residenze unifamiliari – Gaetano Pesce descrive così il suo progetto del "Pescetrullo" di Ostuni.

Non è sorprendente che l'odierna espressione architettonica non abbia ancora approfittato di quanto accaduto nella cultura durante gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso? La Pop Art, la poesia "ordinaria" di Bukowski, la Beat Generation, la musica Pop e Rock sono ormai passate, stanno sugli scaffali della storia e cominciano a coprirsi di polvere, senza che l'architettura ne abbia mai tenuto conto. All'opposto essa rimane protestante, purista, formale, vagamente totalitaria; nipote del Movimento Moderno continua con i suoi autori a ignorare tutto quello che potrebbe guarirla dall'anemia che la colpisce e che la fa essere noiosa, ripetitiva, glaciale e senza amore.

Quando l'architettura sarà serena, pluralista e capace di raccontare i luoghi e le loro culture? La Casa Ritratto di Ostuni cerca di recuperare un po' di ritardo e, senza prendersi troppo sul serio, esprime semplici frasi contemporanee, sia come linguaggio sia per la tecnica e il materiale impiegati. Il primo usa l'immagine invece che la geometria astratta usata da quasi tutti gli studi di architettura del globo.

La tecnica e la materia consistono nello spruzzare il poliuretano rigido su dei volumi grezzi di legno. I bagni, sempre in legno, sono coperti di specchio, materiale simbolo della cura del corpo, e riflettono la campagna di ulivi circostante.

Nell'insieme, la casa è forse il ritratto della coppia veneziana che mi ha commissionato questo progetto e vuole ricordare le loro sembianze.

Gaetano Pesce, Giugno 2008