approfondimento – Il prototipo che il team italiano porterà a Versailles è parte di un disegno urbano che mira a risolvere il problema casa nell'hinterland romano, definendo un nuovo stile di vita e valorizzando aree di grande pregio storico e culturale.

Dopo la partecipazione alla scorsa edizione del Solar Decathlon 2012, l'Università degli Studi di Roma Tre è nuovamente in campo in veste di squadra italiana partecipante alla competizione 2014. Il progetto del 2012, la casa MED in Italy, aveva già raggiunto importanti risultati: primo posto alla prova di Sostenibilità, secondo posto per il Funzionamento Domestico e terzo posto alle prove di Architettura, Comunicazione, Innovazione e Bilancio Energetico, aggiudicandosi, nel complesso, il terzo premio nella classifica generale. Il prototipo in gara per il Solar Decathlon 2014 è parte di un progetto chiamato Rhome for denCity, pensato appositamente per risolvere il problema casa nell'hinterland romano. In base alle indicazioni dell'organizzazione Solar Decathlon, infatti, le idee devono necessariamente essere connesse al proprio territorio di appartenenza, rappresentando un progetto più esteso di sistema urbano.

«Siamo partiti subito con l'idea di trovare soluzioni reali per la città di Roma - ha spiegato Chiara Tonelli, responsabile del team Rhome -. In particolare, ci siamo interessati all'area dell'hinterland della capitale con l'intenzione di lavorare sui centri storici minori e definire un nuovo stile di vita. Il piano su cui concentriamo i nostri sforzi è quello del social housing perché richiama una forte fetta di popolazione che ha tante idee ma poca disponibilità economica. Abbiamo, dunque, scandagliato differenti situazioni e ci siamo accorti che esistono spazi con enormi potenzialità: un esempio su tutti è rappresentato dalle proprietà della società Ferrovie dello Stato, che possiede aree attualmente inutilizzate, quasi sempre centrali e di grande valore, per le quali sarebbe ideale innescare un processo immobiliare virtuoso».

Gli studi del gruppo romano hanno evidenziato zone periferiche della città in cui è necessario intervenire con progetti intelligenti, per liberare le aree archeologiche di grande pregio da un fenomeno di abusivismo e degrado: «Abbiamo riscontrato la presenza di aree di altissimo pregio culturale, con retaggio sociale e d'immagine non indifferente, in cui hanno proliferato negli anni vere e proprie baraccopoli - ha affermato Tonelli -: al fianco dei resti degli acquedotti romani (Felice e Claudio), ci sono alloggi-baracche per le quali il Comune ha già consentito la demolizione e un recupero. È necessaria una pulizia di questi luoghi per restituire tali aree alla loro bellezza. Il nostro team ha pensato a soluzioni di 4-5 piani, per utilizzare meno suolo, con appartamenti piccoli per nuclei familiari di due-tre persone massimo. In questa situazione cerchiamo di garantire uno spazio esterno per gli abitanti, quello che noi chiamiamo logge, per non stravolgere il modo di vivere e continuare a dare la possibilità alle persone di stare sia dentro che fuori dagli alloggi, esigenza a cui sono abituati».

L'area di intervento è compresa tra Via di Torre del Fiscale, Via Appia Nuova e l'acquedotto Felice; il prototipo che verrà trasportato e montato a Versailles rappresenta l'ultimo piano del complesso proposto per Tor Fiscale, concepito per consentire la massima flessibilità e la possibilità di modificare e far crescere l'alloggio a seconda delle esigenze familiari. Le due aree principali della casa, relative alla vita pubblica (il soggiorno) e alla vita intima (la camera da letto), hanno un contatto diretto con il mondo esterno e ricevono il tipo di luce naturale più adatto alla propria funzione. «Il risparmio energetico e la riduzione dei consumi sono alla base della nostra idea - ha spiegato Tonelli - che si fonda sull'utilizzo di pannelli fotovoltaici per l'energia elettrica, con una funzione ulteriore di ombreggiamento, e di sistemi per la produzione di acqua calda commisurati al reale numero di utenti. Per la buona riuscita del trasporto dei pezzi verso Versailles, abbiamo optato per strutture leggere che poi appesantiremo in loco con l'utilizzo di sabbia. L'idea è quella di ricreare i grandi blocchi tipici delle case mediterranee, con il locale tecnico realizzato in stabilimento e formato da un unico sistema isolato».

L'alloggio sviluppato dai giovani studenti e professori dei dipartimenti romani di Architettura, Ingegneria ed Economia è il risultato di un lavoro integrato svolto dai rappresentanti dell'Ateneo in collaborazione con molte aziende italiane del settore, che hanno contribuito attivamente con supporto tecnico e mezzi necessari: Rubner Haus, per esempio, ha partecipato nell'ambito della costruzione dei componenti in legno, Daikin per gli impianti di riscaldamento e raffrescamento della casa, CGA Technologies ed Energie Est per i sistemi di produzione di acqua calda sanitaria), Schneider Electric per la componentistica elettrica, Solbian nell'ambito dei sistemi fotovoltaici, Demode per l'arredo della cucina, Aerosekur per il trattamento delle acque reflue ed Eurotherm per il sistema radiante. La certificazione energetica, inoltre, sarà di competenza dell'Agenzia Casaclima.

L'alloggio sviluppato dal team Rhome rappresenta perfettamente le caratteristiche forti della casa: per esempio, il tetto a falda, elemento tradizionale del paesaggio urbano romano, o le logge flessibili, capaci di modificarsi per dare maggior spazio all'interno o all'esterno, dove sistemi di nuova generazione possono fornire acqua calda sanitaria rinfrescando l'ambiente circostante. Gli impianti sono il cuore pulsante della casa e sono concentrati in un singolo elemento che, dai pannelli fotovoltaici di nuova generazione, convoglia energia pari al doppio del fabbisogno reale di tutto l'appartamento. Il prototipo ha caratteristiche energetiche innovative e raggiunge prestazioni otto volte superiori rispetto a quelle di una classe energetica C e una volta e mezzo superiori a quelle di una classe A+.