Problemi dovuti alla natura dell'intonaco

Autore testo: Giuseppina Clausi

Non sempre il degrado è causato da agenti esterni, ma a volte è dovuto a problemi insiti nell'intonaco stesso.
Il materiale utilizzato per la realizzazione deve presentare alcune caratteristiche che, se non rispettate, possono causarne il deterioramento.
 
Problemi dovuti alla natura dell'impasto
I materiali utilizzati per la realizzazione dell'impasto devono corrispondere alle norme in materia di intonaci e, soprattutto, devono essere stati confezionati a regola d'arte e non devono contenere impurità. In caso contrario si possono verificare fenomeni che portano ad una rapida degradazione dell'intonaco.
Ad esempio se la calce utilizzata non è stata spenta nei tempi previsti si può riscontrare la presenza di noduli di calce viva o non del tutto spenta (calcinelli o calcinaroli) che, a contatto con l'acqua, compiono un nuovo processo di carbonatazione con relativa emissione di calore e aumento di volume, si formano quindi nell'intonaco dei rigonfiamenti con successivo distacco della superficie interessata, al cui posto resta un buco.
Problemi simili possono essere causati anche da altre sostanze mescolate erroneamente all'impasto, quali particelle di carbonio, residui di materiali ferrosi, sali, ecc., che possono, ad esempio, essere presenti nella sabbia non sufficientemente pulita.
 
Problemi dovuti alla natura del supporto
Lo strato di supporto provoca una scarsa tenuta dell'intonaco nei casi in cui sia costituito da materiale poco resistente, scarsamente poroso o non abbastanza scabro; in tutti questi casi gli interventi a posteriori possibili sono praticamente nulli perché risulterebbero del tutto inefficaci, è utile invece prendere alcune precauzioni durante la fase di stesura dello strato di intonaco.
Quando il supporto è poco resistente si dovranno utilizzare già nello strato di arriccio malte molto forti, ossia con una percentuale di legante abbastanza alta; questo, com'è noto, renderà l'intonaco meno duraturo, ma prolungherà i tempi del suo distacco, che altrimenti sarebbero molto brevi.
Il caso di superficie di supporto poco porosa o scabra è stata risolta storicamente con l'accorgimento di migliorare la capacità di attacco del nuovo strato tramite martellinatura di quello preesistente; oggi tale intervento può essere realizzato con i metodi tradizionali o anche con metodi chimici (uso di acidi).
Trattamenti chimici sono anche disponibili per tentare di aumentare la porosità, ma presentano l'inconveniente di diminuire considerevolmente le capacità di resistenza del materiale.
E' bene ricordare che quando si pone il problema della realizzazione di un nuovo intonaco dopo la pulitura e l'eliminazione di uno vecchio, oppure al di sopra di uno strato esistente, la superficie andrà accuratamente bagnata per evitare che il nuovo intonaco 'bruci'; nello specifico se l'intonaco viene steso su una superficie asciutta, questa assorbe parte dell'acqua dell'impasto, compromettendo la corretta procedura di essiccazione.
 
Problemi dovuti alla presenza di fissativi, protettivi o impermeabilizzanti
In molti casi sulla superficie intonacata vengono stese, con fini protettivi e/o idrorepellenti, pitture con comportamento filmogeno.
Questi prodotti presentano l'inconveniente di formare una barriera più o meno resistente al passaggio di sostanze, per esempio, se sono presenti sali all'interno della muratura, questi, con l'evaporazione dell'umidità, si depositano sotto l'ultimo strato di intonaco provocandone rigonfiamenti e possibili distacchi.
Gli impermeabilizzanti dovrebbero garantire l'impermeabilità all'acqua dall'esterno verso l'interno ma permettere al vapore di fuoriuscire, a volte però errati comportamenti in fase di realizzazione, come il costipamento della malta o la 'lisciatura' superficiale, hanno come conseguenza il drastico abbattimento della permeabilità al vapore, il quale si accumula sotto lo strato impermeabilizzante provocando dei rigonfiamenti, fino ad arrivare alla rottura in alcuni punti.
I fissativi vengono generalmente usati per permettere la formazione di una superficie adatta alla stesura di vernici protettive. Se questi prodotti vengono usati in maniera errata, per esempio se viene steso uno strato di protettivo al disotto dell'intonaco stesso, quest'ultimo non avrà la possibilità di interagire con il supporto e quindi la sua capacità adesiva ne sarà fortemente diminuita, con conseguenti sfarinamenti del materiale e successivi distacchi

Fonte testo:
F. Micocci, G. Pulcini,Gli intonaci, Materiali, tipologie, tecniche di posatura e finitura, degrado e recupero, Roma, 1991.
R. Codello, Gli intonaci, Conoscenza e conservazione, Firenze, 1996.
C. Macchia, F. Ravetta,Intonaci, Requisiti, Progettazione, Applicazione, Rimini, 1997.
G. W. Palestra, Intonaco: una superficie di sacrificio, Milano, 1995.