Gortemaker Algra Feenstra (G.A.F.) Architecture in collaborazione con lo studio di architettura belga Modulo e l’ufficio di ingegneria Ellyps sono i protagonisti della progettazione per il parcheggio delle “Cliniques Universitaires Saint-Luc” a Bruxelles. Il risultato di questa partnership ha prodotto un risultato straordinario fornendo alla città un parcheggio capace di integrarsi in armonia con il paesaggio urbano circostante. Nonostante il basso impatto visivo, l’edificio è imponente e dispone di 985 parcheggi che servono l’insieme degli edifici ospedalieri. Il tema dei parcheggi porta un grande dibattito all’interno del mondo dell’architettura in quanto sono spesso considerati come semplici spazi funzionali più che come edifici di ispirazione. Detto questo, i parcheggi rappresentano un elemento non trascurabile all’interno del tessuto cittadino e molto frequentemente vengono gestiti con superficialità già all’inizio del progetto architettonico. Nel caso delle cliniche universitarie di Saint-Luc, l’autorimessa ha una funzione importante di accoglienza al pubblico e gli architetti hanno voluto offrire al visitatore una sensazione di positività usando materiali naturali e abbondante luce naturale. Il parcheggio semi-ipogeo si colloca in una zona della città con prevalenza residenziale dove sono anche presenti numerosi edifici legati all’ospedale. Dato il contesto delicato, la sfida progettuale è stata quella di creare uno spazio funzionale che fosse al contempo abilmente integrato nella topografia circostante. L’idea più scontata sarebbe stata quella di interrare l’intero edificio così da farlo scomparire alla vista, ma questo sarebbe andato contro l’idea progettuale iniziale di creare uno spazio accogliente per i visitatori dell’ospedale dove luce naturale e materiali caldi giocassero un ruolo predominante. Per questo motivo il design di G.A.F. e Modulo ha portato alla realizzazione di un parcheggio semi ipogeo in cui i tre piani interrati sono sovrastati da due piani fuori terra coronati da un tetto giardino accessibile e visibile dalle residenze limitrofe.

La sfida maggiore per gli architetti è stata quella di creare i livelli interrati il più illuminati possibile così da garantire una maggiore ventilazione, ma di evitare l’effetto “scatola chiusa” tipica dei parcheggi interrati. Il team di progetto ha quindi sviluppato un’idea innovativa creando un’apertura tra la parte ipogea del garage e il terreno con l’uso di gabbie metalliche riempite di pietre. Questa tecnologia consente di avere una parete digradante di sassi visibile dall’interno dell’edificio generando un contrasto tra la rigidezza del calcestruzzo e l’irregolarità della pietra. Grazie a questo distaccamento tra il muro contro terra e il parcheggio interrato è possibile avere luce naturale fino a tre piani sotto il livello stradale. Dato che l’intero parcheggio è stato dimensionato per poter supportare un potenziale edificio sovrastante, la strategia di illuminazione adottata fa presupporre un’attenzione verso una possibile conversione della destinazione d’uso in cui sia necessaria una riduzione di parcheggi, ma un incremento di attività dell’ospedale.
Il fatto di avere luce naturale anche nei piani inferiori può garantire una maggiore flessibilità nella distribuzione funzionale e, di fatto, rende l’edificio più adattabile alle esigenze future. Ad accentuare il carattere naturale e irregolare dell’edificio vi è il dialogo tra il muro in pietre e la forma dei solai che, seguendo curve sinuose, generano aperture e restringimenti tra l’edificio. La formazione di queste aperture permette di inserire dei terrazzamenti verdi che contribuiscono alla trasformazione dello spazio: si passa da un ambiente asettico dove parcheggiare a un’area a misura d’uomo ricca di scorci e dettagli. Uno degli aspetti più innovativi del garage è il movimento sia in orizzontale sia in verticale. I solai seguono curvature diverse sovrastandosi e ritraendosi in diversi punti creando una forma sinuosa in facciata. Questo fenomeno è accompagnato dolcemente dall’uso di doghe di legno scuro che, unendo in facciata i diversi piani, donano all’edificio un effetto ondulato permettendogli di inserirsi nel contesto circostante. Gli elementi lignei non rappresentano unicamente un rivestimento estetico del parcheggio, ma hanno una funzione di schermatura visiva delle auto parcheggiate all’interno. L’utente esterno percepisce l’interessante movimento della pelle esterna senza vedere cosa succede nell’edificio: un interessante stratagemma ottico che aiuta a mantenere aperto il garage lasciando filtrare luce e ventilazione naturale. Il contrasto materico e geometrico è formidabile. Con pochi e semplici materiali il team di progetto è riuscito a ottenere un effetto compositivo strabiliante rispettando sia il diretto fruitore del garage sia il contesto cittadino.
Il gesto progettuale di G.A.F. e Modulo dimostra come un buon design integrato permetta di rispettare parametri di comfort visivo senza rinunciare alla qualità architettonica anche in un edificio oggettivamente asettico come un parcheggio.

Il sistema di facciata e la pelle esterna
Il sistema di pelle esterna è tecnicamente semplice ma riesce a generare un movimento compositivo molto piacevole che interrompe la rigidezza degli edifici limitrofi. Grazie alla non linearità dei solai, un sistema di doghe in legno disposte verticalmente permette di creare un effetto di doppia curvatura capace di nascondere le auto all’interno lasciando passare la luce naturale. Le doghe sono composte in Teak brasiliano (Dipteryx odorata) con dimensioni di 34x140 mm e vengono ancorate tramite una piastra in acciaio ai solai inferiori e superiori. Il sistema di fissaggio di ogni doga è composta da piastre galvanizzate in cui un unico bullone viene usato per connettere la doga: tale sistema permette così di usare la stessa piastra indipendentemente dall’inclinazione dell’elemento ligneo. Per considerare le tolleranze tra strutture in calcestruzzo e la facciata, ogni piastra è dotata di un foro asolato e le doghe lignee sono perforate così da avere massima flessibilità nell’installazione degli elementi. Dal momento che il rivestimento in legno non è sufficientemente compatto per essere usato come parapetto per le persone, è stata realizzata una mesh metallica che segue l’andamento sinuoso della facciata e dei solai. Grazie a questo sistema la perdita di spazio all’interno del garage è minima lasciando quindi la possibilità di avere maggiori posti auto. In quanto parcheggio, è necessario l’installazione di un secondo dispositivo di protezione che blocchi le auto da un’eventuale caduta: un tubolare metallico orizzontale in acciaio galvanizzato è posto a un’altezza di 40 cm ed è fissato tramite tasselli alla struttura in calcestruzzo.

Scheda progetto
Architetti: Gortemaker Algra Feenstra, Modulo Architects
Committente: Cliniques Universitaires Saint-Luc
Gross surface: 985 parking spaces design and construction
Periodo: 2016
Photos: Lieven Van Landschoot

Arketipo 139, Parcheggi, giugno 2020