo del pantadome. La cupola è formata da cinque sezioni principali: una lastra centrale circondata da quattro sezioni sferiche.
L'assemblaggio e la copertura della sezione principale sono stati effettuati sulla pista, mentre i settori laterali sono stati costruiti e sollevati mediante gru. Grazie a martinetti idraulici la struttura articolata è stata sollevata fino alla quota definitiva, poi sono stati aggiunti gli elementi mancanti per rendere stabile la struttura. La cupola così deve la propria stabilità intrinseca alla forma circolare di questa configurazione finale di elementi interconnessi. Le finiture interne ed esterne sono state invece assemblate a terra. La copertura è formata da una struttura reticolare a doppio strato, dello spessore di tre metri circa. Essa crea un volume molto grande di circa 130 x 100 metri di base, con un altezza di 40 metri circa e una capienza di 17.000 persone. La zona tra i segmenti di travatura reticolare è rivestita in vetro anziché in materiale opaco, per mostrare le suddivisioni interne della struttura di copertura. La copertura secondaria, che contiene l'altra, è sospesa come un tetto a falda, creando una delicata curva che ammorbidisce il profilo dell'enorme volume costruito contro lo sfondo del cielo; in questo modo viene preservata l'immagine evocata dall'originario progetto di concorso. Per le finiture interne ed esterne sono stati utilizzati materiali locali come il mattone, la pietra, le piastrelle e lo zinco, mentre un effetto di contrasto è stato ottenuto inserendo schermi di metallo perforato, installati nei punti appropriati per regolare la luce'. (AA.VV., Arata Isozaki. Opere e progetti, Electa Milano 1994)

Bibliografia
AA.VV., Arata Isozaki. Opere e progetti, Electa Milano 1994
AA.VV., 'Spaziosport' giugno 1992

Veduta interna Veduta interna Dettagli della copertura Fasi di montaggio della copertura Sezione-Prospetto
Piante La copertura in costruzione La copertura in costruzione Il Palazzo in costruzione Fronte con la pensilina