testo a cura di Davide Cattaneo

RESTAURO DEL CASTELLO DI SALICETO
testo a cura di Davide Cattaneo

progetto: Armellino&Poggio Architetti
Associati
localizzazione: Saliceto, Cuneo
gruppo
di lavoro:
Giovanni V. Galliani (consolidamento strutturale); Stefano
Musso (interventi di restauro, tecniche di analisi e diagnosi); Gabriella
Garello (rilievi fotogrammetrici); Daniela Olivieri (inquadramento storico);
Marco Gaminara (impianti); Federica Concon (restauro arredi)
impresa
esecutrice:
Formento Filippo Carlo & C., Finale Ligure
(SV)
inizio lavori: 2001
sup.complesso:
620 mq
sup.auditorium: 85,5 mq, 90 posti a
sedere
sup.spazi ricettivi p.t.: 200
mq
sup.uffici comunali: 500 mq
sup.uffici
C.M.V.B.U.:
60 mq
sup.corte interna: 67
mq
sup.parco: 6.400 mq
importo lavori:
1.857.693,00 euro
foto: Massimo Armellino e Massimo
Micalizzi

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

Il Castello di Saliceto - Impianto planimetrico

Il progetto del restauro conservativo del castello di Saliceto, ha come
obiettivo il riutilizzo della struttura quale nuovo edificio pubblico, alfine
del recupero di un monumento facente parte a tutti gli effetti del patrimonio
storico-artistico non solo locale, anche in modo da garantire, attraverso l'uso
permanente del bene, la sua conservazione materica.
La struttura attuale è
il risultato di successive trasformazioni e ricostruzioni che hanno tuttavia
mantenuto alcuni caratteri tipici delle architetture fortificate.
L'impianto
planimetrico ha un disegno pressoché rettangolare, organizzato intorno ad una
corte centrale e con torri di difesa a pianta quadrangolare in corrispondenza
degli spigoli nord-ovest, sud e sud-est. I quattro fabbricati perimetrali, dei
quali quello d'ingresso si presenta loggiato su due piani, erano dotati di
copertura a falde. Tracce esterne suggeriscono inoltre l'antica esistenza di un
fossato sormontabile tramite ponte levatoio, poi sostituito da rampa in muratura
di pietra e mattoni.
Notevoli gli spazi ed i volumi interni del castello, sia
in termini dimensionali, sia con riferimento alle reminiscenze storiche che
consentono grazie ad arredi ed elementi architettonici originali 
inaspettatamente conservatisi nel corso del tempo. Al piano terra era presente
un grande salone di rappresentanza, coperto da una volta a botte lunettata oltre
a nove sale minori, sormontate da volte a crociera costolonate, padiglioni e da
un solaio ligneo cassettonato. Al primo piano erano presenti saloni e stanze
coperte da volte a padiglione. Il secondo livello, raggiungibile esclusivamente
dal primo piano attraverso due rampe di scale, era formato da diversi locali e
dall'ampio spazio del sottotetto.

Il Castello di Saliceto - Caratteristiche
costruttive

Le accurate operazioni di rilievo e le numerose ed approfondite analisi
chimico-fisiche e stratigrafiche e indagini tecnico-costruttive hanno consentito
di individuare le successive fasi costruttive, mettendo in luce una struttura
essenzialmente costituita da murature in pietra a spacco, in mattoni pieni e in
tessitura mista.
Gli orizzontamenti interni erano costituiti da volte in
pietra o in mattoni, o da rari solai lignei cassettonati, in alcuni casi
occultati da controsoffittature in canniccio intonacato. Le pareti interne erano
state prevalentemente trattate ad intonaco tinteggiato, con alcuni ambienti
dell'ultimo piano decorati a finto fresco o a tempera, mentre le pareti dei
locali sottotetto erano semplicemente rinzaffati o lasciati con tessitura
muraria a vista.
Stipiti, davanzali e architravi erano in pietra arenaria o
in mattoni pieni. Laterizi furono utilizzati anche come paramento esterno e
nella cornice aggettante al di sotto del camminamento sommitale, così come
numerosi elementi lapidei anche accuratamente lavorati.
Le finestre dei
fronti interni sul cortile si presentavano con schemi riconducibili al modello
della croce guelfa, solo tripartite anziché quadripartite, altre sono invece
dotate di terminazione superiore archiacuta in laterizio. La copertura
dell'edificio era formata da incavallature lignee di sostegno ad un'orditura
secondaria costituita da travi grossolanamente squadrate, cui si sovrapponeva il
tramato dei travetti, il tavolato in assi da segagione e il manto in coppi.

Il progetto di reupero 

La normativa vigente all'inizio dell'iter progettuale attribuiva al castello
l'interesse storico artistico, mentre l'area verde circostante era cartografata
come area a parco privato di interesse ambientale inedificabile. Sull'edificio
era inoltre presente il vincolo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e
per il Paesaggio del Piemonte.
La riqualificazione strutturale e funzionale
dell'edificio ha previsto tre differenti fasi di intervento, determinate dalla
complessità dell'oganismo edilizio. All'insediamento della nuova sede comunale
all'ultimo livello del castello ha fatto seguito la realizzazione di ulteriori
spazi pubblici agli altri livelli dello stesso: sale ricettive, da collocarsi al
piano seminterrato e nel grande salone delle armi al piano terreno; una grande
sala polifunzionale destinata a auditorium e sala conferenze, da ubicarsi nel
suggestivo spazio a doppia altezza del primo livello; spazi museali, previsti
nei vani al secondo piano, che tra l'altro mantenevano arredi originali in stile
fine Ottocento.
La filosofia progettuale prevede il ricorso a nuovi elementi
architettonici e costruttivi che, mantenendo una loro chiara riconoscibilità, si
affiancassero o si sovrapponessero al costruito.
Anche il progetto di
recupero dei materiali, volto al minimo intervento sull'esistente ed alla
conservazione materica del'organismo edilizio, ha comportato restauri puntuali,
leggibili e riconoscibili nel contesto.
All'ultimo livello, l'organizzazione
delle nuove destinazioni d'uso necessarie al funzionamento della "macchina
comunale" sono state pensate in rigorosa relazione alla conformazione degli
spazi esistenti. La presenza del camminamento anulare sommitale, recuperato
nella sua integrità permette l'accessibilità a tutti i locali mediante un
sistema di rampe realizzato con pavimentazioni lignee galleggianti, sovrapposte
agli orizzontamenti esistenti; ne deriva un percorso ad anello a cui si accede
dall'ingresso originario del castello tramite tre rampe di scale racchiuse nel
loggiato che si affaccia sulla corte interna, dalle quali si ha adito al
vestibolo degli spazi comunali o alla nuova torre. Due ambienti particolarmente
suggestivi sono stati appositamente lasciati senza destinazione d'uso specifica:
una cappella votiva, delimitata da una volta ad ombrello, e del vano di
collegamento tra il vestibolo e l'attuale sottotetto, dove una muratura di
partizione interna incorpora due portali in arenaria a testimonianza del
tentativo di ricostruzione di un ambito esterno, da destinarsi a mostre
temporanee. Nuovi pozzi di luce e due lucernari in copertura consentono di
aumentare l'illuminazione naturale.
Il piano nobile, situato al secondo
livello e al quale si accede dallo scalone loggiato sulla corte interna,
ospiterà un percorso museale, mentre il primo piano sarà prevalentemente
destinato ad attività per la collettività locale. Il progetto prevede infatti la
realizzazione di uno spazio d'informazione territoriale, destinato ad ospitare
il centro di documentazione "G. Fadda" gruppo "Rinascita della Valle Bormida":
un punto di visibilità territoriale, una vetrina delle tipicità culturali ed
eno-gastronomiche della zona, ubicato in un locale con soffitto in legno a
cassettoni.
Sempre al primo piano, lo spazio a doppia altezza, chiuso da
volte ogivali e costolonature a vista, sarà invece destinato ad auditorium e
sala conferenze, con idoneo vano tecnico ricavato in uno spazio soppalcato
realizzato ex-novo in metallo e vetro. Alla sala polifunzionale è annesso un
locale reception accessibile dalla corte interna, con soffitto a volte a botte
intonacata.
Al piano terra si accede dal portale esistente entrando nella
corte interna; ospita un salone delle feste destinato ad attività ricettive e di
promozione dei prodotti tipici e dell'identità culturale del territorio, con
percorso di visita al pozzo vernacolare sottostante la corte interna, racchiuso
nel grande spazio attualmente denominato "salone delle armi" formato da un unico
vano sovrastato da volta a botte. L'antico accesso al salone, ubicato nella
nicchia sottostante il loggiato dello scalone aperto, viene mantenuto quale
uscita di emergenza, riportando l'ingresso principale sul lato prospiciente la
corte interna. Al piano seminterrato, il suggestivo spazio che ospitava l'antica
stalla, formato da un unico vano coperto da volta a botte, ospita un wine bar e
da accesso diretto, attraverso un cunicolo, al pozzo vernacolare.

La nuova torre tecnologica

L'intervento di maggiore impatto è senza dubbio la realizzazione della nuova
torre tecnologica.
Il ricorso all'archetipo del castello, attraverso la
riproposizione-ricostruzione della sua presunta forma originaria, risponde
contemporaneamente all'esigenza progettuale di spazi idonei dal punto di vista
dimensionale e dal punto di vista della sicurezza, ove ubicare i necessari
collegamenti verticali tra i diversi livelli dell'edificio e i vani tecnici di
passaggio delle canalizzazioni impiantistiche.
La torre è realizzata con una
struttura in acciaio con pareti ventilate in pannelli di legno, resa
completamente indipendente dalle cortine murarie del castello anche mediante
l'inserimento di lastre in vetro di connessione tra nuova e antica fabbrica. I
pannelli esterni di rivestimento in legno di cedro costituiscono una sorta di
"pelle" che, assumendo nel tempo una colorazione giallo-grigia, determinerà
un'assonanza di cromie con i materiali esistenti.
Ad assicurare una certa
continuità architettonica tra vecchio e nuovo è stata la scelta progettuale e
formale che ha determinato il disegno del nuovo elemento, scaturita
dall'individuazione delle caratteristiche geometriche delle torri esistenti,
messa in atto alfine di inserire un elemento equilibrato nelle proporzioni con
il costruito esistente, e, seppure in modo inedito, in tutto complementare al
suo paesaggio e a quello circostante, peraltro percepibile dalla terrazza
coperta ricavata all'ultimo piano della torre.
Internamente, il volume della
torre ospita una scala a C in acciaio, con ascensore in vetro al centro,
illuminato con luce naturale zenitale grazie al lucernario di copertura in vetro
a tronco di cono.

La corte interne e le aree verdi

La corte del castello, definita dai quattro prospetti che vi si affacciano e
caratterizzata dalla presenza del pozzo circolare centrale in mattoni a vista, è
delimitata a nord-est dal muro di terrapieno in pietra e laterizio a vista a
sostegno del passaggio che conduce all'auditorium, e presenta piano di calpestio
in battuto di terreno.
Per il recupero di quest'area si prevede il
mantenimento delle pavimentazioni in selciato e basoli in arenaria previo
intervento di restauro conservativo ed integrazione con selciato in pietra
locale. Sarà inoltre completato e potenziato il sistema di raccolta delle acque
meteoriche esistente, oltreché consolidato il muro di terrapieno e restaurati
gli intonaci dei prospetti prospicienti la corte interna. L'illuminazione
avverrà mediante spot carrabili incassati nella pavimentazione.
Dal punto di
vista tecnologico l'intervento è finalizzato al risanamento della corte previa
eliminazione dei fenomeni di umidità, da quello strettamente compositivo lo
stesso è volto al recupero della sua centralità, quale rinnovato elemento
progettuale e distributivo delle nuove attività.
Il progetto prevede inoltre
la sistemazione delle aree a verde che circondano il castello. Il parco è
caratterizzato dalla presenza di numerose e varie specie vegetali, quali alberi
ad alto fusto sempreverdi, alberi da frutto, arbusti ed essenze rampicanti,
ippocastani ed aree a orto.
L'intervento, finalizzato alla conservazione del
parco ma anche ad una sua vera e propria rivalorizzazione prevede opere di
riorganizzazione e completamento dei percorsi pedonali e carrabili di accesso al
castello, oltreché la realizzazione di nuove aree di parcheggio e di un sistema
di illuminazione diversificato per le varie zone del parco, per consentire una
migliore e più diretta fruizione e percezione del complesso.