Ogni anno a Jinju, in Corea del Sud, a ottobre si tiene il Festival delle Lanterne: centinaia di piccole imbarcazioni illuminate commemorano coloro che hanno perso la vita durante la battaglia di Jinjuseong del 1592. A essere illuminato è il corso del Nam, fiume che attraversa la città e su cui si riflette anche lo storico Chokseok-ru, padiglione costruito nel 1365 e divenuto, nello scorrere del tempo, simbolo della città. Distrutto durante la guerra coreana negli anni Cinquanta, il padiglione è stato poi ricostruito nel 1960 e ha sempre avuto un ruolo importante in città, tanto da essere stato più volte proposto come candidato nella World Heritage List di UNESCO. Il progetto di JK-AR si inserisce in questo contesto e si presenta contemporaneamente come ‘omaggio’ alla storia di Jinju e come proposta evolutiva. Le tecniche di assemblaggio e i sistemi strutturali tradizionali sono infatti stati studiati e aggiornati dallo studio JKAR, fondato nel 2017 da Jae K. Kim come piattaforma di ricerca progettuale, e i sei pilastri della facciata del padiglione Chokseok-ru si ritrovano nel Pavilion of Floating Light come sei colonne ad albero. “Il progetto si propone come nuovo tipo di ‘-ru’, il tradizionale padiglione asiatico originariamente pensato come edificio a più livelli e con vista sulla città, dedicato all’intrattenimento privato o all’osservazione militare. Il progetto per il Pavilion of Floating Lights, però, intende convertire gli scopi tradizionali del ‘-ru’ e aprirsi a funzioni pubbliche”, raccontano direttamente i progettisti di JK-AR.
La scelta di inserire sei ‘alberi’ strutturali all’interno del padiglione risponde, ancora una volta, a un messaggio simbolico: prima dell’attuale intensa urbanizzazione, la passeggiata a lato del fiume Nam era verde e lussureggiante, accompagnata da una fitta successione di foreste di bambù; ispirandosi a questa immagine del passato e alla memoria della città, i pilastri interni del padiglione vogliono suggerire al visitatore un’immersione nella foresta, un percorso fra gli alberi del passato. Per seguire lo stesso criterio, su tre dei quattro lati le facciate sono vetrate, in modo da sfumare il confine fra interni ed esterni e comunicare l’idea progettuale legata all’apertura verso la città. Dal punto di vista strutturale, l’intervento voleva evitare l’uso di viti e colle, per ridurre al minimo il numero di materiali coinvolti e ridare valore e luce all’artigianalità asiatica. “Storicamente, gli edifici coreani tradizionali in legno come i -ru sono stati costruiti quasi interamente senza viti, affidandosi a complesse tecniche di giunzione. Queste tecniche, come il dimezzamento a croce, i giunti a dado e la tassellatura, permettevano di creare connessioni sicure e durature tra gli elementi in legno. Per il nostro progetto ci siamo ispirati a questi metodi tradizionali e li abbiamo reimmaginati per la fabbricazione digitale. Utilizzando strumenti e tecniche di produzione moderni, siamo stati di raggiungere livelli simili di integrità strutturale ed estetica, incorporando al contempo elementi di design contemporaneo”, specifica Jisun Yoon.
Per rendere più efficiente il cantiere e ridurre i tempi di costruzione, sono dunque stati selezionati e assemblati elementi complessi in legno multistrato, prefabbricati usando macchine fresatrici a controllo numerico. L’applicazione di questa tecnologia ha permesso di seguire specifici disegni e di ottenere in tempo ridotti elementi complessi, con un margine di errore molto contenuto. JK-AR ha coinvolto anche i sistemi di Realtà Aumentata: “Considerando il carattere particolare dell’edificio, a volte può essere difficile per i carpentieri ottenere un quadro generale chiaro sul processo da seguire in cantiere, pur usando componenti etichettate e con successione numerata, dal momento che anche la sequenza di montaggio può influire sul risultato. L’uso della realtà aumentata per visualizzare le immagini ha consentito anche ai carpentieri non addetti alla progettazione di rivedere i passaggi e di comprendere meglio il progetto”.
CONTROLLO NUMERICO E REALTÀ AUMENTATA
Un omaggio alle costruzioni tradizionali del passato ma con uno sguardo verso il presente e il futuro: è con questa filosofia che JK-AR ha sviluppato il progetto per il Pavilion of Floating Lights. Nello specifico, i sei alberi/pilastri strutturali sono in legno multistrato e sono stati applicati sistemi di fresatura a controllo numerico per la realizzazione dei pannelli e, per la loro installazione, software per la Realtà Aumentata. Le chiome dei sei alberi sono costituite da rami assemblate a croce, come nelle costruzioni storiche in legno, i rami sono collegati senza collanti o viti ma, a differenza degli edifici del passato, sono realizzati in legno multistrato e sono stati prefabbricati. “Nella costruzione in loco dei complessi sostegni dell’albero, un software di realtà aumentata ha mostrato agli artigiani quale fosse l’elemento successivo da collocare e in quale posizione, in modo da ridurre il margine di errore e semplificare il processo”, raccontano i progettisti dello studio JK-AR. Come essenze, il progetto ha previsto l’uso di multistrato di betulla per la parte strutturale, rivestimenti interni in quercia, cedro per il deck esterno e pino (Southern Yellow Pine) per il rivestimento esterno. La piattaforma è in calcestruzzo armato e la copertura è rivestita in alluminio. Per quanto riguarda il cantiere, racconta il processo direttamente Jisun Yoon: “la costruzione del Padiglione è durata complessivamente dieci mesi, con la struttura in legno che ha richiesto circa un mese per essere completata. Data la natura innovativa del nostro sistema strutturale, abbiamo ritenuto essenziale impegnarci a fondo sia nella fabbricazione che nella costruzione. Invece di affidarci esclusivamente ad artigiani locali, abbiamo adottato un approccio più moderno, lavorando come una squadra di artigiani specializzati. Questo coinvolgimento diretto ci ha permesso di mantenere un rigoroso controllo di qualità e di garantire che la nostra visione progettuale venisse eseguita fedelmente”.
Scheda progetto
Client: City of Jinju
Total floor area: 119.19 m2
Building area: 109.98 m2
Site area: 268,212.00 m2
Cost: 900,000 euro
Principal architects: Jae K. Kim, Jisun Yoon, Na Young Jung, Gyu Tae Kim
Structural engineering: Hwan Structure
Contractor: Daejo construction
Building services engineering: Yousung Total Engineering
Climate concept: Haega Passive Architects
Photos: Rohspace