Patch22, Amsterdam nord: un’architettura con soluzioni a effetto, sia volumetriche che materiche, che si affaccia sull’acqua; un intervento costruttivo in un’area industriale da riqualificare; una struttura in legno alta 30 m, chiaramente denunciata in facciata e all’interno; un fabbricato in cui la sostenibilità è cercata e raggiunta sotto molteplici aspetti; un processo progettuale e costruttivo che ne ha guidato la realizzazione e che merita di essere illustrato nei suoi tratti principali. Normalmente nei progetti residenziali l’architetto affronta l’esterno e l’interno come un insieme integrato, quantomeno sapendo il numero di appartamenti che verranno ospitati ai vari livelli. In questo caso invece c’è stata una separazione tra i vari ingredienti del processo, separazione atta a garantire la massima flessibilità in termini di destinazione d’uso e di layout distributivo ai piani. Il concetto è stato quello di rendere fattibile che ogni piano potesse contenere un numero variabile di suddivisioni a seconda delle richieste dei clienti. Costruttivamente è stato predisposto un nucleo centrale nel quale potessero salire le dorsali degli impianti: a ogni piano la distribuzione impiantistica parte dal centro e si dirama liberamente sotto il pavimento grazie alla creazione di uno spazio impiantistico totalmente libero e facilmente accessibile. Per determinare le dimensioni delle cavità impiantistiche sotto i pavimenti, in particolare per definire l’altezza necessaria ad accogliere gli angoli di pendenza degli scarichi dei servizi igienici e altre installazioni, è stato fondamentale che venissero concepite oltre 30 planimetrie, pur sapendo che sarebbero state considerate solo come esempi delle possibilità di allestimento. Tali layout sono serviti pure per determinare la collocazione delle porte di ingresso degli appartamenti nella parete strutturale del nucleo. Si intuisce da ciò che per ideare un involucro vuoto al suo interno, l’architetto deve elaborare molte più planimetrie di quelle necessarie in un normale processo.

Dal punto di vista della prefabbricazione off site, il fatto che i cavi elettrici e i tubi idraulici non siano integrati durante la fase di produzione, ma posati a posteriori, fa sì che gli elementi strutturali possano essere assemblati in modo meno complesso, combinando elementi prefabbricati in moduli di dimensioni maggiori e riducendo il periodo di costruzione in sito (a vantaggio dell’investimento finanziario: minori investimenti nei costi di cantiere per un periodo di tempo più breve). Oltre alle sfide legate alle tecnologie costruttive, sono state affrontate altre questioni, scontrandosi con alcuni aspetti del mondo dell’edilizia non ancora pronti a questa nuova modalità di proporsi sul mercato. Tanto per cominciare, la consegna di un edificio a livello di solo involucro era un concetto strano per le compagnie di assicurazione: in Olanda si può ottenere un mutuo per un appartamento che non è ancora costruito solo quando l’imprenditore ha assicurato l’intera fase di edificazione (di modo che se l’impresa edile andasse in fallimento, la compagnia di assicurazione potrebbe rilevare un immobile completato). È stato necessario stilare differenti contratti di locazione dei terreni collaborando con l’amministrazione della città di Amsterdam. Normalmente per un edificio “tradizionale” le autorità sanno esattamente come verrà utilizzato e suddiviso nelle varie destinazioni: il prezzo di locazione del terreno può essere calcolato di conseguenza. Questo non è automatico quando tutte le potenzialità programmatiche offerte dal piano regolatore devono rimanere attuabili durante la vita della costruzione, quindi sono essenziali accordi ad hoc che consentano futuri cambiamenti di programma (anche immediati). Per l’assegnazione dei numeri civici un’altra novità ha dovuto essere implementata nelle procedure cittadine in quanto normalmente ad Amsterdam si può ottenere un numero civico solo per un appartamento completo ma, siccome in fase di vendita lo stabile non era ancora diviso in appartamenti, non si sapeva quanti numeri civici sarebbero stati necessari.

In effetti gli acquirenti hanno potuto scegliere le dimensioni del loro alloggio combinando fino a 4 unità, corrispondenti all’appartamento più piccolo. Allora è stato considerato il numero massimo di unità immobiliari minime ed è stata predisposta una lista di 48 numeri che potevano essere attivati in base alla posizione scelta per la porta d’ingresso (per la quale c’erano diverse opzioni): all’ingresso a piano terra sono state installate 48 cassette postali delle quali solo 31 sono in uso al momento. Questo processo, peraltro sviluppato in piena crisi economica tra il 2009 e il 2014, è stato pionieristico e, come capita quando si cerca di innovare, si è poi sperimentato nella pratica che l’impostazione di alcuni passaggi poteva essere implementata e migliorata. Ad esempio, dopo aver fatto consegnare ai residenti gli appartamenti al rustico, i residenti stessi hanno assunto appaltatori più piccoli per la realizzazione delle pareti divisorie interne. La difficoltà è stata gestire tra i vari costruttori i limiti di responsabilità sul risultato finale: si è capito che è indispensabile, per evitare controversie, definire a priori alcune procedure di collaudo sull’involucro prima della consegna, in pratica circoscrivere chiaramente i limiti di prestazioni e di garanzia. Una nuova occasione di applicare tale processo progettuale-costruttivo è stato l’edificio realizzato dagli stessi architetti e dallo stesso costruttore proprio accanto al Patch22: denominato Top-Up, è addirittura ideato per essere smontato in modo che, se in qualsiasi momento l’organismo edilizio diventasse obsoleto, i componenti e i materiali da costruzione possano essere recuperati e riutilizzati. Un progetto che, insieme ad altri, testimonia come e quanto la riqualificazione dell’area stia continuando su ottime basi.

ABBIAMO CHIESTO A TOM FRANTZEN DA DOVE DERIVASSE IL NOME PATCH22:
“Ci sono 3 ragioni per il nome Patch22. La prima è che l’edificio è costruito sul lotto (=Patch) numero 22. La seconda è legata alla fase della gara d’appalto in cui abbiamo dovuto descrivere la nostra strategia di progetto. Abbiamo detto che l’ex area industriale era come un paio di jeans logori che avevano bisogno di essere riparati. Abbiamo fatto un collage di un paio di jeans sopra l’area, con il canale nello spazio tra le gambe. L’appezzamento n. 22 si trovava in corrispondenza delle ginocchia dei jeans. Così abbiamo proposto di riparare il lotto 22 con una toppa (=Patch), che è quello che si fa normalmente con un paio di jeans quando si riparano le ginocchia (che a dire il vero è un’immagine terribilmente fuori moda, oggi le ginocchia devono essere aperte e consumate!). Terzo: Patch22 ricorda Catch22, che ha un significato leggermente negativo nella lingua inglese, ricorda un circolo vizioso. Nella sostenibilità un ciclo chiuso è positivo, quindi abbiamo dato una svolta al riferimento a Catch22 chiamando l’edificio Patch22”.

STRUTTURA E RIVESTIMENTO
Il piano terra è uno spazio a doppia altezza con pilastri inclinati (a forma di grandi V) in calcestruzzo armato: tali pilastri restano a vista anche all’esterno in quanto il piano terra è totalmente vetrato. La struttura portante dei sei piani superiori è realizzata con pilastri in legno lamellare (di dimensioni ragguardevoli, posizionati appena dentro le due facciate vetrate), pareti in X-Lam (sui lati est e ovest) e travi in legno lamellare. Il sistema prefabbricato dei solai intermedi è costituito da una soletta in calcestruzzo collaborante con travi d’acciaio superiori a essa: le travi IPE sono dotate di fori sull’anima che consentono il passaggio delle canalizzazioni impiantistiche (condotti per le fognature, l’acqua, il gas, l’elettricità, il riscaldamento/raffreddamento ecc.). La soletta di calcestruzzo costituisce l’intradosso del soffitto della stanza sottostante. Il volume dell’edificio è stato modellato come se il vento avesse fatto ruotare i piani l’uno rispetto all’altro, uno in avanti e uno indietro. In pianta i piani risultano come dei parallelogrammi con questo leggero ma ben visibile disassamento in corrispondenza degli angoli. In un sondaggio post-vendita gli acquirenti hanno dichiarato che l’aspetto iconico dell’esterno in combinazione con gli interni al rustico completamente flessibili sono stati due elementi di attrazione e la loro ragione principale per correre il rischio di trasferirsi in un’area industriale non ancora sviluppata ad Amsterdam Nord nel bel mezzo di una crisi finanziaria. Le logge, che corrono lungo tutta la facciata, hanno dimensioni significative, inoltre una vetrata a pannelli mobili (sopra il livello del parapetto) consente di isolare i balconi dall’esterno: nel prospetto nord garantisce una separazione acustica in quanto fronteggiano un’area dove sono ancora presenti molte industrie; nel prospetto sud è una protezione dal sempre presente vento meridionale. Le facciate sud-est e nord-ovest sono caratterizzate da un rivestimento a listoni verticali in legno: quella nord-ovest è ritmata, piano per piano, da serramenti alti e stretti.

FLESSIBILITÀ
I 5.400 mq del Patch22 possono essere convertiti da spazio commerciale a residenziale e viceversa senza che sia necessario apportare modifiche alla struttura. I piani possono essere utilizzati come grandi loft fino a 540 mq oppure fino a otto appartamenti più piccoli oppure come uffici open space che coprono l’intero piano e tutto ciò grazie alla mancanza di pareti divisorie strutturali, all’altezza generosa dei piani (interpiano di 4 m con altezza netta di 3,5 m), agli elevati sovraccarichi (4 kN/mq) con i quali è stato dimensionato il solaio, all’applicazione delle norme sulle vie di fuga valide sia per abitazioni che per uffici. Le dimensioni delle unità immobiliari possono essere variate con una certa facilità: gli appartamenti possono essere suddivisi o uniti, e la divisione in appartamenti rimarrà adattabile in futuro. Gli appartamenti stessi offrono una elevata flessibilità di distribuzione interna perché gli occupanti sono in grado di installare le tubazioni e il cablaggio secondo le proprie esigenze sfruttando lo spessore cavo nei pavimenti: superiormente alle canalizzazioni vi è solo uno strato di 70 mm di massetto con riscaldamento a pavimento che è molto facile da rimuovere e da richiudere, il che lo rende un sistema economicamente competitivo. Lo studio di progettazione ha assistito tutti i proprietari nel processo di completamento delle loro case: alcuni hanno proposto i loro architetti d’interni, altri non hanno usato altro che carta da disegno e matita. Quando i layout architettonici sono stati delineati, sono stati convertiti nei disegni operativi, in modo che tutti gli impianti idraulici ed elettrici potessero essere installati nei pavimenti durante la fase di costruzione dall’appaltatore generale. Dopo l’ultimazione dell’involucro i proprietari hanno potuto iniziare le opere con i loro appaltatori privati o anche da soli (nella logica del do it yourself).

SOSTENIBILITÀ
Patch22 è il risultato di un’innovativa gara d’appalto: nel 2009 Lemniskade Projects ha vinto il Sustainability Tender Amsterdam Buiksloterham con la proposta Patch22. La procedura di gara è stata innovativa perché le proposte sono state giudicate in base agli aspetti di sostenibilità. In Patch22 la “sostenibilità” si ottiene attraverso l’efficienza energetica, l’uso di materiali rinnovabili e una grande flessibilità nella disposizione delle planimetrie interne. Il tetto è interamente coperto da pannelli fotovoltaici, rendendo l’edificio energeticamente neutro. L’acqua piovana viene raccolta e riutilizzata nel sistema idrico. Il calore viene generato utilizzando stufe a pellet a CO2 neutro che utilizzano come combustibile gli scarti pressati dell’industria del legno. Le logge, che misurano 2,7x9 m e possono essere chiuse se il meteo lo richiede, vengono utilizzate per riscaldare l’aria di ventilazione in modo naturale prima di scambiare il calore con gli ambienti climatizzati, rendendo le unità di recupero del calore della VMC, collocate nei solai superiori delle logge, ancora più efficienti. L’edificio utilizza il legno, un materiale rinnovabile, per la struttura e per il rivestimento della facciata. Secondo la filosofia Cradle to Cradle è giusto utilizzare in modo cospicuo un materiale quando la natura lo produce in continuazione: si consideri che l’uso abbondante di legno aiuta a immagazzinare quanta più CO2 possibile nella struttura dell’edificio. Il problema della resistenza al fuoco, che ovviamente si pone quando si costruisce un fabbricato multipiano in legno, è stato risolto considerando la sezione residua dopo incendio: le sezioni strutturali sono state dimensionate in modo che le capacità strutturali siano integre fino a 120 minuti di esposizione al fuoco. Con questo ispessimento delle sezioni è stato immaginabile lasciare a vista gli elementi portanti in legno, senza protezioni ulteriori. Altra attenzione, indispensabile per l’adozione di legno all’esterno, è stata posta allo studio di opportuni dettagli di protezione e allontanamento dell’acqua piovana.

Scheda progetto
Progettista: FRANTZEN et al architecten
Località: Amsterdam nord
Committente: Lemniskade Projecten
Project team FRANTZEN et al architecten: Tom Frantzen, Karel van Eijken, Laura Reinders
MEP consultant and building management: H2O Bouwmanagement
Additional MEP consultant: LBP | sight
Structural engineer: Pieters Bouwtechniek
Consultant fire resistance: BVej, De Bilt
Contractor: Hillen en Roosen
Subcontractor wood structure: KORLAM
Year design: 2010
Anno di completamento: 2016
Gross floor area: 5.209 mq
Lettable floor area: 4.295 mq
Costo dell'edificio: 6.300.000,00 euro
Costo dell'edificio per mq: 1.209,00 mq
Awards: 2018 winner of the ‘golden Pyramid’, the Dutch state prize awarded biennially for excellence in commissioning work in architecture, urban design, landscape architecture, infrastructure and physical planning; 2018 winner Dutch Sustainable Building award 2018, De Nederlandse Duurzaam Bouwen Award 2018; 2017 winner ‘WAN residential awards 2016’, WorldArchitectureNews.com; 2017 winner ‘Green Good Design Award’, The European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies and The Chicago Athenaeum: Museum of Architecture and Design
Photos: Luuk Kramer, Olivier Middendorp, Isabel Nabuurs, FRANTZEN et al

Arketipo 147, Processo, Maggio 2021