Pretrattamenti

Il processo di anodizzazione richiede un alto grado di
pulizia della superficie da trattare, poiché residui di oli o grassi di
lavorazione, ma anche solo impronte digitali da manipolazione diminuiscono
l'efficacia della soluzione elettrolitica e producono superfici irregolari.
Generalmente i manufatti da trattare vengono puliti mediante trattamenti con
vapore o emulsioni sgrassanti, seguiti da una pulizia finale in soluzione
alcalina, necessaria per rimuovere eventuali film impuri di ossidi che si
possono depositare durante le lavorazioni precedenti. La fase successiva è
quella di ancoraggio dei manufatti da trattare su appositi supporti che hanno la
duplice funzione di sostegno meccanico e di contatto elettrico. La scelta della
tipologia di ancoraggio è vincolata da molti fattori. In primo luogo, si deve
garantire la resistenza meccanica della struttura, che si trova in esercizio in
condizioni notevolmente drastiche dato che la soluzione elettrolitica è
molto aggressiva nei confronti della maggior parte dei metalli da costruzione.
Inoltre la struttura di supporto non deve assorbire troppa corrente a scapito
dei manufatti, garantendo allo stesso tempo un buon contatto elettrico.
Anche i punti di contatto devono essere scelti con accuratezza,
generalmente in zone non in vista, poiché in tali zone non si svilupperà il
ricoprimento anodico.

Nella prassi industriale questi supporti sono costruiti, nella parte
strutturale, con la stessa lega di alluminio da anodizzare adeguatamente
protetta con vernici o film polimerici (PVC o PE), mentre i contatti elettrici e
la bulloneria di fissaggio sono in titanio. I supporti devono garantire anche un
adeguato spazio tra i manufatti per consentire la corretta circolazione
dell'elettrolita. Particolari problemi si verificano nel caso di forme lunghe e
cave, come nei profilati a contorno chiuso, ove la disposizione del campo
elettrico all'interno della sezione del profilato è tale da non favorire
l'ossidazione anodica interna. Nel caso di forme cave a geometrie più
complesse è necessario ricorrere a catodi addizionali posizionati nei punti
chiave di tali cavità.

Per quanto riguarda i materiali usati per la costruzione delle vasche, si
utilizzano con successo strutture in acciaio adeguatamente isolate
elettricamente, rivestite internamente con pellicole polimeriche, come neoprene,
PVC o PE.

La corrente elettrica viene mantenuta in circolazione mediante l'uso di
rettificatori, di solito operanti a 24V, ma anche a 50-70V, accoppiati a
tiristori, dispositivi in silicio a stato solido, che permettono un immediato e
preciso controllo delle condizioni operative ma negli ultimi anni si stanno
affermando processi che utilizzano corrente alternata. Con questo metodo si
ottenengono ritmi di crescita più alti senza così il pericolo di incorrere nel
fenomeno del burning che si
manifesta con una rottura e dissoluzione locale del film di passività causata da
un innalzamento locale della temperatura dell'elettrolita in combinazione con un
aumento puntuale della densità di corrente. Il risultato di questo fenomeno è la
formazione di fori, più o meno estesi, sulla superficie del manufatto e si
manifesta più di frequente nella produzione di rivestimenti ad elevato spessore,
in quanto si utilizzano elevati voltaggi e densità di corrente.

Fonte testo
www.ing.unitn.it/~colombo/Anodizzazione/indice.htm

Fase produttiva di laminati

Fase produttiva di laminati

Fase produttiva di laminati

Fase produttiva di laminati

Fase produttiva di laminati

Fase produttiva di laminati