Creazioni – L'edificio per l'Università dello Iowa, progettato da Steven Holl, riprende la celebre scultura "Guitar", esaltando l'uso della lamiera e dei volumi sovrapposti

L'involucro in corten autossidante del nuovo edificio per l'Università dello Iowa, progettato dall'architetto americano Steven Holl, è legittimato dall'idea che quel rivestimento sia vivo, come la pelle, e debba quindi invecchiare e mutare nel tempo. C'è la rinuncia all'immutabilità dell'architettura, ma nello stesso tempo l'idea che l'edificio sia lì da sempre, con i suoi volumi incastrati, sovrapposti e sospesi e la sua apparente leggerezza. Holl esalta l'uso della lamiera per il suo aspetto “dimesso”: tagliata, saldata, piegata, sovrapposta, imbullonata, con i rivetti e le irregolarità lasciati a vista.

Geometrie informi: il richiamo a Picasso
La creazione di Steven Holl non si distingue per la ricerca della perfezione costruttiva, ma per la volontà di “raccontare” i materiali con le loro imperfezioni e difformità, il loro montaggio. L'architetto definisce il suo nuovo edificio come uno strumento aperto, flessibile e senza forma predefinita. La configurazione finale, però, lo fa apparire, oltre che figlio della poetica di Holl, singolarmente simile ad una scultura di Pablo Picasso (Guitar, 1912).
«Abbiamo realizzato i modelli di studio iniziali in una sequenza di costruzioni planari - ha spiegato Holl - Dopo sei mesi di questo processo sperimentale, abbiamo cominciato a riconoscere aspetti geometrici e dinamici simili a quelli della scultura in lamiera arrugginita di Picasso. Ci siamo fermati per una mattina ed abbiamo realizzato un modello della scultura in sequenza di scala».

L'architetto racconta così il modo in cui il progetto, esplorando “geometrie informi”, è alla fine arrivato a possedere un'identità, fortemente suggerita dalla volontà di rispondere alla richiesta di spazi funzionali e allo stesso tempo artistici. Spazi capaci di creare una relazione speciale fra contenitore e contenuto, un dinamismo fra l'ala nuova e il vecchio campus, la griglia urbana e il fiume Iowa.
È stato proprio Holl a persuadere i committenti a cambiare il luogo dove l'edificio sarebbe dovuto sorgere. A lui si deve la scelta di edificare direttamente sul piccolo lago, poco più di una pozza, a ridosso di una vecchia cava abbandonata. Una struttura “a ponte”, al cui interno si trovano due piani, “vola” sospesa sopra questa pozza, sollevandosi e rispecchiandosi.

La disposizione degli spazi
Le grandi travi reticolari che sostengono il piano inferiore, hanno pochi appoggi disposti irregolarmente; gli ultimi due sono setti in calcestruzzo collocati direttamente nell'acqua. Nel primo livello accanto all'entrata, dopo una galleria, si trovano gli uffici dell'amministrazione. Al centro dell'impianto, divise da uno spazio denominato forum, sono disposte le differenti aule didattiche, che quando il tempo è bello possono aprirsi verso l'esterno. Il secondo livello ospita la grande biblioteca che si proietta sull'acqua con il corpo longitudinale. Nel fronte opposto, verso nord, separati da un corridoio trovano posto gli uffici dei professori, allineati regolarmente dietro una superficie in “doghe” di vetro opaco tra le quali sono incastrate, con ordine inaspettato, le finestre.

Nell'ultimo piano i laboratori e gli studi proseguono il gioco combinatorio tra linee spezzate, scarti, aggetti e rientranze tra le quali si incastrano piccole terrazze. La luce a questo livello entra dall'alto attraverso lucernari che tagliano la copertura per aprirla verso nord. L'articolazione del complesso è un insieme di schegge spezzate, di superfici e di volumi che si compongono come in un puzzle, disponendosi attorno ad un nucleo eccentrico: il grande vuoto a tutta altezza caratterizzato dalla scala in lamiera saldata, appesa tramite cavi e illuminata dal lucernario superiore.