In cantiere – Il nuovo plesso scolastico della città romagnola opera dello studio Giancarlo De Carlo e Associati

Ravenna è una città in crescita che necessita, pertanto, di un'integrazione nella disponibilità dei servizi per la cittadinanza. L'edificio in oggetto è collocato nella periferia
del capoluogo e costituisce un intervento orientato al miglioramento e alla qualificazione di nuove realtà urbane da affiancare al centro storico.
Il progetto è stato selezionato mediante un concorso internazionale, bandito dal Comune di Ravenna. La realizzazione è stata finanziata dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
L'intero processo, dall'inizio della progettazione al completamento dell'esecuzione, è stato portato a termine in cinque anni.
La configurazione degli spazi nasce dal confronto-incontro della conoscenza architettonica e pedagogica. La distribuzione e le scelte tecnologiche sono state effettuate
in rapporto agli obiettivi formativi dei bambini e al comfort di tutti gli utenti (bambini, operatori, insegnanti e genitori).
Il plesso scolastico sorge in un'area sostanzialmente rurale ed è costituito da due corpi principali a un solo piano, destinati ad asilo nido e a scuola materna.
Le due strutture sono collegate, sul lato ovest, da un corridoio vetrato nel quale sono collocati gli accessi principali. Elementi distintivi e caratteristici del progetto sono
l'esplicita permeazione visiva e fisica tra interno ed esterno, la copertura, studiata nella sua sinuosità per potersi adattare alla diversità dimensionale degli spazi interni a
seconda della destinazione d'uso, e la qualità degli spazi.
L'edificio può essere raggiunto in automobile o a piedi attraverso una strada sul lato ovest oppure, da nord-est, tramite un percorso pedonale segnato da un pergolato e
da un piccolo ponte pedonale che attraversa il canale del Lama (collegando l'edificio con gli uffici in costruzione).

FASI DI CANTIERE
1. Opere preliminari e strutture di fondazione
Completate le opere preliminari di allestimento del cantiere (recinzioni e accessi, installazione della gru ecc.), si è proceduto con lo scorticamento del terreno vegetale
per la preparazione del piano di posa dei rilevati. Eseguito lo scavo, il piano di posa delle fondazioni è stato raggiunto con uno strato di sabbiella compattata e rullata a
strati non superiori a 20 cm e i magroni. La soluzione strutturale ha previsto la realizzazione di fondazioni superficiali a platea, anziché soluzioni puntuali.

2. Murature portanti
La struttura in elevazione è costituita principalmente da muratura di blocchi di laterizio semipieni innestati su un cordolo di cemento armato. L'edificio è in zona sismica e
i setti hanno altezza variabile fino a oltre 5 metri. Durante l'esecuzione delle pareti, come prevede una muratura portante di blocchi armati, sono stati inseriti ferri
d'armatura (spinati sul cordolo di fondazione) per la realizzazione di irrigidimenti verticali e orizzontali, completati superiormente con una correa di cemento armato.

3. Vespai aerati e strutture in elevazione
Il vespaio aerato, richiesto dal regolamento di igiene, è stato realizzato con elementi plastici con funzione di cassero a perdere per il getto di calcestruzzo (altezza
vespaio 50 cm). Gli elementi di sostegno puntuali della struttura di copertura, interni ed esterni, sono stati realizzati con pilastri di acciaio (Fe 430B UNI EN-10025,
sezione circolare diametro 245 mm, sp. 6,3 mm) incastrati al piede. La protezione al fuoco della carpenteria metallica a vista è stata realizzata con uno strato di vernice
intumescente.

4. Struttura di copertura
Realizzazione della struttura della copertura di legno lamellare. La struttura viene vincolata alla muratura portante e ai pilastri di acciaio.
Finitura di alluminio fissato con doppia aggraffatura, passo 55 cm, sp. 7/10 mm. Composizione del pacchetto di copertura:
• Tavolato di legno, sp. 20 mm
• Barriera al vapore
• Strato assorbimento acustico di gomma, sp. 5 mm
• Pannello isolante in lana di roccia, sp. 10+5 cm
• Travetti di legno di abete 10x15 cm (interasse 100 cm)
• Tavolato di legno, sp. 20 mm
• Telo traspirante impermeabile all'acqua

5. Divisori interni e impianti
Le partizioni interne sono state realizzate con tramezzi di laterizio con mattoni forati, sp. 12 cm, legati con malta di cemento. Le pareti sono intonacate a gesso e
tinteggiate con idropittura emulsionata.
Il sistema di riscaldamento è costituito da pannelli radianti installati a pavimento e nei locali di servizio, quali bagni e corridoi, per mezzo di radiatori.
La fornitura di acqua calda sanitaria avviene tramite teleriscaldamento della centrale adiacente.
Installazione di pannelli fotovoltaici monocristallini (kWp 12,6 kW per una superficie pari a circa 100 m2). Non esistono pannelli solari e sistema di trattamento dell'aria.

6. Reti a soffitto e completamento copertura
In copertura, sopra allo strato di tenuta all'acqua, è stato posato lo strato di finitura di lastre piane di alluminio (larghezza 55 cm) con doppia aggraffatura, sp. 7/10. Sono
state realizzate tutte le lattonerie sempre di alluminio naturale, sp. 7/10. Le gronde e le converse non hanno terminale: l'acqua viene lasciata cadere con effetto cascata
contribuendo agli scopi pedagogici. L'acqua piovana confluisce in una vasca di raccolta utilizzata per l'irrigazione.
Prima della posa delle controsoffittature, vengono realizzate le distribuzioni a soffitto dell'impianto di illuminazione.

7. Facciate e finiture esterne
Tutte le facciate sono state completate esternamente con un rivestimento di mattoni faccia a vista di laterizio di colore tenue posati con malta cementizia grigio chiaro.
Una fascia di circa 2 m della muratura è stata realizzata con file di mattoni di uguale spessore posati a file alternate, con sporgenze di 2 cm. Lo zoccolo del rivestimento
esterno è realizzato con un elemento a sguscia prefabbricata di calcestruzzo bianco che raccorda la finitura alla pavimentazione esterna.

8. Rivestimenti interni
Realizzati gli strati di completamento degli elementi tecnici (sottofondi, isolamenti, massetti dei pannelli radianti, intonaci, ecc.), vengono posate le diverse finiture
previste per gli ambienti del complesso. Nelle sezioni e nei dormitori è stato posato un pavimento di legno massello di rovere presso-evaporato trattato con mordente
bianco e messo in opera ”flottante” con collegamento dei listoni mediante clips di acciaio armonico. Negli spazi di distribuzione, nelle “piazze” e negli atelier sono stati
scelti invece pavimenti di grés con decorazioni di ceramica smaltata. Nei patii è stata realizzata una pavimentazione di listoni di Ipelapacho trattato per esterni, mentre
per i percorsi pedonali sono state scelte piastrelle di roccia compattata in monostrato vulcanico.

9. Serramenti e opere da falegname
I serramenti esterni sono di alluminio con profilati tubolari estrusi in lega leggera di alluminio 6060 allo stato bonificato, a taglio termico (ottenuto con l'inserimento nei
profilati di listelli continui di poliammide rinforzato con fibre di vetro), complanare sul lato esterno e a sormonto sul lato interno.
I telai fissi hanno sezione 45 mm, mentre quelli mobili (per una maggiore resistenza alla pressione del vento) 52 mm. I serramenti sono provvisti di sistema a giunto
aperto con precamera di turbolenza, ricavata nel profilato e delimitata da una guarnizione arretrata, al fine di consentire il drenaggio controllato dell'acqua da infiltrazione o
da condensa attorno alle lastre di vetro. I vetri sono di tipo stratificato di sicurezza antisfondamento con camera d'aria (10,8-20-8,8, U = 1,4 W/m2K e Rw = 48 dB).

10. Infrastrutture stradali e sistemazioni esterne
Realizzazione della passerella pedonale di legno lamellare. Montaggio della struttura, delle finiture e delle tubazioni per la rete di teleriscaldamento a piè d'opera e
successivo posizionamento sulle spalle di cemento armato, nella sede definitiva, con autogrú.
Formazione della strada e dell'attraversamento carrabile del canale in elementi prefabbricati di c.a. precompresso per impalcati, Rck = 55 N/mm2, trefoli di acciaio,
calcolati per ponti di 2° categoria.
Realizzazione delle sistemazioni esterne (opere a verde e arredo esterno/giochi per i bambini).

STRUTTURE DI FONDAZIONE
Descrizione
La soluzione strutturale ha previsto la realizzazione di fondazioni superficiali a platea per la limitazione dei cedimenti differenziali e per le caratteristiche specifiche
dell'area (rischio idrogeologico). Le fondazioni e i cordoli di c.a. sono stati realizzati con calcestruzzo Rck =30 N/mm e armati con acciaio in barre Fe B44k ad aderenza
migliorata e controllati in stabilimento.

Soluzioni adottate
La soluzione adottata è stata una piastra di fondazione di spessore 40 cm. La platea continua è, infatti, la soluzione di fondazione superficiale che meglio si addice a
risolvere le condizioni specifiche del lotto e a limitare il rischio di cedimenti differenziali (rischio concreto, nonostante sia presente un solo piano fuori terra). Non sono
state adottate fondazioni puntuali, poiché gli strati superficiali di terreno non possedevano caratteristiche meccaniche adeguate se non a profondità elevata (20 metri).
I cordoli in corrispondenza del perimetro dell'edificio (valico interno-esterno) e del tracciato delle murature portanti sono stati realizzati in elevazione. I cordoli perimetrali
sono stati impermeabilizzati ed è stato realizzato un sistema di drenaggio al piede della fondazione.

Fasi
• Realizzazione dello scavo di scorticamento
• Raggiungimento del piano di posa delle fondazioni con strati di sabbiella compattata e rullata di spessore non superiore a 20 cm
• Realizzazione dello strato di magrone
• Tracciamento con strumenti ottici
• Posa delle casseforme di legno
• Realizzazione e posa delle gabbie d'armatura e degli spezzoni per la “legatura” delle pareti di Poroton ai cordoli di fondazione
• Posa di piastre e tirafondi per le strutture in elevazione
• Realizzazione del getto di calcestruzzo

MURATURE PERIMETRALI
Descrizione
Per l'intero complesso è stata adottata una soluzione massiva. La struttura portante dell'edificio è composta principalmente da muratura di Poroton armato; fanno
eccezione le grandi sale e i locali tecnici, che hanno strutture di calcestruzzo armato. La finitura esterna è stata realizzata con mattoni faccia a vista di tonalità terra
chiara. Nell'intercapedine tra le due murature si è posto in opera l'isolamento termico (e acustico) con pannelli di lana di roccia. L'elemento tecnico di chiusura ospita
anche un'intercapedine d'aria non ventilata di 2 cm.

Soluzioni adottate
L'esecuzione della muratura si è dimostrata particolarmente rapida, rispetto a soluzioni con struttura di calcestruzzo armato, poiché non necessita di casseri, eliminando
quindi tutti i tempi di armo e disarmo della parete.
I muri portanti, sia interni che esterni, sono realizzati con blocchi di spessori 38, 30 e 25 cm e resistenza caratteristica a compressione fbk di 250 kg/cm2, percentuale di
foratura non superiore al 45-55%, in grado di conferire prestazioni di resistenza caratteristica 80 Kg/cm2, conducibilità termica eq. 0,24÷0,26 W/m2K °C e abbattimento
acustico = 44,5÷46,5 dB.
La protezione della parete dall'acqua è stata realizzata mediante l'inserimento di uno strato di impermeabilizzante all'estradosso del cordolo di fondazione prima della
posa del corso di blocchi inferiore. Durante l'esecuzione della muratura si è provveduto a proteggere i blocchi con teli di plastica, al fine di evitare che i fori verticali si
riempissero d'acqua nel caso di precipitazioni atmosferiche. Sono stati realizzati, in relazione alla sismicità della zona, irrigidimenti verticali e orizzontali mediante
l'inserimento di barre d'armatura successivamente annegate con getto di malta.
Esternamente, si è posato uno strato di isolante e uno strato di finitura di mattoni faccia a vista.
La muratura esterna di finitura di mattoni faccia a vista, dalla quota di 40 cm a quella di 237 cm, presenta un'alternanza di corsi regolari e di corsi arretrati (2 cm). Il
raccordo alla base del muro è caratterizzato da un cordolo prefabbricato (con angolo arrotondato) di graniglia lavata a vista, di 22 cm, visibile per 16 cm. La muratura di
rivestimento è resa solidale alla muratura portante da staffe di ancoraggio messe in opera con una densità di una ogni metro quadro.

Fasi
• Realizzazione del cordolo di fondazione a chiusura del vespaio aerato
• Posa in opera dello strato impermeabilizzante all'estradosso del cordolo di fondazione
• Realizzazione della muratura in blocchi Poroton, degli irrigidimenti verticali/orizzontali e della correa di calcestruzzo armato all'estradosso della parete
• Posa in opera dell'isolante esterno di lana di roccia, sp. 4 cm
• Realizzazione dello strato di rivestimento esterno di mattoni faccia a vista (sp. 8,5/12 cm). Lo strato, vincolato con zanche alla parete portante, è stato mantenuto
staccato dal materiale coibente al fine di realizzare un'intercapedine ventilata
• Strato di rivestimento interno di intonaco

COPERTURA
Descrizione
Le coperture sono costituite da strutture di legno lamellare di due tipologie:
• travature in semplice appoggio su una o due campate nella maggior parte delle situazioni (aule, spazi di servizio ecc); le sezioni utilizzate hanno larghezza 16/18 cm
per un'altezza di 40/46 cm
• capriate a una campata con tirante metallico inferiore negli spazi di dimensione maggiore (le “piazze”)

Soluzioni adottate
Per facilitare la posa in opera e migliorare il risultato finale, sono state posizionate, in sommità ai muri portanti, delle travi di banchina di legno predisposte con gli
alloggiamenti per i travetti della copertura. Le travi di banchina, per ragioni di resistenza sismica, sono fissate (al cordolo di calcestruzzo) attraverso tasselli meccanici
inseriti negli alloggiamenti e in grado di assorbire lo sforzo di taglio sollecitante.
Nel caso delle travi appoggiate sui pilastri di acciaio, è stata adottata per il fissaggio sul cordolo di c.a. una piastra a cavalletto per permettere il montaggio dall'alto. I
correntini sono fissati alle travi principali con piastre a scomparsa o avvitati sopra di esse. Le travi in legno lamellare hanno sezione variabile da 16 a 18 cm di base e da
40 a 46 cm di altezza, mentre i correntini hanno sezione 12/29,7 cm.
Per i corpi con luci maggiori, è stata adottata una soluzione a capriata con tirante di acciaio nella parte inferiore e puntoni di legno lamellare. Per gli appoggi alla muratura
portante sono stati utilizzati degli elementi a T saldati alle contropiastre annegate nei cordoli di c.a. presenti nella muratura. Le travi (diverse per ogni asse) sono state
assemblate a piè d'opera e successivamente varate nella sede e imbullonate agli elementi a T. Infine, sono tesati i tiranti inferiori.
Il pacchetto caldo non ventilato, coperto da 4200 m2 di lamiera di alluminio fissata con doppia aggraffatura, è costituito da 9 differenti strati che conferiscono alla
copertura una discreta massa. Particolare interessante del procedimento è la posa di un doppio assito di legno su correntizi lignei. La posa, nei punti di minor raggio di
curvatura della copertura, ha implicato l'inumidimento dei pannelli stessi per poter garantire il fissaggio in forma.
Internamente, fra i correntini della struttura di copertura è stato realizzato un controsoffitto acustico di doghe (50 mm) fugate (20 mm) di legno di abete. Il controsoffitto è
stato prodotto in moduli pre-composti di 1x4 metri poi adattati e sagomati (seguendo la forma della copertura) in cantiere.

Fasi
Soluzione standard:
• Posa e fissaggio della trave di banchina
• Posa in opera del reticolo di travi principali
• Realizzazione del pacchetto di copertura
• Realizzazione controsoffitto
Soluzione per luci maggiori:
• Saldatura piastre di acciaio
• Montaggio a piè d'opera delle travi di legno
• Varo delle travi e posa definitiva
• Completamento carpenteria metallica
• Verniciatura intumescente per i componenti di acciaio
• Realizzazione controsoffitto

INFRASTRUTTURE STRADALI
Descrizione
Realizzazione della passerella pedonale di legno lamellare. Montaggio della struttura, delle finiture e delle tubazioni per la rete di teleriscaldamento a piè d'opera sulle
spalle di cemento armato e successivo posizionamento nella sede definitiva con autogrù.

Soluzioni adottate
La passerella ha una luce di circa 22 m e larghezza 2,5 m; si tratta di un sistema ad arco spingente con travi di impalcato che fungono da catena, sorretta al centro da
due coppie di tiranti a “V” che riportano, tramite il traverso inferiore, il carico sulle briglie superiori.
Tale soluzione permette di non avere spinte laterali: la passerella è “semplicemente appoggiata” alle spalle di c.a.
Le connessioni tra gli elementi di legno lamellare sono state realizzate con piastre di acciaio in modo che gli elementi di legno restino distanziati l'uno dall'altro per
evitare ristagni d'acqua e quindi un rapido decadimento della durabilità della passerella.
Lo stacco della struttura sulle spalle laterali di c.a è stato realizzato con dei piedini metallici di sezione quadrata, inghisati a posizionamento della passerella avvenuto.
Il parapetto è stato realizzato con piatti metallici verticali, fissati alla struttura sottostante, e con moduli a barre di acciaio di completamento. Il piano di calpestio è in
doghe di legno di larice, fresate puntualmente in corrispondenza dei montanti del parapetto.
La passerella è stata pre-assemblata a piè d'opera e poi varata con una autogrú con tre bilancini nella sede definitiva. Il peso totale della passerella è di circa 230 q. La
soluzione del varo a prodotto finito ha agevolato e velocizzato l'intero processo.

Fasi
Soluzione per luci maggiori:
• montaggio, su strutture provvisorie, delle travi di impalcato
• posizionamento delle condotte
• montaggio dei traversi e staffaggio condotte (teleriscaldamento e adduzioni)
• posa in opera degli archi curvi e dei tiranti centrali
• completamento delle carpenterie
• opere di finitura (copertura, rivestimento, scossaline e parapetti)
• posa in opera dell'intera passerella
• allacciamento delle condotte

CANTIERE IN SICUREZZA
Controllo in quota

Testo di Roberto Nicolucci

La realizzazione di un'opera di ingegneria civile relativamente complessa, come quella del Polo Scolastico per l'infanzia di Ravenna, ha comportato, oltre che ovvie
difficoltà di tipo progettuale ed esecutivo, anche la necessità di porre una particolare attenzione alle problematiche relative alla gestione della sicurezza dei lavoratori in
cantiere. Tra le attività di maggior rilievo dal punto di vista della sicurezza, spiccavano quelle di montaggio delle travature portanti e delle pannellature di copertura
realizzate in legno lamellare

Il cantiere ha visto impegnate, in aggiunta all'impresa capofila, ben quaranta imprese che hanno partecipato all'esecuzione dell'opera nelle sue varie fasi.
Il progetto non comportava, dal punto di vista della sicurezza, problematiche tecniche fuori dall'ordinario; erano tuttavia presenti alcune specificità, per far fronte alle quali
era comunque necessario adottare accorgimenti particolari. Si possono annoverare:
- la necessità di realizzare una serie di dieci corpi di fabbrica inframezzati da patii, di limitato sviluppo verticale - mai oltre i 6 metri - ma caratterizzati da coperture
geometricamente complesse;
- la posa, in corrispondenza di un canale di scolo delle acque meteoriche (il Canale Lama, limitrofo al lotto di terreno su cui insiste la scuola, caratterizzato da larghezza
e profondità ragguardevoli), di una passerella di legno lamellare di oltre 22 metri di lunghezza e oltre 22 tonnellate di peso, la realizzazione di un ponte gettato in opera
(con le relative fondazioni e riprofilature degli argini);
- interventi nell'alveo del canale per la realizzazione di opere fognarie di notevole importanza, tra le quali la ricostruzione di un grande pozzetto di convogliamento dotato di
camera di ispezione per due valvole a clapet;
- la realizzazione di opere di urbanizzazione (viabilità, sottoservizi, illuminazione pubblica, parcheggi ecc.).
Già nelle fasi preliminari del progetto, si è deciso di adottare criteri di selezione e controllo delle imprese, per quanto attinente ai requisiti tecnico-professionali in materia
di salute e sicurezza dei lavoratori, che andassero oltre la semplice applicazione dei requisiti legislativi cogenti. Questa strategia è stata resa operativa coinvolgendo
immediatamente l'impresa affidataria durante un kick-off meeting dedicato.
Gli standard applicati, sia in fase di verifica preliminare delle imprese che, successivamente, durante la vera e propria esecuzione dell'opera, sono risultati, in linea
generale, più vicini a quelli che vengono applicati durante la realizzazione dei grandi impianti industriali, piuttosto che a quelli che abitualmente vengono adottati nella
realizzazione di opere di ingegneria civile.
Particolare severità è stata adottata nella verifica della formazione e dell'addestramento del personale che avrebbe dovuto operare in cantiere, richiedendo a ogni impresa,
solo per citare un esempio, la presenza continua di almeno due lavoratori addestrati al primo intervento antincendio e al primo soccorso sanitario; alle imprese che
avrebbero dovuto operare in prossimità del corso d'acqua - quindi con rischio di annegamento - o in ambienti confinati (ad esempio all'interno dell'esistente impianto
fognario) - quindi con potenziale pericolo di esposizione ad atmosfere tossiche (H2S) e sottossigenate e di intrappolamento - è stata richiesta la presenza continua di
personale addestrato al salvataggio; dove necessario, sono state, ovviamente, previste opportune procedure di monitoraggio ambientale, di inertizzazione e di bonifica,
nonché previsti i necessari presidi di emergenza (imbracature a triangolo con treppiede, autorespiratori ecc.).
Una particolare attenzione, durante tutto il periodo di durata del cantiere, è stata posta relativamente al mantenimento del massimo livello possibile di ordine e pulizia,
richiedendo (e ottenendo regolarmente) la continua rimozione dei materiali estranei dalle aree operative e il loro conferimento immediato nelle aree, già previste in fase di
progetto di cantiere, destinate al deposito temporaneo dei materiali di risulta.
Questo accorgimento è stato adottato ben sapendo che la presenza di materiali estranei nelle aree operative e nelle zone di transito è, nei cantieri, una delle prime cause
di infortunio per ferimenti, inciampi e scivolamenti: in questo modo, si è cercato di eliminare all'origine una possibile causa di infortunio, rendendo contestualmente più
agevoli e rapide le attività operative in corso.
Come criterio generale, è stata impostata una pianificazione delle attività lavorative che escludesse, o comunque limitasse al minimo indispensabile, le interferenze tra
attività incompatibili; ciò ha significato, in molti casi, dover adottare uno sfalsamento temporale o spaziale tra le attività svolte dalle diverse imprese, con evidente aggravio
di tempi e costi, ma con la garanzia di eliminare all'origine un'altra possibile causa di infortunio.
Altrettanta attenzione è stata posta, durante le fasi lavorative che si svolgevano in adiacenza alle aree pubbliche (una zona verde attraversata da una pista ciclabile) e alle
abitazioni private; per limitare la diffusione di polvere e rumore, sono state realizzate in più occasioni segregazioni fisiche adatte allo scopo; al fine di proteggere il traffico
sulla pista pedonaleciclabile e sulla pubblica via, sono state predisposte opportune barriere anticollisione e si è sempre provveduto alla segnalazione dei mezzi meccanici
in manovra; si è anche provveduto, durante alcune particolari fasi lavorative, alla pulizia continua del manto stradale in conseguenza degli inevitabili trascinamenti di
fanghiglia e inerti, provocati dai mezzi di cantiere, nonostante fosse stata predisposta una apposita piazzola di lavaggio dei mezzi in uscita, con acqua ad alta pressione. In alcune fasi del cantiere, si è anche dovuto effettuare un coordinamento supplementare tenendo conto delle attività e dei relativi flussi di traffico, originati da due cantieri
limitrofi.
Particolare severità è stata adottata per la realizzazione dei ponteggi a tubi e giunti e prefabbricati che, in ragione dell'elevato sviluppo lineare, della particolarità delle
coperture degli edifici ai quali erano asserviti e della necessità di sottoporli a continue modifiche, hanno costituito un tema alquanto delicato sia nella fase della
progettazione che dell'esecuzione e della successiva gestione. Il montaggio iniziale, le modifiche e le verifiche ordinarie e straordinarie, a seguito di eventi atmosferici
eccezionali, sono stati affidati a un contrattista specialista di provata esperienza.
Già nella fase iniziale di progettazione delle strutture temporanee, stante la notevole mole di lavoro da svolgersi in quota, è stata richiesta la predisposizione (e
successivamente il mantenimento in efficienza, in qualsiasi momento) di vie d'esodo che consentissero anche l'eventuale passaggio di barelle e di altre attrezzature di
soccorso.
Tra le attività di maggior rilievo dal punto di vista della sicurezza, sia in fase di progettazione che di esecuzione, spiccavano quelle di montaggio delle travature portanti e
delle pannellature di copertura realizzate in legno lamellare. Particolare attenzione è stata posta nello studio dei sistemi provvisionali di ritenuta per gli specialisti
impegnati nel montaggio della copertura - provvedendo contestualmente alla interdizione all'accesso nelle corrispondenti aree sottostanti - ove questi fossero stati
chiamati a operare in assenza di protezioni collettive (in alcuni casi necessariamente rimosse, in quanto interferenti con le operazioni di montaggio); in alcune fasi di
lavoro sono stati impiegati, al posto delle usuali life-line provvisionali, speciali carrelli scorrevoli agganciati alla graffatura della lamiera di copertura.
In ogni fase lavorativa è stato applicato il principio di effettuare a terra il maggior numero possibile di premontaggi, compatibilmente con la massima portata utile delle due
gru a torre di cantiere, al fine di ridurre al minimo le operazioni da svolgere in altezza.
La posizione ottimale delle due gru è stata individuata già in fase di progetto, predisponendo, altresì, un piano di sicurezza per la gestione delle interferenze tra i due
apparecchi di sollevamento, non essendo stato possibile in alcun modo evitare questa situazione.
Altri sollevamenti, effettuati fuori dal raggio d'azione o di portata delle due gru a torre, sono stati eseguiti con gru semoventi; per tutti i sollevamenti straordinari (travi del
ponte, passerella prefabbricata ecc.) si è provveduto a predisporre un piano di sollevamento specifico, verificare le certificazioni e i verbali di collaudo delle macchine, i
certificati di tutti gli accessori di sollevamento (funi, brache, ganci, maniglioni ecc.), nominare un responsabile unico del sollevamento e, in tutte le occasioni, effettuare un
briefing prima dell'inizio delle operazioni.
I lavori svolti nell'alveo del Canale Lama, durati diversi mesi, sono stati preceduti dallo studio dei più idonei sistemi di blindaggio dei fronti di scavo; le aree di lavoro
all'interno degli scavi sono sempre state servite da vie di transito che consentissero un agevole passaggio dei lavoratori e, contestualmente, fossero idonee al passaggio,
in caso di emergenza, delle necessarie attrezzature di soccorso.





Scheda progetto

Luogo: Ravenna

Progetto architettonico: Giancarlo De Carlo e Associati

Responsabile di progetto: Antonio Troisi

Committente: Comune di Ravenna

Progetto strutturale: Massimo Majowiecki con Marco Fabbri e Angela Fazioli

Progetto impiantistico: Manens Intertecnica srl con Giorgio Marchioretti

Progettazione giardini: Emanuele Bortolotti, AG&P srl

Direzione lavori: Antonio Troisi, MTA associati con Andrea Chiarolini

Direzione operativa strutture: Angela Fazioli

Direzione operativa impianti: Daniele Sartori

CSP: Maurizio Valzania

CSE: Roberto Nicolucci, Techno srl

Inizio lavori: 2006

Fine lavori: 2008

Importo contrattuale dei lavori: 6.596.000,00 euro di cui oneri per la sicurezza: 58.085,33 euro

Contractors

Impresa: Consorzio Ravennate delle Cooperative di Produzione e Lavoro, Ravenna

Opere edili e coordinamento: ITER Cooperativa Ravennate Interventi sul Territorio, Lugo (Ra)

Opere impiantistiche: SAITI snc, Alfonsine Elettra Impianti srl, Ravenna

Opere a verde: Ecolverde di Paolo e Gabriele Maccesi, Mezzano (Ra)

Suppliers

Strutture di legno: Holzbau AG spa, Bressanone (Bz)

Rivestimento di alluminio della copertura: PREFA, Bolzano e Steel Pool Cantieri srl, Bolzano

Mattoni faccia a vista: San Marco - Terreal Italia srl, Valenza (Al)

Pavimenti di legno: Junckers Industrier A/S, Danimarca

Pavimenti di grès: Casalgrande Padana, Reggio Emilia

Impianti radianti: Rehau

Arredi: ISAFF srl, Quattro Castella (Re)

Apparecchi illuminotecnica: ing. Castaldi Illuminazione, Milano