approfondimento – A vent’anni dalla sua fondazione l’Arco fa il bilancio del suo lavoro e lancia un messaggio importante per la conservazione del costruito storico. Recuperare l’etica e la pietas, nel senso antico del termine, cioè il rispetto e l’amore per i monumenti del nostro passato.

Il messaggio dell'Associazione è tutt'altro che idealistico e si concretizza nella richiesta di una presenza costante nella conservazione del costruito. L'associazione invita la Pubblica Amministrazione ed i privati ad uscire dalla superficialità degli "eventi" per una scelta di attenzione solida e continua verso il nostro patrimonio storico, perché di questo ha bisogno per essere ben conservato. L'invito ad una corretta gestione è reale e si rivolge in modo critico anche agli atteggiamenti economicamente errati di molti Enti pubblici che hanno preso la cattiva abitudine di destinare fondi straordinari alla gestione dei monumenti anziché prevedere annualmente fondi ordinari adeguati, questo perché il restauro straordinario fa salire il valore degli immobili storici mentre gli stanziamenti ordinari, no (l'IVA degli interventi straordinari è poi al 10% anziché al 20%).

Una battaglia ventennale volta a contrastare l'applicazione indiscriminata delle tecniche moderne

L'Arco nasce venti anni fa soprattutto per questo motivo: impedire che gli interventi tecnici "moderni" stravolgessero in modo indiscriminato la natura dei monumenti storici, danneggiandoli irrimediabilmente. Le tecniche passate fino agli anni '90 erano come una lingua morta che pochi sapevano parlare, ma oggi si può dire che questa battaglia per il recupero del giusto rapporto tra conoscenza storica e conoscenza tecnica, l'Arco l'abbia finalmente vinta. Dal punto di vista normativo le regole ormai impongono il rispetto delle tecniche e dei materiali del passato e la domanda di "storico originale" è aumentata e questo ha permesso di trovare sul mercato tecniche e materiali adatti, nonché buoni manuali di recupero.

Difficile rapporto tra conservazione e sicurezza

La difesa del patrimonio storico nel mondo contemporaneo diventa un problema oggettivo anche quando è necessario applicare i principi di messa in sicurezza agli edifici. Il problema fondamentale nasce dal fatto che le regole sono state studiate per costruzioni nuove, moderne, e quindi mal si applicano, così come sono, ai fabbricati storici. Il rispetto del valore storico del bene e la necessità del minimo intervento, in molti casi non rende possibile attenersi ai codici e rispettare i parametri a cui è tenuto un edificio moderno, in molti casi si può solo ottenere un miglioramento dello stato di sicurezza dei luoghi storici. Mettere in sicurezza un edificio storico, i suoi impianti e tutta la costruzione, è una grande sfida per architetti ed ingegneri. Applicare una normativa antisismica che sia rispettosa delle tecniche passate, adattarla al costruito esistente è un'esperienza unica per un tecnico, che richiede fantasia, alta professionalità ed impegno.

Abstract_interventi

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