Il progetto di recupero e restauro di Palazzo Bertarelli, espressione del tardo Liberty a Milano, concluso nel 2021 a firma dello Studio Marco Piva, ha previsto l’insediamento di un hotel a 5 stelle, il Radisson Collection Hotel Palazzo Touring Club Milan. Un progetto ambizioso per rivalorizzare la sede storica del Touring Club Italiano a Milano. Obiettivo del progetto è stato quello di riportare l’imponente edificio di corso Italia 10, inaugurato nel 1915, alla sua raffinatezza originaria. L’hotel si propone di diventare un luogo di riferimento per un turismo evoluto in costante dialogo con la città, ponendosi al servizio sia degli ospiti dell’albergo sia dei cittadini, per affermare e diffondere così la cultura del viaggio. La valorizzazione della memoria e della storia che scorre tra le sale del palazzo è il risultato di un accurato studio di interesse culturale. L’intervento architettonico e di interior design, infatti, al fine di preservare e donare nuovo lustro al patrimonio storico e culturale del TCI, ha trovato ispirazione nel concept del “viaggio”. Tutte le scelte progettuali (materiali, finiture, arredi ecc.), rimandano alla cultura del viaggiare e alla storia fondante del Touring Club. L’architetto Marco Piva descrive così la filosofia progettuale che muove il progetto: “Con il mio studio ho un obiettivo lungimirante: vivere il presente custodendo il passato e progettando il futuro. È questa l’ottica che ha guidato il processo di valorizzazione dell’intero edificio di Palazzo Bertarelli per accompagnare la sua anima elegante e sofisticata a viaggiare nel ventunesimo secolo”. Un edificio storico importante per la città di Milano, un gioiello dell’architettura non solo per quello che rappresenta ma anche per la sua storia. È il 1913 quando i lavori vengono affidati all’ingegnere Achille Binda, membro del CdA del TCI, che prima di iniziare il progetto, ha avuto il compito di trovare un’area strategica di Milano che consentisse di essere in centro città a condizioni vantaggiose. Venne quindi individuata la “trasversale di San Celso”, che con il nuovo piano regolatore della città del 1912 viene battezzata corso Italia.

Il cantiere del futuro palazzo del TCI si colloca all’incrocio con via Barellai e via Amedei, occupando un intero lotto di circa 1.400 metri quadrati. I lavori di costruzione iniziano a gennaio del 1914 e continuano nei mesi successivi, senza interruzioni nonostante la guerra. Dopo venti mesi di lavoro, l’11 novembre del 1915, venne ufficialmente inaugurato a nuova sede del TCI con una cerimonia ufficiale in forma privata alla presenza del Consiglio Direttivo, del Direttore Generale Federico Johnson e del Vicedirettore Luigi Vittorio Bertarelli. Tutta la documentazione del progetto e del cantiere è conservata in uno dei 508 faldoni che compongono l’Archivio Storico, che è la memoria ufficiale e aziendale del TCI. Dal punto di vista architettonico, l’edificio progettato da Binda presenta caratteristiche di sobria eleganza. La facciata ha un andamento uniforme, ritmato da forme e motivi di ispirazione neoclassica. Dal basso, un basamento granitico con fasce bugnate ospita larghe finestre, con la funzione di illuminare gli ampi sotterranei del Palazzo. Le lesene che incorniciano le aperture dei tre piani aiutano lo sguardo a correre verso l’alto e a seguire la verticalità dell’edificio, alleggerendo le finestre a tutto tondo della parte centrale della facciata e quelle squadrate collocate lateralmente.. L’ingresso principale è composto da quattro colonne in granito, a gruppi di due e due. Ad accogliere il pubblico, dietro una cancellata in ferro battuto opera di Alessandro Mazzucotelli, fra i massimi esponenti del liberty in Italia, si apre un atrio con pavimenti e pareti in marmo di Chiampo, colonne in marmo rosso di Baveno e soffitto in stucco a cassettoni. Fra gli elementi decorativi che impreziosiscono gli interni, spicca la scala in ferro battuto che collega il piano terra con il primo e il secondo piano del Palazzo, realizzata sempre da Mazzucotelli. Un elemento di rottura rispetto agli altri elementi decorativi, dello stesso stile neoclassico che ispira anche la facciata esterna del Palazzo. Il valore storico e architettonico di questo maestoso edificio è dunque il punto di partenza per il progetto dello Studio Marco Piva. Infatti, il concept alla base del progetto è stato articolato in tre macro aree di intervento: il recupero monumentale e conservativo delle facciate, la necessità di rispondere a nuove esigenze con il cambio di destinazione d’uso e con la rifunzionalizzazione degli spazi (ridefinizione dei distributivi, rispetto e conformità normativa, sicurezza strutturale), mantenendo al tempo stesso un legame con le funzioni preesistenti, e infine, la rivalorizzazione degli spazi con un design molto curato nei dettagli, prevalentemente custom su disegno dello Studio Marco Piva, che coniuga storicità e contemporaneità.

Dal punto di vista distributivo, il nuovo hotel ospita a piano terra la zona reception, la hall, un bistrot, una libreria, Touring Club agency, Touring Club office, 5 sale conferenze/riunioni, oltre una corte interna. Al piano interrato si trovano gli spazi di servizio dell’albergo, le cucine e un’area wellness con spa e palestra. Ai quattro piani superiori si trovano invece le 89 camere dell’albergo, composte da camere standard, junior suite / suite, e la Presidential Suite sita al piano primo. Le suite sono collocate al piano loft e ognuna è diversa dall’altra. La rigenerazione degli spazi ha previsto una minuziosa pulizia delle facciate, per riportarle al loro splendore originale conservando gli elementi caratterizzanti: dalle lastre di marmo agli elementi in ferro battuto del Mazzucotelli, alle imponenti cancellate sugli ingressi principali. Tutti i fronti di ispirazione neoclassica hanno presupposto anche uno studio illuminotecnico che potesse esaltarne l’architettura, scandendo i ritmi di facciata grazie a leggere linee di luce. Lo studio dei nuovi distributivi è stato indirizzato a realizzare spazi comuni fluidi, dinamici, continui e senza confini, al fine di ottenere una connessione osmotica tra interno ed esterno. Dal punto di vista dell’efficientamento energetico, sono state adottate alcune soluzioni e in particolare la riqualificazione di alcune chiusure opache verticali e orizzontali per eliminare/mitigare i ponti termici. Si è intervenuto su tutti i sotto e sopra finestra che presentavano forti criticità e su alcune zone della copertura; sono stati sostituiti tutti i serramenti esistenti con altrettanti in legno-alluminio ad alta efficienza energetica con la sola esclusione di quelli di rilievo storico-artistico posizionati sui corpi scala A (presidenziale) e B; tutti i corpi illuminanti installati sono led e nei locali non utilizzati in modo continuativo sono presenti sensori di presenza con spegnimento automatico; è stato realizzato un impianto termico di condizionamento a pompe di calore, tramite l’utilizzo di energie rinnovabili (acque di falda - geotermia). Inoltre, l’edificio è “gas free” in quanto non utilizza in loco combustibili di origine fossile e/o combustibili gassosi di qualsiasi origine e/o altri combustibili da fonte non rinnovabile limitando quindi l’impatto dannoso dello stesso sull’ambiente.

©Stefano Ravasio

GLI INTERVENTI DI RESTAURO E LE OPERE DI CONSOLIDAMENTO
L’immobile non risultava sottoposto a vincolo diretto, il TCI ha comunque richiesto di preservare gli ambienti di interesse storico artistico, quali la hall, lo scalone principale e la Sala del Consiglio (ora Presidential Suite). Nell’area relativa all’ingresso è stata ripristinata la parete frontale come era originariamente ovvero con tre vetrate; per il resto sono stati previsti degli interventi di restauro, ripristino e pulitura. In egual modo, anche per lo scalone e la Sala del Consiglio, si è provveduto al solo intervento di ritinteggiatura (mantenendo le cromie originarie), e pulizia, mentre per la scala è stata prevista la messa in sicurezza del parapetto. Per quanto riguarda le facciate esterne sono state eseguite una serie di attività quali: pulitura mediante accurato idrolavaggio delle superfici, rimozione di depositivi per mezzo di scalpellini e martello, reintegrazione mediante malta cementizia per la ricostruzione dei volumi e riempimenti eseguiti con cemento naturale prompt addizionato con inerti selezionati e posto in opera con eventuali armature di sostegno, equilibrature cromatiche mediante velature a base di tinte ai silicati e pigmenti, restauro degli elementi metallici, degli stemmi, delle lapidi, delle scritte e delle vetrate storiche. Dal punto di vista strutturale, gli interventi sono stati indirizzati a quelli necessari a garantire la nuova distribuzione di layout, l’adeguamento impiantistico, la fruibilità e la sicurezza statica attraverso una serie di interventi locali a minima interferenza. Essi riguardano singole parti e/o elementi della struttura, senza che questi modifichino significativamente il comportamento globale della costruzione. In particolare, essi sono rivolti al miglioramento delle caratteristiche di resistenza di elementi e parti della struttura, portando a un aumento della sicurezza in alcune parti specifiche. Per esempio, su una delle scale di collegamento è stato necessario prevedere l’allargamento dei pianerottoli di interpiano mediante demolizione controllata e parziale della muratura portante per uno spessore di circa 15 cm e per un’altezza di 240 cm. La riduzione della sezione resistente è stata poi “compensata” dall’esecuzione di rinforzo a pressoflessione e taglio delle superfici murarie demolite mediante utilizzo del sistema FRCM. I due pianerottoli e la rampa di scale che li collega sono poi rinforzati mediante posa all’intradosso di un profilo metallico UPN180 ammorsato nella muratura portante.

IL NUOVO BISTROT: UNO SCRIGNO PER OSPITARE L’ARCHIVIO DEL TCI
Gli spazi del Bistrot Bertarelli 1894 Milano, che in origine ospitavano la storica libreria del TCI, sono diventati oggi lo scrigno di affascinanti collezioni di bibliografie, libri, guide e mappe provenienti direttamente dall’archivio del Touring Club. Uno spazio plurifunzionale che accoglie, oltre al ristorante che si sviluppa su due livelli (con realizzazione di soppalchi e nuova scala di accesso) un lounge bar, la sala colazione, il bookshop e l’agenzia viaggi; il layout permette di garantire al cliente una condizione inusuale di privacy e convivialità. L’utilizzo prevalente del legno scuro impreziosito da inserti in metallo, insieme a un’illuminazione radente, delineano la vera essenza di questo ambiente: una vera e propria boutique del libro. Il ristorante si presenta come un luogo da esplorare, obiettivo di un viaggio culinario e culturale. Per ottenere maggiore superficie, è stato quindi realizzato un doppio soppalco. Da una parte è stato realizzato interamente da nuovo, con struttura portante in carpenteria metallica (profili UPN 160-180) e pannelli in legno lamellare (dim. larghezza 600 mm, h. 80 mm) mentre dall’altro lato è stata sfruttata la passerella esistente coprendo il foro centrale e creando così un’area ampia destinata ai libri. Per l’accesso alle nuove aree soppalcate è stata realizzata una nuova scala, caratterizzata da una ringhiera ad archi in acciaio e carbonio verniciato e rivestiti con pannelli di vetro di sicurezza stratificato 8+8 color fumè. I gradini sono in massello di rovere spazzolato a doga intera con tinta a campione. Ogni gradino ha in pedata un profilo antiscivolo in acciaio inox AISI 304. Diversi gli elementi che rimandano al concetto di viaggio: il segno del cerchio, presente in modo ricorrente in tutto l’albergo come ad esempio nell’illuminazione decorativa e nel grande lampadario sopra il balcone del bar (per cui si è reso necessario un adeguato rinforzo strutturale), richiama l’idea del mappamondo, degli assi cartesiani e della ruota della bicicletta con il suo movimento dinamico. L’utilizzo della pelle rimanda alla configurazione delle sedute nei vagoni dei treni, mentre inserti materici e dettagli di arredo riportano all’iconografia della valigia. Infine, il Touring Table: un possente tavolo collocato nella libreria, di circa tre metri di lunghezza, concepito per essere uno spazio partecipato per un luogo di condivisione.

LE CAMERE E IL TEMA DEL “VIAGGIO”
Il progetto per il nuovo hotel ha l’ambizione di far sentire gli ospiti a proprio agio, avvolgendoli in un’atmosfera che rievoca in ogni elemento, architettonico e di arredo, il “viaggio”. L’ingresso alle camere è organizzato attraverso uno sviluppo lineare di boiserie in legno scuro su ambo i lati al fine di rimandare concettualmente all’ingresso di un vagone che, in un’atmosfera calda e ospitale, accompagna all’interno della camera. Le camere dagli alti soffitti terminano in un pavimento di parquet in rovere affumicato posato a spina di pesce. Le junior suite si contraddistinguono invece per un ampio open space e la collocazione strategica con una splendida vista sulla città. Alcune di esse si ritrovano infatti al quarto piano o piano loft, composto da 13 camere suite diverse l’una dall’altra e definite da una particolare texture a parete che corre perimetralmente su tutta la stanza. Il sottotetto è stato completamente rinnovato, recuperando gli spazi e ricreando così delle camere suggestive in termini di conformazione degli spazi: presenza di abbaini con particolari giochi di luce, altezze differenti, piccoli soppalchi, caratterizzano gli ambienti delle camere loft. In dettaglio sono state recuperate le strutture in carpenteria metallica, inserendo dei rinforzi laddove necessario per il tema impiantistico. È stata realizzata una tinteggiatura con vernici intumescenti al fine di garantire un’adeguata protezione passiva dal fuoco (sia per le parti in acciaio sia in legno); dal punto di vista della riqualificazione termica è stato realizzato un sistema di isolamento termico in lana minerale, e i serramenti sono stati sostituiti con nuovi elementi in alluminio e legno, ad alte prestazioni energetiche. Verso l’interno è stata realizzata una placcatura in lastre di cartongesso, a parete e a soffitto (con adeguati requisiti acustici). Il rivestimento esterno della copertura è misto: per la maggior parte il manto è in tegole marsigliesi, mentre gli abbaini e altre parti della copertura sono in lamiera verniciata e in rame.

Scheda progetto
Località: Corso Italia, 10 - Milano
Date: 2019-2021
Committente: Igefi srl - Radisson Hotels
Area: 7,440 mq
Costo: 15.000.000 milioni di euro + 3.000.000 milioni per le forniture
Executive project and construction supervision: CSA, Studio di Architettura e Urbanistica Corrado Serafini
Structures: Studio Michaelides Associati Ingegneria e Architettura
Services: ESA engineering srl
Restoration works: Coo.Be.C.
Construction company: Di Vincenzo Dino & C. spa
Photos: Andrea Martiradonna, Studio Marco Piva, www.digitouring.it

Arketipo 160, Recupero, Novembre 2022