©Stefano Gusmeroli

Faravelli 14 è ubicato ad angolo fra via Faravelli e via Val Vigezzo nel contesto nord-ovest della città di Milano e all’interno del quartiere denominato “Portello”.
La preesistenza era una costruzione industriale risalente al 1948, ampliata poi nel 1967 con l’aggiunta del corpo di fabbrica all’interno del cortile. Nei primi anni Novanta cambia la destinazione a uso uffici, viene aumentata la volumetria e la distribuzione interna e le facciate sono interessate da opere di ammodernamento con un rivestimento in marmo e serramenti oscurati in alluminio.

©Matteo Cirenei

L’area di Faravelli 14, un tempo industriale, è caratterizzata oggi da importati interventi di riqualificazione urbana con una vocazione residenziale: ricca di servizi e infrastrutture di vario genere, si trova in prossimità di piazza Firenze e dell’importante asse di penetrazione cittadino di corso Sempione.
“Abbiamo cercato di capire quali fossero le esigenze di zona per definire l’architettura del palazzo che interpretasse al meglio il rapporto con la via in quel modo continuo e ininterrotto tipico delle città lombarde. A livello urbanistico siamo partiti dall’esaltare le caratteristiche della zona, la grande prospettiva verso Citylife” ha spiegato Paolo Asti.

©Stefano Gusmeroli

L’immobile è composto da due corpi di fabbrica, uno a “elle” a chiusura dell'angolo su strada, e l’altro all’interno del cortile in aderenza al lato più lungo, collegati a formare una corte; si sviluppa in altezza su sei piani fuori terra e due piani seminterrati.
Il progetto di Asti Architetti ha trasformato integralmente l’immobile, di proprietà Nexity Holding Italia, nella residenza Faravelli 14, con la realizzazione di 71 unità abitative, che partono da metrature piccole, circa 40 metri quadri, fino ad arrivare a superfici di circa 195 metri quadri.
"L’attacco a terra, facilmente riconoscibile con una vetratura, permette la visibilità del cortile verde, che definirei 'quasi parco' all’interno. In questa corte interna c’è una parte più pubblica ma protetta rispetto al resto della città" ha spiegato Asti.

©Stefano Gusmeroli

L’immagine esterna di questo edificio, restituita da Asti Architetti alla città, è quella di un complesso residenziale contemporaneo con ampie superfici vetrate inserite in una maglia regolare di travi e pilastri che si sovrappone alla facciata giocando con i piani e con gli elementi scorrevoli a persiana, posizionati in maniera eterogenea per ottenere interessanti effetti plastici di pieni e vuoti.
"Abbiamo pensato a un sistema a strati successivi di facciate che rendessero morbido l’approccio dalla città all’appartamento, per formare un vero e proprio 'bozzolo'. Gli appartamenti a Milano sono concepiti sempre più come dei rifugi, come dei nidi. Questo approccio concettuale è insieme 'romantico' poiché è stata abbinata all’efficienza l’umanità, con la consapevolezza che stavamo realizzando case per delle persone lasciando grande spazio alla personalizzazione degli appartamenti, senza andare a 'disegnare troppo'. La luce è un altro degli elementi che mi è stato chiesto di enfatizzare, la luce naturale intendo: tutti gli appartamenti, nella logica che il rapporto con l’intorno fosse il più felice possibile, sono stati organizzati in maniera diversa al fine di godere al meglio dell’illuminazione naturale" ha puntualizzato Asti.

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