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Un incubatore di verde che si snoda per tre chilometri, dal centro alla zona mare Barcola, passando per Porto Vecchio: il nuovo Parco lineare a Trieste, disegnato da Atelier(s) Alfonso Femia, traccia un segno deciso che trasforma un brano di città e l’idea stessa di waterfront portuale urbano. Ci sono dei luoghi che, più di altri, “fanno città”, creano senso di appartenenza e orgoglio civico, luoghi dove si sta bene, dove l’espressione “comfort urbano” assume un significato reale. Luoghi intergenerazionali, frequentati da tutte le fasce della popolazione: parchi, piazze, slarghi. Uno di questi, a Trieste, è la passeggiata lungo l’antico scalo, un contesto straordinario sia per l’estensione, più di tre chilometri, sia per le prospettive visive che abbraccia, sia per la potenzialità di sviluppo lungo l’asse trasversale che consentono di definire vere e proprie agorà.

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Alfonso Femia / Atelier(s) Alfonso Femia con Michelangelo Pugliese, architetto paesaggista, su incarico del Comune di Trieste e Giovanni Damiani architetto triestino, ha sviluppato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per il Parco Lineare Verde di Archeologia Industriale da Barcola al centro storico.
È un progetto molto importante coerente con le intenzioni dell’amministrazione triestina e con il master sviluppato da Andreas Kipar, studio Land che, in questa prima attuazione, partendo dagli spazi pubblici connette parti di città, attraverso la realizzazione di spazi continui attrezzati. Un luogo accogliente che induce e suggerisce l’esplorazione della linea costiera, conservando la memoria storica dell’impianto urbano asburgico” ha affermato Alfonso Femia.
Aggiunge Michelangelo Pugliese: “Il progetto del Parco Lineare sarà una sezione di paesaggi in sequenza che rileggono in filigrana la storia la geografia di questa città, ma anche un luogo conviviale e sicuro dove stare. Il parco inverte il rapporto tra città e produzione vegetale divenendo nursery di piante che nel tempo andranno a colonizzare gli spazi pubblici della stessa”.

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Il Porto Vecchio conta cinque moli, più di tre chilometri di banchine e 23 magazzini e hangar ed è direttamente collegato all’antica ferrovia. Si differenzia da tutti gli altri porti mediterranei, perché somiglia, nell’impianto urbanistico, ai grandi porti del nord-Europa. Costruito in appena due decenni, negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, evoca, ancora oggi, lo spirito austro-ungarico, tipico del tempo.
Qui si innesterà una grande porzione del Parco Lineare, attraverso un disegno coerente, semplice, riconoscibile e attraverso la capacità di intersezione, sovrapposizione e connessione con le altre aree del Porto e della città.
Il Porto Vecchio e la città di Trieste nel suo insieme hanno, da sempre, un carattere europeo e internazionale e, dunque, il progetto si rapporta a questa dimensione sovra-nazionale.

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Il percorso si estenderà tra la seconda e la terza fila dei magazzini del Porto Vecchio. Il progetto prevede una connessione sia a sud con il centro di Trieste, sia a nord con il parcheggio Bovedo. Il tracciato del nuovo parco asseconderà le tracce dei binari e degli scartamenti, mentre le geometrie cilindriche degli scambiatori ferroviari definiranno il disegno delle piazze, determinando gli incroci.
Su questo concept progettuale, si innesta il percorso ciclo-pedonale. Sono quattro le aree di competenza progettuale: l’asse lineare di collegamento tra la rotonda e il parcheggio di Barcola e la stazione Bovedo; la piazza della stazione Vecchio Porto e la sua propaggine nord della ex locanda piccola; il boulevard dell’asse Natura che si snoda tra le testimonianze storiche; la piazza della stazione Trieste e la connessione del Porto Vecchio con il centro storico di Trieste. Il progetto è orientato alla sostenibilità ambientale, anche con riferimento all’efficientamento energetico, alla mobilità e agli aspetti edilizi: il Parco Lineare è un’occasione di riqualificazione urbana e insieme opportunità di valorizzazione del trascorso storico, simbolico e identitario.

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Il progetto del Parco Lineare è orientato alla riduzione del consumo di energia del consumo di suolo e acqua, del risparmio energetico e della resilienza nei confronti dei cambiamenti climatici. Sotto l’aspetto paesaggistico lo snodo del Parco avverrà mantenimento gli assi del rapporto con il mare con gli assi dei moli e la città. Verrà realizzata una sequenza di spazi verdi sostenuti dalla struttura longitudinale dei percorsi, sul tracciato dei binari.
Cuore del progetto sei aree paesaggistiche orientate a favorire la condivisione spaziale, contenute da due specchi d’acqua sulle teste: il canneto; il cretto fiorito - il giardino minerale, lo spacca pietre, le colline, il labirinto; i prati; la landa del sommaco, l’acqua affiorante. Le stazioni della cabinovia poste ai due estremi dell’asse definiscono la fine del percorso, determinano la fine fisica del Parco Lineare.

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L’acqua è il grande elemento che connette, appare e scompare lungo la linea del parco. Una linea d’acqua corre lungo tutto l’asse tra i due laghetti, agli estremi del percorso, a volte visibile a volte sotterranea. L’acqua sotterranea collega il tracciato con un sistema misto di canalizzazione, recupero, depurazione e ricircolo delle acque piovane, di acquedotto e di falda. Fontane e un sistema di chiuse e cascatelle sono posizionate lungo le undici vasche.

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Per aumentare la valenza ecologica, la vegetazione prevalente è mista di latifoglie. Le specie arboree sono autoctone per garantire massima naturalità. Gli interventi progettati potranno innescare dei processi evolutivi della vegetazione, che acquisteranno nel tempo sempre maggiore autonomia. Su 31.829 mq di superficie totale, verranno recuperati 30.000 mq di superficie drenante. Verranno piantumati 700 alberi di prima seconda e terza grandezza e selezionate 13 varietà di specie arboree. Allo sport verranno dedicati 3.500 mq, alle superfici d’acqua 2.450 metri quadrati.

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Il Parco Lineare si sviluppa in momenti progettuali significativi:
● L’asse barcolano - lungo la fascia compresa tra i bagni a mare e l’area dei campi sportivi a est - con pista pedonale, pista ciclabile doppio senso di marcia e una pista di servizio. Lo spazio residuale a verde darà ombra e definizione ai percorsi.
● Tra la locanda Piccola e il giardino della piazza della stazione Porto Vecchio, il progetto prevede un intenso sistema di relazione che concilia il viale del nuovo Parco naturale, le provenienze dal viale monumentale e dal tessuto cittadino a est. La Locanda Piccola con il suo giardino sarà la porta di accesso al Parco, con funzioni di info point, orientamento, espositivo e tutto quanto serva a garantire l’accoglienza, al Porto Vecchio.
● La piazza triangolare, che è attualmente un parcheggio a raso, verrà trasformata in area completamente pedonale. La geometria della stazione Trieste, attraverso il mantenimento e la valorizzazione degli scambiatori ferroviari esistenti, sarà cuore della piazza, determinandone i flussi pedonali. Nelle aree ridisegnare troveranno ideale collocazione differenti attività, il verde inaccessibile, l’acqua, lo sport, le fioriture.

Scheda progetto
Committenti: Ministero della Cultura, Comune di Trieste
Progettazione: Alfonso Femia
Coordinamento: Simonetta Cenci
Responsabile di progetto: Sara Traverso
Design team: Sara Traverso, Francesca Recagno, Carlo Occhipinti, Roxana Calugar, Leandro Esposito, Fabio Marchiori, Alessandro Bellus, Silvia Persico, Gianmatteo Ferlin
Architetto locale: Damiani Architettura+
Paesaggista: arch. Michelangelo Pugliese