Il workshop, a cura di Mario Lupano, Marco Navarra e Alessandro Rocca, ha proposto quest'anno il tema "BUILDING TEXTURE". Un campo di esplorazione nel quale si
sono intrecciate e si sovrapposte pratiche diverse: da quelle dell'architettura a quelle della moda e dell'arte contemporanea, fino a coinvolgere le forme della scrittura e
della narrazione. Molteplici i laboratori ai quali hanno preso parte studenti e neolaureati delle facoltà di architettura, agraria, delle accademie di belle arti e dei DAMS, con
l'obiettivo di ricercare contaminazioni e interferenze fra il paesaggio naturale e l'ambiente costruito.
Il Parco Lineare tra Caltagirone e Piazza Armerina è tornato a vivere, come ogni primavera ormai da cinque anni. Dal 5 al 10 maggio 2009 ha ospitato la quinta edizione
del PICNIC AL TEMPIO, il workshop di progetto e costruzione istantanea ideato e prodotto da NOWAlab. Il tema di quest'anno è BUILDING TEXTURE, e allude a un
campo di esplorazione nel quale si intrecciano e si sovrappongono pratiche diverse: da quelle dell'architettura a quelle della moda e dell'arte contemporanea, fino a
coinvolgere le forme della scrittura e della narrazione. Le attività di costruzione sul campo sono state organizzate in laboratori condotti da esperti provenienti da diversi
ambiti della progettazione. A questi si sono integrati gli atelier paralleli guidati da specialisti della comunicazione che si sono occupati di raccontare il workshop
attraverso la scrittura, la grafica e il Web, il video e la fotografia. Le occasioni dei pasti sono state progettate e gestite da un atelier di food design.
Dodici i laboratori, guidati da altrettanti tutor: PicArt (Alterazioni video, Milano-New York), PicObject (Matteo Mocchi, Luca Poncellini, NABA, Milano), PicClothes (Silvio
Betterelli, Università IUAV di Venezia), PicFood (Arabeschi di Latte, Firenze), PicGarden (Giovanni Corbellini, Università di Trieste), PicJunior (Valentina Bergonzoni,
Fondazione Villa Ghigi, Bologna), PicLight (Emanuela Di Grazia, Politecnico di Torino), PicMovie (Pierluigi Anselmi, NABA, Milano), PicPapers (Angelo Flaccavento,
Ragusa-Milano), PicScape (Stefan Tischer, Università di Sassari; Elena Vincenzi, Fondazione Villa Ghigi, Bologna), PicShot (Andrea Botto, Rapallo), PicTecture (Marco
Zaccara, 2012Architecten, Rotterdam). Insieme ai tutor e agli studenti, il workshop ha accolto ospiti e critici illustri, fra i quali Marco De Michelis, Maria Luisa Frisa, Luca
Molinari, Stefano Mirti, Simone Muscolino.
L'elemento portante del workshop è il Parco Lineare. Attorno al suo cuore si svolgono tutte le attività. Il progetto per il Parco Lineare ha una storia lunga e significativa che
prende le mosse quando il suo autore, Marco Navarra, comincia a intuire che una vecchia strada ferrata in disuso, situata nel cuore della Sicilia, potrebbe tornare a vivere
con una funzione alternativa. L'idea è realizzare un percorso di collegamento pedonale e ciclabile lungo l'originario percorso ferroviario e di trasformare le case cantoniera
e i fabbricati abbandonati in luoghi per la sosta, ambienti nei quali organizzare eventi durante l'anno. Si definisce così una nuova infrastruttura leggera che mette in rete le
risorse del territorio. Il Parco Lineare viene inaugurato nel 2001. Da quel momento ha ricevuto diversi premi e segnalazioni, in ambito nazionale e internazionale: nel 2003
è fra le quaranta opere finaliste del premio Mies van der Rohe, nello stesso anno Marco Navarra riceve la Medaglia d'Oro all'opera prima per l'Architettura Italiana della
Triennale di Milano proprio con il progetto del Parco Lineare, nel 2006 è finalista all'European Prize for Urban Public Space a Barcellona e vincitore del premio Gubbio
dell'ANCE. Verrà prodotto il volume per i tipi di Biblioteca del Cenide "IN WALKABOUT CITY. Il paesaggio riscritto. Un parco lineare tra Caltagirone e Piazza Armerina".
Verrà segnalato anche dalle più accreditate guide turistiche come percorso ciclabile alternativo.
Tuttavia negli anni il Parco Lineare ha dovuto fare i conti con la natura, rigogliosa in quella zona della Sicilia, che da un anno all'altro, andava progressivamente a
rimpossessarsi dell'area di progetto. Anche da qui la determinazione del suo autore a impegnarsi perché il suo progetto non fosse inghiottito dal paesaggio piuttosto
costruisse dialoghi e nuove occasioni di interazione con esso. E l'occasione diventa il PICNIC, che ogni anno produce scenari diversi lungo il Parco Lineare rendendolo
partecipe di attività umane finalizzate a produrre una straordinaria sintesi fra paesaggio naturale e ambiente costruito. L'architettura cerca contaminazioni con la natura, la
asseconda ma al tempo stesso la indirizza affinché il progetto per il Parco Lineare continui a vivere e a costituire un punto di attrazione in una zona della Sicilia di aperta
campagna, lontana dai principali centri cittadini.
La scorsa edizione si è conclusa con la produzione di un album concepito come un corriere istantaneo pubblicato da LetteraVentidue, Il Corriere del Pic, in cui si
raccontano i risultati dei vari laboratori. Alessandro Rocca, allora curatore del PICNIC insieme a Marco Navarra, scriveva: "L'obiettivo è che l'album di Costruire Naturale,
pur nella sua leggerezza di pubblicazione (quasi) istantanea, resti come una documentazione espressiva ed efficace di un picnic siciliano molto veloce e molto intenso,
pieno di fatti, di persone e di immagini da non dimenticare."
ABSOLUTE TEXTURE di Alessandro Rocca
"Dal paesaggio al corpo. Membrane, tessiture, tessuti, intrecci, sistemi superficiali, reticoli, maglie, griglie, stuoie e grovigli: COSTRUIRE TEXTURE accende questa
serie di associazioni tecniche che convergono e si incontrano attorno all'idea della trama come modalità specifica, precisa eppure amplissima, del fare.
Un workshop multimediale per costruire oggetti, strutture, tessuti -ma anche immagini, racconti, installazioni ed eventi- a partire dal gesto antico e fondativo
dell'intrecciare, del filare, del tessere. Intorno a TEXTURE si raccoglie un arcipelago di parole e idee importanti, parole chiave che servono a esprimere concetti complicati
e a renderli accessibili alla cultura e alla pratica del progetto. Per esempio: 'trama', che si riferisce ad una regola, un codice, un principio morfologico e compositivo che
forma lo sfondo unitario su cui si dispongono entità diverse: trama del paesaggio, trama del mondo. Ma trama, e la coincidenza è bella e significativa, funziona non solo
nello spazio ma anche nel tempo, e allora vuol dire storia, intreccio (ancora la metafora tessile) narrativo.
Dall'inglese TEXTURE si traduce con Trama, che, trasferita sul piano narrativo, si ritraduce in Plot (in inglese). Trama come sequenza di fatti, di idee, e di oggetti e quindi
display, sistema espositivo non selettivo, elenco, progressione strutturale su cui poggia e si sviluppa la narrazione e/o l'esposizione. Trama è anche il datascape -azioni,
eventi, propositi- celato alla vista, occulto, segreto. In questa accezione trama è sinonimo di complotto, è il progetto nascosto che mira a sovvertire l'ordine visibile ed
evidente, è la rete (ancora il tessile) che unisce i congiurati, gli affiliati, quelli che sono d'accordo nel progettare e perseguire strategie e obiettivi restando nell'ombra.
Superficie e struttura, colore e luce, peso e resistenza, storia e tecnica: elementi e dati che si incrociano a definire il carattere, le qualità e le prestazioni di una tessitura.
L'intreccio è alla base della produzione tessile, ma non solo. Tessitura, testura, texture, è la pelle delle cose, il film che le avvolge e le definisce, la superficie sottilissima
o spessa, resistente o fragile, che si moltiplica in una miriade di elementi minori avvolti, intrecciati, legati uno all'altro a formare un'epidermide unitaria. La tessitura
ingloba e congiunge elementi singoli: elementi tutti uguali, nella tessitura semplice, oppure diversi, alternati secondo regole precise, oppure in modo caotico, per ottenere
qualità ed effetti specifici, per formare parti più resistenti o disegni, trame regolari semplici o complesse, per avere effetti di trasparenza o di impenetrabilità, di freddo o di
calore, di leggero o pesante.
In architettura, e nelle innumerevoli applicazioni del design (fashion, body, food, furniture), la tessitura partecipa da protagonista al mondo in 2D delle superfici. La texture
si pone prima e oltre il disegno, come premessa e complemento del progetto; è un dato acquisito, un processo automatizzato, un software che costruisce forma e
raggiunge risultati diversi in funzione dei materiali, delle dimensioni, dei contesti. La texture si pone perciò come un'energia propria che, nel process design, agisce come
un generatore che avvolge e sfiora, che completa o decostruisce, che integra e nasconde. Strumento raffinato e potente, la texture, che solitamente risulta come
elemento necessario ma collaterale e complementare, può balzare in primo piano, può espandersi e soffocare la forma, il concept e la funzione, può dilagare e piegarsi,
adattarsi con virtuosismo a tutte le condizioni, alle caratteristiche dei materiali, alle esigenze d'uso. La texture oscilla sempre nello spazio ambiguo compreso tra le due
e le tre dimensioni. Quando si dilata, si trasforma in telaio, in sistema portante; quando si riduce, diventa pelle, ruga, incisione, iscrizione, scrittura. I laboratori del
workshop lavoreranno all'interno di questi parametri, registrando con l'immaginazione e la realizzazione istantanea le potenzialità creative ed espressive del “Costruire
TEXTURE”.
I LABORATORI
PicArt> Alterazioni video_Milano-NewYork (tutor)
Eventi, allestimenti, contraddizioni e interferenze: un progetto di narrazione contaminata nel paesaggio della valle del Tempio
PicClothes> Silvio Betterelli_IUAV, Venezia (tutor)
Realizzazione istantanea di abiti, tessiture e complementi di abbigliamento, nell'intreccio, inestricabile e spiazzante, tra corpo e paesaggio
PicFood> Arabeschi di Latte_Firenze (tutor)
Il cibo come arte dell'attesa, del consumo e della condivisione. Cucina di tessitura, ricami e arabeschi per esperimenti e sorprese quotidiane
PicGarden> Giovanni Corbellini_Facoltà di Architettura di Trieste (tutor)
Accelerazioni e compressioni spazio-temporali per la realizzazione di instant-garden impossibili, micro giardini che sono luoghi di ascolto, di rappresentazione e di
negazione del paesaggio
PicJunior> Valentina Bergonzoni_Fondazione villa Ghigi, Bologna (tutor)
Attività ludico-formativa per i bimbi delle scuole di San Michele di Ganzaria, un esperimento di sovrapposizione e intreccio tra le culture, le curiosità e le aspirazioni di età
diverse
PicLight> Emanuela Di Grazia_Politecnico di Torino (tutor)
Estratti di luce mattiniera, pomeridiana, crepuscolare e notturna per illuminare il picnic di luce nuova, per fare tessuti di luce
PicMovie> Pierluigi Anselmi_Naba, Milano (tutor)
Produzione di texture visiva, filmica, narrativa, cine-verità col trucco, docu-fiction che fa da cassa di risonanza e contrappunto al mondo reale/fittizio del workshop
PicObject> Matteo Mocchi, Luca Poncellini_Naba, Milano (tutor)
Design e manipolazione istantanea di arredi, luoghi, segni e gadget per impadronirsi e utilizzare, senza riserve, reperti, luoghi, oggetti e angoli dimenticati della valle del
Tempio
PicPapers> Angelo Flaccavento_Ragusa-Milano (tutor)
Elaborazione sincronica di un resoconto predittivo, precursione dei fatti a venire, cronaca operativa del workshop attraverso elementi narrativi discontinui, moduli poetici e
pratiche giornalistiche assortite
PicShot> Andrea Botto_Rapallo (tutor)
Archivio accelerato del non detto e del non fatto, reportage delle opere costruite, fotocronaca filtrata della matassa di relazioni, gesti e costrutti raccolti e selezionati nella
foll(i)a del workshop.
PicScape> Stefan Tischer_Università di Sassari (tutor) ed Elena Vincenzi_Fondazione villa Ghigi, Bologna (tutor)
Proliferazione nevrotica di paesaggi impossibili frustrati dalla incomparabile esistenza del paesaggio reale: una gita in Sicilia per andare dentro e oltre la Sicilia, un viaggio
manomesso, un progetto a ritroso cercando le tracce di un'archeologia futuribile
PicTecture> Marco Zaccara_2012 Architecten, Rotterdam (tutor)
Tessere pelli, tralicci, pareti e tappeti per loculi abitabili, capsule naturali, strutture aeree e panoramiche, terragne e segrete per una terapia in situ: inoculare nella valle
del Tempio il virus dell'architettura istantanea.