DAVID CHIPPERFIELD
Realtà Idea Realtà L'accadere della architettura di David Chipperfiled

Giovanni Leoni


 

... La volontà di porre a fondamento del progetto una idea di luogo astratta ma in stretta relazione con la circostanza, pone evidentemente il problema della presenza di una dimensione temporale comune ai due piani, il piano dell'idea e il piano della realtà.
La costante valutazione della circostanza, infatti, provoca l'ingresso inevitabile del tempo nella valutazione del progetto, tempo che il progetto di Chipperfiled tiene ben distinto - ciò che non sempre accade nella architettura contemporanea - dalla memoria. La memoria compare nei progetti di Chipperfield nella forme più immediatamente comprensibili e utilizzabili per un architetto: la tradizione costruttiva, di cui l'inglese fa, come vedremo tra poco, un uso del tutto sereno e parallelo all'impiego di linguaggi contemporanei e il carattere del luogo, di cui pure diremo.


 
La temporalità, invece, che entra nel nucleo originario di ogni progetto in quanto componente ineliminabile della circostanza, è una temporalità di natura fenomenologia: è il tempo come flusso di vissuti, colto nella circostanza, e non utile, a differenza della memoria, come guida per prefigurare un futuro. Futuro che si sa essere, per quanto attiene alla circostanza e alla nuova architettura in essa gettata, necessariamente incerto. Da ciò la costante volontà, espressa nei progetti di Chipperfield, di creare uno spazio non completamente definito e determinato, in cui molta e  differente vita, anche imprevedibile, potrà accadere.
Tuttavia, la temporalità imposta dalla circostanza e accolta nel progetto di Chipperfiled, non esaurisce il problema del tempo, restando da definirsi la natura temporale della idea di luogo che il progettista pone a guida della trasformazione della circostanza. 
La temporalità della idea, nel progetto di Chipperfield, sembra essere innanzi tutto la temporalità circolare e ripetitiva del rituale. Il modello, almeno esplicitamente, non è di natura religiosa, ma profana: il ripetersi rituale delle azioni quotidiane nello spazio della casa. Il ripetersi, sempre uguale e sempre differente, dei gesti quotidiani è richiamo a un fondamento non figurativo del progetto, all'uomo come misura del progettare, non in tanto in quanto modello di una architettura antropomorfica, ma in quanto il suo corpo è unità di misura, costante e ineludibile termine di confronto nella costruzione di uno spazio fisico. La progettazione fondata sullo studio del ripetersi rituale delle elementari azioni umane all'interno della casa riporta il progetto a una dimensione temporale di natura non storica, in un confronto diretto con le costanti, i dati permanenti del corpo umano e del suo agire nello spazio, dunque a una semplificazione della architettura come risposta a tali costanti...

I testi sono tratti dal volume David Chipperfield. Idea e realtà, a cura di Giovanni Leoni con la collaborazione di Manon Janssens e Giuseppe Zampieri, Federico Motta Editore, Milano, 2005.