Gli interventi sul costruito, soprattutto in caso di ampliamenti significativi, sono sempre un banco di prova interessante per i progettisti: è necessario confrontarsi con l’esistente e con la futura relazione tra vecchio e nuovo. Il bando di gara per la realizzazione della Port House ad Anversa aveva un solo vincolo: la preesistente stazione dei pompieri (una replica architettonica di una residenza anseatica, con una forma rettangolare e un grande cortile centrale) doveva essere mantenuta; non c’erano invece imposizioni per quanto riguardava la localizzazione del volume annesso. L’intenzione del committente era quella di creare un quartier generale per l’autorità portuale raccogliendo in un solo luogo (sul molo Kattendijk, tra la città e il porto) l’intero staff di 500 dipendenti precedentemente suddivisi in diverse sedi sparse nella città. La rilevanza dell’intervento, oltre al significativo aumento di volume (la superficie è stata quasi raddoppiata), è commisurata all’importanza che assume l’autorità portuale del secondo maggiore scalo commerciale d’Europa: un porto che, coi suoi 12 km di docks, gestisce il 26% delle spedizioni europee via container, con un traffico annuale di 15.000 navi commerciali e 60.000 chiatte per i trasporti interni.
La proposta di Zaha Hadid Architects è stata folgorante: il volume aggiuntivo viene posizionato sopra l’ex stazione dei pompieri, ma non in appoggio su di essa, bensì sospeso su supporti puntuali. Vengono scelti forme e materiali dichiaratamente contemporanei, enfatizzando il risultato finale con uno notevole sbalzo (36 m nel punto più alto) che fa fluttuare il nuovo volume sopra il vecchio fabbricato, lasciando praticamente invariate le facciate in muratura preesistenti.

Nella forma che si libra nell’aria è possibile leggere una prua affilata, che punta verso il centro storico di Anversa, e una poppa, dal profilo più arrotondato, sul lato nord.
La “nave” è sostenuta da un gigantesco pilastro di calcestruzzo a sezione trapezoidale posto all’esterno dell’edificio esistente e da altri sostegni che salgono invece dalla corte centrale. Il progetto rende omaggio a un’altra caratteristica del luogo: Anversa è uno dei più importanti centri per il commercio mondiale dei diamanti e questo oggetto architettonico sembra proprio una pietra preziosa che rifrange e spezza la luce in mille direzioni, riflettendo la luce cangiante del giorno e i colori mutevoli del cielo, come fa l’acqua che lo circonda. L’effetto è raggiunto con una superficie totalmente vetrata ottenuta dalla combinazione di piccole sfaccettature triangolari posate con diverse inclinazioni. Dal lato sud, dove le singole cellule vanno a formare una superficie complanare, si assiste a una graduale transizione che porta, sul lato nord, a una superficie tridimensionale, completamente increspata, quasi a ricordare le onde del mare.
Seppur la maggior parte delle sfaccettature sia trasparente – consentendo viste panoramiche mozzafiato sul fiume Scheldt, sulla città e sul porto – un certo numero di moduli è opaco in modo da assicurare una sufficiente illuminazione naturale ma, al tempo stesso, controllare il carico solare a favore delle condizioni di comfort interno. Contemporaneamente, l’alternanza di pannellature di facciata trasparenti e opache consente di scomporre le notevoli dimensioni in gioco: la sagoma è lunga circa 100 m e larga fino a 25 m per una considerevole altezza di quattro piani. Il cortile della vecchia stazione dei pompieri è stato chiuso con una copertura vetrata (che consente la vista da sotto della “pancia” del volume soprastante) ed è stato trasformato nella reception principale della Port House. Da questo atrio baricentrico i visitatori possono accedere alla sala di lettura e alla biblioteca ricavate nella ex autorimessa dei camion, accuratamente conservata e restaurata. Ascensori panoramici, collocati nel perimetro del fabbricato in muratura, consentono la salita diretta ai piani superiori e al ponte esterno posizionato tra vecchio e nuovo: tale impalcato è, visivamente, un prolungamento orizzontale, senza soluzione né di continuità né interruzione di materiale, del grande pilastro cavo trapezoidale. Su questo ponte è possibile passeggiare lungo il perimetro, con una spettacolare vista a 360° sui dintorni.

In merito all’organizzazione degli spazi, le aree accessorie, quali il ristorante, le sale riunioni e l’auditorium, sono posizionati ai livelli inferiori del corpo vetrato, mentre i piani superiori sono occupati da uffici open space. Già in fase di gara era stata richiesta ai progettisti una particolare attenzione agli aspetti ambientali: grazie alla collaborazione con studi di consulenza specializzati, è stato sviluppato un progetto energeticamente efficiente che ha consentito di raggiungere il livello Very Good nel protocollo di valutazione ambientale BREEAM, nonostante la difficoltà di arrivare a simili risultati quando si interviene su una costruzione storica (per di più protetta). La complessità della geometria di partenza, l’arditezza strutturale e le perfomances attese hanno richiesto un approccio multidisciplinare da parte della squadra di progettazione e di costruzione. Siamo di fronte a un’opera in cui l’utilizzo di avanzati modelli BIM ha reso possibile lo sviluppo concreto dell’idea progettuale iniziale riuscendo a ottenere un forte esito architettonico coniugato all’indispensabile fattibilità costruttiva ed economica. La tecnica e le competenze professionali si stanno spingendo sempre più avanti, dando voce e materia anche ai concept architettonici più audaci, consentendo al porto di Anversa di avere il suo diamante.

INTEGRAZIONE STRUTTURALE
La mole “fluttuante” ha una struttura di acciaio torsionalmente rigida e in grado di essere sostenuta da appoggi puntuali ed eccentrici. Il peso complessivo della costruzione è pari approssimativamente a 1.500 t. La strategia strutturale di fondo prevede due componenti fondamentali: sul lato sud un pilastro di calcestruzzo armato con l’asse inclinato e con una sezione trapezoidale cava, sul lato nord, quattro pilastri di acciaio disposti come una graffetta aperta. In sommità alla “gamba” di calcestruzzo è posizionata una maglia di travi Vierendeel inclinata (profili saldati 1x1 m e flange con spessore da 50 a 100 mm) che connette il ponte panoramico alla soprastante fascia di calcestruzzo che lo copre ed è stata ingegnerizzata in modo che sia sufficientemente rigida da trasferire le spinte laterali del vento. Un ponte posto a un’altezza di 20,5 m da terra e su una luce di 32 m collega la gamba cementizia al nucleo di calcestruzzo interno all’atrio e funziona contemporaneamente come elemento resistente a trazione e come trave cava resistente a torsione. La trave di fondazione che passa sotto l’ala sud della stazione dei pompieri chiude l’equilibrio tra le forze orizzontali provenienti dal pilastro inclinato e quelle provenienti dal nucleo dei collegamenti verticali e dalle colonne inclinate di acciaio. Le quattro colonne di acciaio che perforano la copertura vetrata dell’atrio sono lunghe fino a 46 m. La loro posizione è stata scelta in modo da portare i carichi verticali (peso) e orizzontali (vento) alla fondazione in maniera ottimale. Il nuovo volume parte da un’altezza di 28 e sale fino a 44 m. L’ossatura di questa scatola è composta da una trave reticolare centrale e da due travi reticolari di facciata (peso della trave variabile fra tra 160 e 190 tonnellate). Le due travature di facciata si collegano con il piano della copertura e del solaio formando un rigido tubo cavo. Travature reticolari trasversali irrigidiscono questo tubo e sono disposte lungo il suo asse ma non alle sue estremità così da mantenere libere le facciate di testa.
Sul lato sud la facciata ha un’inclinazione notevole: il suo punto più alto esce a sbalzo 36 m rispetto all’impronta della gamba trapezoidale di calcestruzzo. L’intera orditura di acciaio è stata realizzata mediate l’assemblaggio di sei conci preassemblati in stabilimento, trasportati al cantiere via nave, sollevati in quota da una gru enorme e saldati tra di loro in opera. I quattro ascensori che portano alla sopraelevazione sono inseriti nella torre nell’ala sud ma sono strutturalmente appesi alla scatola di acciaio soprastante.

FACCIATA
Per tradurre in realtà la facciata della Port House è stata eseguita una dettagliata analisi della sua geometria per una approfondita conoscenza delle azioni dovute ai carichi agenti. Era importante investigare come le dimensioni dei triangoli e la griglia della facciata potessero essere standardizzate, con un conseguente contenimento delle spese di progettazione, produzione e costruzione, naturalmente senza perdere l’impressione di casualità voluta dal concept. Combinando i diversi requisiti richiesti al sistema di facciata (resistenza, peso, costo, livello di prefabbricazione, flessibilità), la scelta è caduta sull’adozione di telai di alluminio e la griglia di partenza è stata ampliata per permettere un’ottimizzazione dei costi. Il livello di prefabbricazione era un obiettivo fondamentale perché, come spesso accade, è determinante per garantire la qualità di esecuzione, rispettare i ristretti tempi di costruzione e restare nei limiti del budget.
La facciata è stata inserita in un modello BIM dal quale i molteplici tagli obliqui e le dimensioni dei pannelli vetrati sono stati facilmente dedotti. Lo studio di un modello visuale ha consentito di giudicare il reale effetto “specchio” e analizzare le connessioni e i giunti tra i diversi profili. Le prestazioni acustiche sono state controllate in laboratorio, mentre sono state valutate le caratteristiche di tenuta all’acqua, all’aria e al vento con un mock up: un test nella galleria del vento ha fornito l’esatto valore di pressione da considerare su un oggetto così complesso, valore essenziale per definire correttamente sia le parti vetrate che i telai. Questo mock up ha anche permesso di stabilire quanti punti di drenaggio dovessero essere inseriti, verificare il comportamento della facciata sottoposta a movimenti differenziali e capire come i moduli della facciata potessero essere maneggiati durante il cantiere.

Scheda progetto
Architectural design: Zaha Hadid Architects (ZHA) - Zaha Hadid and Patrik Schumacher
Ingegneria strutturale: Studieburo Mouton Bvba
Committente: Port of Antwerp
Total floor area: 20.800 mq
Localizzazione: Antwerp, Belgio
Direttore di progetto: Joris Pauwels
Architetto principale: Jinmi Lee
Gruppo di progetto: F. Goscheff, M. Noguero, K. Crolla, N. Fritz, S. Riess, M. Boselli, S. Lettau
Gruppo di concorso: K. Crolla, S. Delagrange, P. Flores, J. Araiza, S. Daniilidou, A. Schenker, E. Erlebacher, L. Aldihani
Architetto esecutivo e consulente costi: Bureau Bouwtechniek
Ingegneria impiantistica: Ingenium Nv
Ingegneria acustica: Daidalos Peutz
Consulente ristorazione: Origin
Antincendio: FPC
Impresa principale: Interbuild
Facciate: Groven+
Acciaio: Victor Buyck Steel Construction (VBSC)
Foyer e ponte: Scheuten
Facciata vetrata convessa: D&G
Facciate in metallo e vetro: Schüco profilesinstalled by Groven + Forster Jansen profiles installed by Scheuten
Tetto di PVC: product Renolit installed by Zolderse Dakprojecten
Vetrate: Main façade product Saint Gobain – Coolite KS147 installed by Groven+
Porte di acciaio: Jansen profiles installed by TMW
Porte di alluminio: Schüco ADS 65 placed by Acobo
Porte di legno: New and restored doors by Renotec
Porte scorrevoli di vetro: Profiles Record, installed by Scheuten
Serrature: Assa Abloy
Soffitti acustici: Lindner
Mobili su misura: Lacquered MDF
Pavimentazione resistente: Polyurethane liquid floor system by BASF Mastertop installed by Excellent Epoxyvloeren
Moquette: Desso Airmaster
Pavimento sopraelevato: Lindner
Illuminazione: Multiline LED, BEGA
Controllo luci: KNX
Ascensori: Mitsubishi and MP
Domotica: GBS by Siemens
Photos: Helene Binet, Tim Fisher, Hufton+Crow

Arketipo 110, Sbalzi, aprile 2017