Prodotti

Testo di Luciano Cannas

Per prevenire attacchi da parte di organismi vegetali o animali sono utilizzati prodotti antisettici preferibilmente di natura organica che devono avere le seguenti caratteristiche:
- tossici per gli insetti e funghi e non per l'uomo;
- avere una viscosità bassa tale da ottenere una penetrazione anche in profondità;
- stabilità chimica nel tempo;
- non alterare le l'odore, il colore, la tenacità e le caratteristiche meccaniche del legno;
- possedere proprietà ignifughe.

L'applicazione viene effettuata a pennello, a spruzzo, per iniezione.

Per arrestare il deterioramento e per impostare una efficace azione di consolidamento potranno essere impiegate diversi tipi di resine. Esse per penetrare con capillarità nel legni contenente una elevata umidità, devono essere idrofili, inoltre devono essere sciolte in un solvente organico polare per garantire una viscosità non superiore a 10 cPs a 25° e un residuo secco superiore al 10% per resine a due componento e al 7% per le rimanenti. I solventi polari utilizzati sono il metichetilchetone, il metilisobutilchetone, l'acetone. Le resine utilizzate devono essere atossiche, non presentare nessun ingiallimento nel tempo, avere una resistenza agli agenti atmosferici e ai raggi ultravioletti. L'indurimento e l'evaporazione del solvente deve essere lento e deve permettere la diffusione completa del prodotto.
Si possono utilizzare:
resine naturali. Possono essere utilizzate solamente in alcuni casi particolari a causa del rapido deterioramento o invecchiamento. Si possono citare la colofonia, coppale, dammar che vengono usate dopo essere state sciolte in solvente. L'evaporazione del solvente determina il deposito della resina nei pori e nelle fessure del legno. Tra prodotti naturali vi sono anche le cere naturali fuse o sciolte in solvente o l'olio di lino cotto;
oli essiccativi e resine alchidiche siccative. Il legno con questo procedimento assorbisce materiali termoplastici in adatto solvente che tende col tempo a trasformare i polimeri in solidi reticolari per effetto dell'ossigeno dell'aria. Questo metodo permette di proteggere il legno ma non di migliorare le caratteristiche meccaniche;
resine termoplastiche in soluzione. Sono utilizzate l'acetilcellulosa, il polivinilacetato e le resine acriliche che vengono usate sciolte in un adatto solvente e quindi applicate al legno da trattare. L'evaporazione del solvente deposita la resina nei pori e nelle fessure del legno migliorando così le caratteristiche meccaniche e la resistenza agli agenti atmosferici e agli attacchi biologici;
resine poliesteri insaturi. Si tratta di resine che polimerizzano a freddo con l'aggiunta precedente di un catalizzatore e di un accelerante. L'indurimento della resina avviene con diminuzione del volume che provoca forti tensioni nella massa lignea. Questo trattamento permette di avere una buona resistenza agli aggressivi chimici;
resine poliuretaniche. Con la miscelazione di due componenti, una resina poliestera satura e un insocianato, si induriscono per polimerizzazione reticolare o evaporazione del solvente. I prodotti da utilizzare devono essere insensibili all'acqua per evitare effetti collaterali nella fase finale della poliaddizione. Con questo metodo si ottiene un miglioramento delle caratteristiche meccaniche e resistenza agli attacchi sia di natura chimica che biologica;
resine epossidiche. Si tratta di resine che possono essere utilizzate in diverse situazioni e si induriscono per reticolazione dopo miscelazione di due componenti resina e induritore di tipo amminico. Il prodotto da applicare deve essere insensibile all'acqua prima dell'indurimento. La viscosità deve essere portata ai limiti richiesti mediante appositi solventi. Il risultato garantisce un'impregnazione profonda, un miglioramento delle caratteristiche meccaniche e resistenza agli attacchi sia di natura chimica che biologica. Queste resine inoltre potranno essere utilizzate come malte per effettuare stuccature.

Per ridurre e bloccare il ritiro si effettuano trattamenti per la stabilizzazione dimensionale attraverso i seguenti metodi:
- sostituzione di gruppi idrofili con gruppi idrofobi, per ridurre l'affinità con l'acqua;
- legami chimici delle unità strutturali cellulosiche adiacenti;
- trattamento con agenti rigonfianti non volatili che penetrino nelle zone delle pareti cellulari dove generalmente si trova l'acqua;
- rivestimenti superficiali del legno o interni sulle fibre in modo da impedire il contatto con l'ambiente circostante;
- trattamento attraverso la sostituzione graduale dell'acqua contenuta in un oggetto ligneo saturo di umidità con glicole politileico (PEG).

Fonte testo:
R. Bernazzoni, Conservazione dei Materiali. Procedure d'intervento, Ed. Maggioli, 1997, Rimini