La torre PWC, il Curvo, progettata dallo studio Libeskind e seguita nelle fasi finali da SBGA | Blengini Ghirardelli, conclude l’intervento iniziale di CityLife, completando il concept iniziale delle tre torri che intitolano la piazza sottostante. La torre raggiunge i 175 m di altezza, per 28 piani fuoriterra esclusi podio e piani tecnici in copertura, con una pianta leggermente trapezoidale da 63x25 m, orientata con i lati principali verso sud e nord. Il concept è stato concepito insieme alle altre 2 torri e insieme si uniscono idealmente formando “come una cupola del Rinascimento progettata da Leonardo Da Vinci” e una “cupola all’aperto che richiama la cupola della Galleria Vittorio Emanuele” (trad. it.) per usare le parole dell’architetto. Inoltre, in seguito a una visita presso il Castello Sforzesco, l’architetto ha notato la corrispondenza tra il profilo della schiena di Maria nella Pietà Rondanini fosse il medesimo del profilo della sua torre, forse sempre per l’idea permeante di protezione delle due opere. All’interno dell’involucro sono stati integrati, nonostante la complessità geometrica, due blocchi ininterrotti di spostamento verticale che ospitano le scale di emergenza, gli ascensori e i montacarichi per i vigili del fuoco, oltre alle distribuzioni impiantistiche verticali.

L’ingresso alla torre è accessibile da due livelli, risultando il punto di connessione, a doppia altezza, tra gli spazi esterni della piazza e gli spazi interni a uso ufficio, con colonne in profili in acciaio cavi irrigidite da calcestruzzo. Ogni piano uffici superiore ha un profilo differente seguendo l’andamento geometrico della torre, con una altezza libera interna di 2,95 m e un’altezza interpiano di 4,1 m, con un affollamento per piano di 99 persone, derivante dalle limitazioni del codice antincendio. I piani uffici proseguono con colonne circolari in calcestruzzo a sezione variabile tra 140 e 60 cm, fino al 26° piano, mentre al 27° e 28° piano è presente una sala conferenza a doppia altezza con una lobby con vista panoramica verso nord e sud. Al di sopra della sala conferenza si organizzano i locali tecnici, chiusi e ventilati a seconda delle necessità, che occupano la parte sommitale della torre, nascosti dalla vela vetrata e dai sistemi di generazione di energia rinnovabile. Gli altri locali tecnici sono invece nei piani interrati, specialmente quelli collegati alla generazione frigorifera ad acqua di falda. La torre PWC, tra le 3, è quella che probabilmente ha subito il processo di ottimizzazione più rilevante data la complessità geometrica e costruttiva dell’opera, risultando in 3 concept successivi sempre più ottimizzati derivanti dalle richieste del mercato immobiliare, dalle necessità tecnologiche e di “sostenibilità” e dal contesto dell’intervento che nel corso degli ultimi lustri si è evoluto. Il primo concept derivava dalle ispirazioni architettoniche milanesi medievali ed era definita dall’intersezione di due superfici sferiche che restituivano una torre molto inclinata e sostenuta da un core tecnico esterno nel lato settentrionale dell’edificio.

L’inclusione di una ulteriore area a nord del lotto iniziale, oltre alla necessità di ripensare l’intero intervento data la volontà di garantire la stessa dignità a tutti i lati della torre, oltre all’ottimizzazione dell’involucro, restituì una torre meno inclinata e con il core integralmente incluso all’interno dell’involucro edilizio, permettendo sbalzi comunque considerevoli mantenendo uno schema statico semplice ed elegante. Le facciate sono state quindi ridefinite da superfici notevoli più complesse: la facciata sud è una porzione di cilindro, mentre quella settentrionale è parte di un fuso derivante dalla rivoluzione di una circonferenza attorno a una sua corda verticale, con infine le facciate laterali che derivano da piani radiali convergenti e la copertura che è una porzione sferica definita dalle 4 facciate verticali. Le facciate sono progettate con tecnologia a cellula a parte le facciate montanti e traversi della lobby e la forma dei pannelli segue la geometria del prospetto interessato: la facciata nord ha lastre trapezoidali, con la differenza tra base superiore e inferiore che aumenta allontanandosi dall’asse orizzontale di simmetria posto tra il decimo e l’undicesimo piano. La facciata sud invece presenta una ulteriore ottimizzazione per evitare fenomeni di surriscaldamento localizzato, discretizzando a scalini la superficie cilindrica che definisce la facciata. Considerata la complessità geometrica della torre gli aspetti di manutenzione sono stati attentamente approfonditi: nella zona della corona vetrata sono stati implementati i binari per la Building Maintenance Unit (BMU) che attraverso un sistema telescopico e porzioni apribili permette la pulizia in sicurezza delle facciate principali. Contestualmente alle tematiche geometriche e costruttive un altro aspetto molto importante per la proposta architettonica è stata la trasparenza della facciata data la rilevanza primaria della luce per la definizione dell’architettura degli spazi interni e la fruizione degli stessi da parte degli occupanti, “light is the key dimension of my architecture” per Libeskind, dovendo coniugare allo stesso tempo anche il risparmio energetico estivo e invernale e l’assenza di abbagliamento richiesta dalla destinazione a uso uffici.

ANALISI SOLARI E FACCIATA A CELLULA CONCAVA A GRADONI PER EVITARE IL SURRISCALDAMENTO SULLA PIAZZA E SULLE TORRI CIRCOSTANTI
La facciata della torre è stata uno degli aspetti che hanno richiesto il maggior approfondimento, date le complessità geometriche e le implicazioni di riflessioni solari sulla piazza e sugli edifici circostanti. La facciata della torre è composta da differenti porzioni di superfici di rotazione, una porzione di fuso per la facciata settentrionale, una di cilindro per quella meridionale, con le facciate laterali che tagliano le due superfici e convergono davanti , che hanno subito differenti ottimizzazioni nelle diverse fasi progettuali. Arup ha ingegnerizzato le facciate nelle fasi preliminare e definitiva del progetto, implementando anche degli studi sulle riflessioni e sulla concentrazione di raggi solari sulla piazza e sulle torri circostanti: si è partiti da analisi qualitative, con il conteggio del numero di riflessioni concentrate in uno stesso punto, per poi approfondire considerando l’irraggiamento effettivo, superiore a 5000 W/m², che si sarebbe verificato in determinati punti. Si è quindi scelto di modificare la facciata meridionale creando una scalettatura che riducesse la concentrazione dei raggi solari, evitando cellule con facciata inclinata ma preferendo scomporre l’andamento in vetrate verticali ed elementi opachi orizzontali, diminuendo l’irraggiamento massimo a circa 1500 W/m², circa il 50-60% in più dell’irraggiamento naturale. Le altre facciate, invece, rimangono delle classiche facciate a cellula e seguono la geometria comunque complessa della torre. Il progetto esecutivo e costruttivo delle facciate è stato realizzato da Focchi, la facciata è caratterizzata da doppia vetrocamera e triplo vetro, forniti da AGC, con cavità con gas Argon, coating basso emissivo e distanziatore “warme edge” per la stagione invernale, e coating solare per la stagione estiva. Le curvature delle differenti facciate, composte da vetri piani, sono eseguite con variazione dell’angolo di inclinazione in corrispondenza dei giunti verticali e orizzontali tra le cellule. La facciata meridionale a scalini, caratterizzata da porzioni trasparenti e porzioni opache, data la geometria non ordinaria ha avuto approfondimenti particolari riguardo la continuità di isolante e la tenuta all’aria e all’acqua tra parte verticale e orizzontale. Considerate le lavorazioni di cantiere, si sono scelti due approcci differenti a seconda del piano di montaggio: nei piani bassi il cielino è assemblato in opera, mentre nei piani superiori la parte orizzontale è assemblata in stabilimento, con una cellula a ginocchio per coprire in sicurezza lo sbalzo a decine di metri d’altezza.

RECUPERO ACQUA DI FALDA, UTA A DOPPIO RECUPERO, REFRIGERATORI CON REFRIGERANTI A BASSISSIMO POTERE CLIMALTERANTE
Gli edifici alti e vetrati pongono sfide complesse agli impiantisti e ai professionisti della sostenibilità, dati i consumi rilevanti sia in termini energetici che idrici, oltre agli impatti ambientali derivanti dalla costruzione e dal cantiere, con l’obiettivo della certificazione LEEDv2009 Core&Shell, livello Gold. Seguendo l’approccio del masterplan generale di CityLife si è evitata la combustione locale di gas naturale, privilegiando altri sistemi come il teleriscaldamento della zona ovest milanese, che è caratterizzato da fattori di energia primari molto più bassi dei valori normativi mentre la generazione fredda è realizzata invece con “chiller” centrifughi condensati ad acqua di falda o di torre, caratterizzati dal refrigerante R1234ze, a bassissimo potere di riscaldamento globale (global warming potential GWP), inferiore a 1 quando i refrigeranti più diffusi possono raggiungere valori anche sopra il 1.000. Infine, il consumo derivante dal trattamento dell’aria di ricambio è ridotto al minimo attraverso l’uso di un doppio sistema di recupero di calore rotativo, di cui uno entalpico, per massimizzare il recupero di energia soprattutto in estate, quando sono presenti richieste energetiche rilevanti collegate al post-riscaldamento estivo. Anche il consumo d’acqua risulta minimizzato attraverso l’uso di sanitari a ridotto flusso e l’implementazione di una rete duale alimentata con acque di falda e meteoriche. Ogni piano e ogni locale ad alto affollamento è dotato di serrande a portata variabile (VAV) azionate da sensori di CO2 che rilevano l’effettiva richiesta per il ricambio d’aria. I sistemi impiantistici sono quindi dotati di inverter, in modo da potersi regolare in base alle richieste derivanti dagli occupanti, anche grazie a un sistema avanzato di monitoraggio dei consumi, delle portate e delle temperature di funzionamento. Per ridurre l’impatto dei materiali da costruzione si sono privilegiati materiali regionali, circa il 37%, con contenuto riciclato e legname con provenienza certificata, circa il 23%, mentre i rifiuti da cantiere sono stati smaltiti e riciclati in modo pressoché completo. Infine, aspetto non meno importante riguarda le misure implementate durante il cantiere e le scelte progettuali relative ai materiali per massimizzare la qualità degli spazi interni. Sono stati privilegiati materiali a limitate emissioni composti volatili organici (COV/VOC), si è monitorato e implementato il divieto di fumo all’interno dell’edificio durante il cantiere e nelle vicinanze delle entrate durante il suo uso ordinario, oltre alla protezione dei sistemi impiantistici dalla polvere e dai solventi durante il cantiere.

Scheda progetto
Progettista: Studio Libeskind/SBGA | Blengini Ghirardelli
Località: Milano
Committente: Citylife - Generali Group (A. Borghi, R. Albini, S. Arensi, M. Baldrighi, S. Barilli, M. Beccati, M. Bertasini, A. Cottone, D. Delfiore, F. Mantica, M. Negri, N. Pistritto, R. Russo, A. Zerbini)
Area: 33.000 mq
Competition period: 2004
Design period: 2006-2015
Periodo di costruzione: 2016-2020
Principal in charge: Y. Karim (of Design), A. Ghirardelli (of Construction)
Project Architects: S. Vinci, C. Assanelli, M. Ashley
Design Team: V. Alavedra, A. Barillari, S. Bonanni, A. Cappelletti, M. Carta, F. Chezzi, L. Crespi, G. D’Andrea, S. De Lorenzo, I. De Vito, J. Fournier, G. Giungato, J. Kim, C.W. Lin, M. Neri, V. Ruta
Architects of record: SBGA, Blengini Ghiradelli srl
Technical review: Faces Engineering (A.Ferrari, P.Colombo, M.Perina, A.Pacioselli, A.Garzia, A.Ravasio)
Cost & site supervision: In.Pro (C. Guido); J&A Consultant ( V. Grassi, G. Montagna, V. Guagenti, G. Saluzzi, L. Spagnolli); BC Consulting (P. Miele)
Strutture: Redesco Progetti (P. De’ Angelis, M.E. Giuliani, M. Scaburri), Holzner Bertagnolli (L. Azzarello, C. Bertagnolli, M. Righi)
Mechanical, Electrical, Plumbing, Sustainability: Max Fordham (N. Smith, E. Verani); Manens–Tifs (U. Piubello, A. Quartaroli, D. Rossi, O. Turri)
Facciate: Arup (M. Orlandi, F. Catalano, J.C. Gonzàlez, S. Ilardi, V. Sirago), Focchi
Acustica: C. Jarman, V, Cole, T. Street
Wind Tunnel Test: CPP (K. R. Strobel)
Paesaggio: P’Arc Nouveau (M. Brianza), One Works (G. Ledda)
Fire: Studio Mistretta
Illuminazione: Rossi Bianchi Lighting
Dewatering System: STID Studio Idrogeotecnico Applicato (P. Breviglieri, E. Ghezzi)
Energetic Assessment: Tekser (G. Davoglio, M. Ronchi)
Lift Consultant: Jappsen Ingenieure
Transport Consultant: Systematica
Underground Circulation: Alpina (M. Caroli)
Groundwater Network: Deerns Italia (G. Broggi)
Main contractor: CMB
Façade contractor: Focchi
Electrical Contractor: Zaffaroni Impianti
Architecture drawings: Planimetro
Sustainability Consultant: Greenwich
Glass: AGC
Electrical equipment: ABB
Heat pumps/chillers: Clivet
Photos: Piermario Ruggeri, Alberto Fanelli, Rachid Khalil, Esperienza Drone

Arketipo 148, Vertigo, Giugno 2021