Il vento sta girando nel settore delle pietre: oltre metà dei consumi mondiali dei prodotti lapidei riguarda materiali estratti in paesi diversi da quelli dove sono poi destinati. Negli ultimi decenni solo i materiali di pregio riuscivano a sconfinare dal mercato locale, ma ora l'eccezione sta diventando la regola.
La battaglia con i paesi emergenti
La grande battaglia produttiva e commerciale delle nuove realtà in via di sviluppo, che ha visto un'affermazione davvero impetuosa di Cina, India, Turchia e Brasile, ha dovuto confrontarsi con la linea difensiva dei paesi occidentali, che puntano sulle pietre locali a scapito delle importazioni. Questa tendenza è tuttora in evoluzione, perché deve fare i conti con le forniture a basso costo, e con l'ovvio interesse degli acquirenti e installatori. In diversi casi, però, le commesse affidate alla produzione estera più competitiva, in primo luogo quella cinese, non hanno dato risultati ottimali.
La valorizzazione delle risorse locali, non esclude la priorità funzionale e decorativa di tanti materiali esclusivi, ormai affermati nella grande distribuzione di settore. Tuttavia, il richiamo alla politica di sviluppo dei prodotti domestici possiede molti argomenti validi, soprattutto quando riguarda le commesse pubbliche e quando l'offerta estera si presenta poco competitiva.
Il ruolo italiano
L'Italia possiede un ventaglio produttivo assai diffuso sul territorio, ed ampiamente sperimentato: i marmi delle Alpi Apuane, le ardesie e le arenarie liguri, i silicei del Piemonte, i colorati in Lombardia e Veneto, il porfido del Trentino, il travertino ed il peperino nel Lazio, i calcarei pugliesi, il basalto dell'Etna, il perlato di Sicilia, i graniti sardi. In quasi tutti i comprensori esistono tradizioni estrattive e trasformatrici di tutto rispetto: pensiamo ai serpentini della Valtellina, alle pietre del Friuli, del Carso e dell'Istria, alla trachite degli Euganei, alle diverse varietà di pietra dell'Appennino, ai marmi di Coreno.
Tutti questi materiali hanno avuto un ruolo spesso fondamentale nell'architettura, nell'edilizia e nella scultura. Si tratta, ora, di tutelarne l'immagine e le referenze tecnologiche, e di svilupparne l'impiego locale in conformità alle tradizioni e contemporaneamente alle economie di scala.