Sarà Porta del Ticino - Urban Living Lab, il progetto elaborato da un team visionario composto da sa_partners, TAMassociati, Franco Giorgetta Architetto Paesaggista, la rotta da seguire per la futura pianificazione della grande area di circa 120.000 metri quadri bellinzonese.
Presentato dalle autorità alla cittadinanza a fine ottobre, il piano delinea lo sviluppo dell’ampia porzione di territorio urbano, oggi dominata dal grande insediamento industriale Officine Bellinzona, la più importante azienda dell'industria pesante di tutto il Cantone che per 130 anni ha rappresentato un motore economico per la città e che, entro pochi anni, sarà trasferito fuori dall’abitato.
Lo studio proposto (un Mandato di Studio Parallelo commissionato da Cantone, Comune e FFS-Ferrovie Svizzere, in competizione con altri 5 team internazionali) ha scandito l’insediamento ex Officine FFS in tre grandi fasce lungo l’asse longitudinale dell’area.
Al centro, l’impianto urbanistico elaborato è dominato dall’Almenda, un grande polmone verde pubblico, pensato sia come infrastruttura verde locale sia come elemento di compensazione (con 6,4 ha di superficie biotica e 3,2 ha di superficie agricola) del prossimo insediamento industriale fuori città. L’Almenda sarà il nuovo, potente segno urbanistico, terreno fertile di biodiversità e climatizzatore naturale dell’abitato ai cui lati si svilupperà l’insieme delle strutture a carattere insediativo. Costituirà inoltre la connessione visiva e ideale tra il Castello di Bellinzona (patrimonio Unesco) e la cosiddetta ‘Cattedrale’ (l’imponente edificio industriale in pietra, icona delle Officine), portatori di storia e identità della città.

Lungo i perimetri di quest’area ri-naturalizzata e delimitata da ampie alberature e verde verticale - in cui permangono la ferrovia e 3 edifici di valore storico - è previsto uno sviluppo edilizio concepito per blocchi autonomi, estremamente flessibili e in grado di rispondere alle esigenze di phasing e di scenari in divenire. Ne nascerà un ‘chilometro verde’, in simbiosi con la città, a legare il fiume e la montagna lungo la rotta nord-sud, con una fascia edificata caratterizzata da funzioni complementari di tipo commerciale, direzionale, amministrativo, didattico e di ricerca avanzata. Gli usi comunali e cantonali, tra cui le scuole e il parco dell’innovazione, nonché gli alloggi cooperativi, sono organizzati intorno alla ‘Cattedrale’ e lungo i binari, mentre gli usi residenziali e i servizi sono concentrati a ovest. Il progetto prefigura uno sviluppo equilibrato di tipologie, standard e architetture, secondo una logica di offerta abitativa diversificata per la comunità di Bellinzona e i nuovi cittadini che l’intervento saprà attrarre. Si prevede un sistema aperto capace di accogliere anche tipi di residenze innovative tra loro ibridate (cohousing, senior cohousing, temporary + affordable housing, mixed use lofts ecc.).

Lo sviluppo del quartiere avverrà attraverso varie fasi temporali, per evitare che si determini una dipendenza tra gli edifici nuovi e gli edifici esistenti”.
Il phasing del piano è attuabile al di fuori di sequenze pre-condizionate e con una bassa dipendenza tra varie parti del progetto, il cui sviluppo contempla anche prospettive di crescita modulare a velocità variabile, garantendo comunque alto valore e qualità socio-ambientale. Pensato con un approccio sistemico e non lineare, il percorso di trasformazione attraversa scenari e feedback di verifica, offrendo una visione di sviluppo con regole chiare, ma aperto e flessibile. Il piano proposto prevede infatti la possibilità che, a seconda degli scenari economico/sociali che si prospetteranno nel futuro, il progetto possa svilupparsi intorno all’Almenda con velocità e densità diverse. Uno scenario che va dalla ridotta densità edilizia con altissima densità biotica a un sistema di massing edilizio molto variabile basato comunque su alcune invarianti fisse costruttive e identitarie di carattere agricolo, idrico, comunitario, logistico e innovativo.

Grazie alla ricerca e sperimentazione in atto da anni, il team è in grado di prevedere nuovi approcci realizzativi compatibili coi tempi del progetto, facendo ricorso a nuove generazioni di tecnologie microbiche ‘buone’ che regoleranno la generazione di energia e il trattamento di acque e rifiuti, ma non solo. Prosegue la sperimentazione su nuove generazioni di materiali costruttivi viventi e ingegnerizzati, alimentati da energia pulita, in grado di mantenere sani e resilienti gli ambienti attraverso processi microbici e influenzando il microbioma attraverso la progettazione di edifici e l'interazione umana. È prevista la valutazione eMergetica (l’insieme di tutte le risorse che direttamente o meno sono investite per realizzare qualcosa) dell’intero ciclo di vita degli edifici o degli insediamenti. Uno strumento innovativo in grado di indirizzare il progetto verso le scelte energetiche più semplici, efficienti, e sotto controllo al variare delle situazioni (disponibilità risorse primarie, climate change, mutamenti geopolitici…). Dall’utilizzo del cantiere stesso come miniera urbana di materiali alle strategie per dimezzare il consumo idrico, dall’attenta policy sul riciclo dei materiali alla creazione di un habitat naturalistico, dall’accessibilità e mobilità dolce agli obiettivi pianificati di politica energetica, alle azioni progressive rivolte alle zero-emissioni e al 100% di energia rinnovabile, all’introduzione di innovativi sistemi di memoria energetica e certificazioni di monitoraggio ambientale, ai contributi attivi alla vulnerabilità climatica, il progetto nel suo insieme propone un altissimo livello di sostenibilità complessiva, sia che in futuro si realizzino prospettive di sviluppo, sia che si verifichino scenari di rischio.
Il Collegio di Esperti, chiamato a esprimersi sui contenuti proposti dai team in competizione, ha decretato all’unanimità lo studio Porta del Ticino - Urban Living Lab quale rotta da seguire la futura pianificazione del comparto.
Una visione esemplare su uno degli ultimi grandi siti della Svizzera meridionale che ha ispirato tutto il Collegio di esperti”, che ha definito convincente il “coraggioso gesto urbanistico e paesaggistico”, apprezzabile la “sensibilità mostrata nella collocazione e disposizione degli edifici”, rilevanti “la permanenza e valorizzazione del patrimonio storico”, notevole “l’importante analisi ecologica”, lungimirante il piano che rende “trasformazione e la sequenza realizzativa adeguabili agli scenari futuri”.
Il contesto di grande volatilità climatica, economica e sociale che stiamo vivendo - commenta TAMassociati - impone quesiti mai emersi prima nella gestione delle complessità a livello planetario. La visione progettuale passerà dall'impostazione lineare (causa/effetto) a quella sistemica per scenari e feedback di verifica. La città del futuro sarà come un organismo vivente, flessibile, in grado di adattarsi ai cambiamenti che società e contesti in rapida evoluzione imporranno ai territori e alle comunità urbane”.