In direzione opposta a quanto in atto all'ex fornace Morandi di Padova (Arketipo n. 67/2012), il tema visivamente più chiaro e immediato di questo recupero industriale finalizzato alla riabilitazione a scuola è quello della monomatericità. Tutti gli elementi costruttivi di matrice laterizia sono posti in opera secondo applicazioni esecutive fra loro differenti: alcune di esse risultano più tradizionali e altre più innovative, ma vengono qui tutte variamente riproposte con una regia sapiente. L'argilla si conferma, non solo simbolicamente, materia prima della fornace. Il repertorio di applicazioni laterizie propone il faccia a vista sia delle membrature della preesistenza sia in quelle di nuova realizzazione, murature perimetrali in termoblocchi dalle forature colmate con isolanti minerali, pareti traforate a reinterpretazione delle gelosie tipiche del territorio emiliano-romagnolo, involucri sottili a protezione esterna, pavimenti in ammattonati, embrici alla romana in copertura.
Dalle realizzazioni parigine di Renzo Piano della fine degli anni '80, gli involucri sottili di cotto costituiscono il modo contemporaneo del laterizio di eseguire le facciate ventilate, qui proposte prevalentemente in elementi a listello frangisole estesi alle intere porzioni di facciata, siano muri ciechi alle loro spalle, ampie vetrate o intere porzioni di cielo. Nelle architetture attuali, alla tripartizione classica esterna fra basamento, sviluppo verticale e coronamento sommitale, la costante specializzazione tecnologica affianca in direzione orizzontale stratigrafie sempre più articolate. Dall'interno all'esterno, vengono qui proposti intonaci, blocchi laterizi a prestazione termica migliorata mediante riempimento di isolante minerale nelle forature, pannelli isolanti in lana di vetro, intercapedine d'aria ed elementi di laterizio fissati meccanicamente alle partizioni portanti retrostanti, che diventano frangisole. Si completa così la parete di 54 cm di spessore. Il tema monomaterico esteriore viene tradito in corrispondenza delle bucature, dove sono ordinatamente composti i rivestimenti delle imbotti di lamiera, i bancali di pietra naturale e gli infissi di legno, protetti da tende per esterni, il cui rullo è occultato dall'esteso sistema brise-soleil. Le strategie generali del progetto sono allineate all'imperativo di realizzare un'architettura capace di grandi efficienze energetiche.
La conservazione delle preesistenza in luogo della sua integrale sostituzione coincide con il primo assoluto criterio di risparmio di risorse, così da riutilizzare i materiali e i cicli industriali generativi, riducendo i costi di ciclo di vita dell'immobile e le conseguenze ambientali dello smaltimento. Il contatto diretto con il suolo comporta l'esposizione delle fabbriche alle tipiche risalite dell'umidità dal terreno, limitate dalla ventilazione generata sotto il primo calpestio dall'inserimento di un vespaio, mitigate quindi da grandi vetrazioni ai piani e dai diffusi lucernari in copertura a generare ventilazione naturale per effetto camino. Ai sistemi di riscaldamento a pavimento e di aerazione meccanizzata corrispondono aggiornate dotazioni impiantistiche ed estese applicazioni fotovoltaiche in copertura. Raffinate travi reticolari metalliche Polonceau richiamano le originarie coperture del rudere di partenza. La conservazione della preesistenza, delle sue volumetrie e dei suoi contenuti cromatici-materici è anche strategia efficiente di inserimento del progetto nella memoria della comunità e nel paesaggio. La preesistenza viene variamente svelata, negata e reinterpretata. Rilanciati dall'uso scolastico, gli spazi interni aggiungono contenuti a quelli tramandati dalla memoria, il recente concorso di progetto prevedeva il completamento con ulteriori palazzine per uffici e un teatro a innestarsi nel complesso originario, in funzione dal 1908. Per ora, i camminamenti e la nuova viabilità lo collegano agli insediamenti scolastici adiacenti. La dimensione, le forme pure e nette ricostruite, la matericità laterizia, al pari di una basilica romana ne definiscono l'iconica presenza nel paesaggio.
L'ARGILLA COTTA PROTAGONISTA DEI DIAGRAMMI PERIMETRALI
A riproposizione dei diaframmi perimetrali tipici d'area padana, viene qui impiegata una soluzione a elementi estrusi, appositamente cavi all'interno, così da poter essere per intero sostenuti da retrostruttura in lega 6060 di alluminio a sezione quadra con lato di 30 mm, a sua volta retta da un numero limitato di montanti verticali; il sistema è progettato per sopportare distanze fino a 2 m fra i sostegni, costituiti da profili di acciaio inox di 70x40x4 mm. Alle estremità i "bastonetti" frangisole, di 15 o 18 cm di lunghezza, sono serrati da sottili elementi contenitivi di acciaio inox AISI 304, fissati con viti svasate autofilettanti; questi elementi terminali, dotati di predisposizioni asolate per facilitare l'integrazione fra i vari componenti del sistema, possono alloggiare dispositivi di sicurezza antismontaggio. L'ultimo di pezzi speciali in una porzione d'affaccio a piano terra risolve la diversa proposizione di partizioni traforate perimetrali in modi più vicini alle tecniche tradizionali. Derivati dall'applicazione a secco su sottostruttura metallica, vengono impiegati estrusi laterizi posati uno sull'altro in senso ortagonale a quello di normale impiego. Entro l'imbotte delle finestre, all'interno e in sostituzione dello spessore murario storico, come piccoli cannocchiali divenuti parte dell'edificio, essi sono utilizzati per traguardare lo spazio e renderlo comunicante con l'interno.
Scheda progetto
Concept, scheme and detailed design: Pietro Carlo Pellegrini
Committente: Comune di Riccione
Periodo di costruzione: 2011-2014
Superficie costruita: 4,425 mq
Costo: 11,32 million euro
Photos: Mario Ciampi