Lo Studio di Architettura e Restauro Tommasi, nato alla fine degli anni ’70 a Saccolongo in provincia di Padova, a opera dell'architetto Gianni Tommasi affiancato dal 2016 dal figlio architetto Tommaso, realtà strettamente legata al territorio, specializzata nel recupero e restauro di edifici vincolati, ha ricevuto dall’Amministrazione Comunale di Cittadella l’incarico per il restauro e il recupero funzionale del Palazzo delle Associazioni, destinato a diventare il museo cittadino. L'edificio a pianta rettangolare su tre piani con copertura a quattro falde è ubicato nel centro storico di Cittadella, in posizione particolarmente significativa, adiacente la fabbrica del Duomo e la torre del campanile.
Il prospetto principale con il piano terra porticato si affaccia su via Marconi, che, considerato l’impianto di tradizione romana del centro storico di Cittadella, costituisce il ‘decumanus’, la strada più importante e principale.

Il Palazzo è denominato Delle associazioni per via della sua più recente destinazione, dagli anni '70 e fino all'attuale chiusura infatti è stato adibito a sede e punto di incontro delle Associazioni cittadine. In realtà ha svolto per più di un secolo la funzione di edificio scolastico. L'impostazione neoclassica del fabbricato è ormai visibile sola nella facciata principale: il portico colonnato a capitelli in stile dorico, la trabeazione in pietra tenera di Vicenza, le forometrie dei due piani superiori con le finestre simmetricamente scandite e incorniciate anch'esse in pietra tenera, con le tre centrali provviste di timpano.
Internamente invece i pesanti rimaneggiamenti degli anni sessanta del novecento hanno profondamente modificato l'impianto. Nella ricerca della documentazione storica è stato fondamentale il materiale conservato presso l'archivio del Museo del Duomo, dove è stato possibile recuperare una considerevole documentazione sulla evoluzione delle aree contigue al Duomo stesso e delle sue adiacenze.

Il materiale ha permesso di datare la costruzione dell’edificio da destinare alle scuole tra il 1840 e il 1846 a opera dell’ing. Carlo Foscolo. Invece non c’è traccia che documenti le vicende posteriori alla costruzione del Palazzo e dei successivi interventi di ristrutturazione né presso l'archivio comunale, né presso altri enti.
È stato possibile desumere, con buona approssimazione, dallo studio dei saggi e delle analisi materiche che soltanto le murature d’ambito, la facciata principale e il tetto sono parte della costruzione originaria, mentre le strutture interne (solai interpiano, partiture murarie e scalone di accesso al piano primo) sono state completamente manomesse e pesantemente rimaneggiate (dalla tipologia di materiali utilizzati si desume che i lavori di ristrutturazione siano stati eseguiti negli anni '60) al punto di non poter trarre alcuna indicazione sulla distribuzione interna originaria. Per questo motivo gli interventi di restauro contemplati dal progetto definitivo prevedono opere strettamente conservative sulla facciata e su i suoi elementi decorativi per conservarne le caratteristica originarie e una maggiore flessibilità all'interno dell'edificio dove sarà possibile coniugare le esigenze conservative con quelle distributive legate alla nuova destinazione museale sfruttando pienamente le potenzialità degli spazi.
Considerati lo stato conservativo e la nuova destinazione pubblica museale è stato necessario procedere preliminarmente alle verifiche statiche delle strutture dell’edificio (fondazioni, murature, solai e tetto) per verificarne consistenza, stato di conservazione e portata. I risultati delle verifiche hanno certificato che l’edificio non presenta i requisiti previsti dalle norme per essere adibito a spazio pubblico e per questo si è reso necessario procedere alle verifiche statiche delle diverse componenti, secondo i valori richiesti dalle normative vigenti. In primis è emersa la necessità di prevedere il rinforzo statico delle strutture verticali e dei solai e quindi, nell'intento di conservare le strutture esistenti, il progetto prevede la realizzazione di portali in acciaio definiti da pilastri e travi.
I pilastri verranno addossati, dove possibile, alle murature esistenti senza comunque intaccarle e risulteranno schermati da contropareti in cartongesso fino a soffitto che avranno anche una funzione espositiva, mentre le travi, che rimarranno a vista, saranno posizionate all'intradosso dei solai.

Il progetto di consolidamento si è posto dunque l'obiettivo di soddisfare le esigenze statiche, pur nel rispetto delle strutture esistenti e delle esigenze architettoniche ed espositive, creando una maglia indipendente e discreta che non compromette la distribuzione e i caratteri estetici dei vani. Invece la verifica dello stato di conservazione delle strutture di copertura ha evidenziato che le travature principali del tetto hanno un buono stato di conservazione quindi è previsto il loro mantenimento, ma con l'asportazione del manto di copertura ridefinito dalla posa di nuovi travetti di ripartizione in legno, il recupero delle tavelle in cotto esistenti, la posa di uno strato di isolamento intermedio e la sistemazione del manto di chiusura in coppi con il recupero di quelli esistenti in buono stato. Le opere di finitura interna sono state progettate con la volontà di conferire al nuovo museo un aspetto sobrio ma al contempo elegante, nel rispetto delle caratteristiche storiche e dell'importanza urbana dell'edificio.

 

È previsto il risanamento e la sostituzione di pavimenti che al piano terra saranno in materiale lapideo (palladiana con inserti di colore chiaro) mentre al primo e secondo piano saranno in listoni di legno (rovere). Dopo la rimozione degli intonaci interni delle pareti verticali e dei soffitti, la rimozione del controsoffitto in tavole dell'ultimo piano, il rifacimento dei sottofondi del piano terra e dei massetti dei piani primo e secondo e delle controsoffittature del piano secondo, la finitura superficiale delle pareti sarà realizzata con un marmorino composto da calce, polveri di marmo e terre naturali per la coloritura e avrà tonalità chiare a richiamare i toni della palladiana e del rivestimento della scala.
Il nuovo assetto interno prevede la conservazione degli elementi verticali principali, anche se pesantemente rimaneggiati nel corso del tempo, e l'eliminazione dei setti di divisione chiaramente distinguibili come superfetazioni per stabilire un percorso interno chiaro e intuibile per il visitatore. In particolare il piano terra sarà destinato principalmente alle funzioni di biglietteria e distribuzione, il vano alle spalle della biglietteria sarà destinato alle esposizioni temporanee e fungerà da spazio di distribuzione e di accesso al giardino posteriore, i vani a destra ospiteranno il bookshop e una sala conferenze, mentre i vani a sinistra saranno utilizzati come archivio, ufficio del personale e servizi.

Il primo e il secondo piano saranno interamente dedicati alle esposizioni museali mantenendo l'assetto originario degli spazi ma adeguando solo i fori porta alle nuove esigenze e ai nuovi percorsi. Tutti i passaggi tra le varie sale saranno definiti e sottolineati dal rivestimento delle spalle dei vani porta con imbotti in lamiera di acciaio verniciata.
Il collegamento tra i piani prevede la rimozione dell'attuale scalone centrale realizzata durante i lavori di riassetto del Palazzo negli anni sessanta, priva di valore estetico e storico e in dissonanza con le caratteristiche architettoniche dell'edificio e la realizzazione di un nuovo corpo scala in calcestruzzo più defilato nella zona ovest del fabbricato.
Per lasciare comunque traccia degli interventi novecenteschi il progetto prevede la conservazione del foro del corpo scala nel solaio tra il piano terra e primo e la valorizzato tramite la creazione del ballatoio di distribuzione centrale che caratterizza il percorso espositivo del piano primo. La progettazione impiantistica (elettrica, idro-termo-sanitaria e antincendio) ha previsto un inserimento mirato delle infrastrutture in posizioni tali da interferire quanto meno possibile con le strutture dell'edificio e con i percorsi museali.
È stata inoltre previsto un sistema di controllo dell'umidità interna che sarà realizzato e messo in funzione in caso di particolari allestimenti.
Il progetto di restauro dei fronti esterni prevede la conservazione e il recupero di tutti gli elementi con l’intento di preservarne quanto più possibile le caratteristiche materiche ed estetiche. È previsto il restauro delle superfici intonacate dei fronti sud, est e ovest e del colonnato del portico, il consolidamento e la stuccatura di eventuali porzioni decoese e le integrazioni pittoriche. Inoltre verranno restaurati elementi lapidei di facciata (cornici in pietra tenera di Vicenza, decorazioni, cornicioni), i davanzali e le inferriate, il portone d'ingresso in legno, gli infissi finestra di tutti i fronti tramite il recupero e il consolidamento del telaio in legno e la sostituzione della ferramenta di apertura e dei vetri con nuove vetrate stratificate per una migliore tenuta termica e antisfondamento, degli scuri del fronte sud e la sostituzione di quelli degli altri fronti.

Verranno recuperati i selicioni in trachite che definiscono la pavimentazione del portico tramite la loro rimozione previa numerazione degli elementi, preparazione di un adeguato rilievo della posizione dei singoli conci, la pulizia superficiale, l'eventuale consolidamento delle parti decoese e la nuova posa. Sono previste anche la rimozione dell'intonaco cementizio del fronte nord, di composizione diversa rispetto a quello degli altri fronti e particolarmente ammalorato, sostituito da un nuovo paramento che sarà a base di coccio pesto per la fascia basale fino all'altezza di un metro e a base di calce per la rimanente parte fino alla sommità e la modifica delle forometrie del fronte nord ai piani primo e secondo, corrispondenti ai fori finestra dei bagni, pesantemente modificate nel corso del tempo con l'inserimento di nuove aperture, al fine di ripristinare gli allineamenti con i fori del piano terra e l'equilibrio formale dell'intera facciata. Il progetto prevede inoltre la valorizzazione degli spazi esterni al Palazzo sul lato nord, di collegamento con l'edificio minore (ex casa del Giudice di Pace) che sarà anch’esso restaurato con una serie di opere  atte a predisporre gli ambienti a sale museali ausiliarie, a supporto del museo allestito nel Palazzo.