Dopo mesi di chiusura a causa dell’emergenza Covid-19, il Museo Cappella Sansevero di Napoli, luogo storico nato dall’idea del principe Raimondo di Sangro nel XVIII secolo, è tornato ad accogliere i visitatori. La Cappella, all’interno della quale è custodito il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, è da sempre uno dei musei e dei complessi monumentali più visitati della città di Napoli, con oltre 750 mila visite solo nel 2019. Nel rispetto delle misure imposte dall’emergenza sanitaria, il Museo ha disposto una pianificazione degli accessi per garantire la sicurezza dei visitatori e nel primo mese - dal 12 giugno al 12 luglio - ha ottenuto oltre 15 mila presenze.
Intanto il progetto per la realizzazione dei nuovi uffici del Museo Cappella Sansevero, ideato da Marita Francescon, ha ricevuto un riconoscimento al Contest Progetti Refin 2020, organizzato da Ceramiche Refin spa, azienda del Gruppo Concorde e secondo gruppo ceramico europeo per fatturato. Nello specifico, il lavoro dell’architetto e designer napoletana è stato il primo a ricevere la menzione d’onore nella categoria “Office”.

Il concept della Francescon trae ispirazione dal disegno del pavimento labirintico settecentesco della navata della cappella barocca, eseguito da Francesco Celebrano su incarico del principe di Sansevero e sostituito alla fine dell’Ottocento, a causa di gravi danni, con l’attuale pavimento in cotto. L’originale pavimentazione labirintica ideata dal principe Raimondo di Sangro prevedeva tarsie policrome marmoree, all’interno delle quali risultava incastrata una linea di marmo bianco, continua e senza giunture. Il disegno marmoreo, composto dall’alternanza di croci gammate, formate dalla linea continua di marmo bianco e quadrati concentrici collocati in prospettiva, diviene così un elemento caratterizzante del design di interni dei nuovi ambienti, declinandosi su una moltitudine di superfici ed elementi decorativi: dalla quinta scorrevole ai desk, dalle foto d’autore alla pavimentazione. Le piastrelle, protagoniste dei nuovi spazi, ridanno vita alle linee dell’antico pavimento settecentesco grazie al progetto custom realizzato da Refin su disegno della Francescon, che coniuga tradizione e innovazione e rivisita in chiave contemporanea la pavimentazione ricca di simbolismo voluta dal principe, diventando un pavimento contemporaneo in grès 60x60 cm.

L’immobile che ospita gli uffici è situato nel centro antico di Napoli, all’interno di un palazzo ottocentesco con muratura portante in tufo. Ubicati al terzo piano, gli uffici sono caratterizzati da alti soffitti con travi in legno a vista, impreziositi da sospensioni a led modulari Arrangements di Micheal Anastassiades. Il progetto illuminotecnico è stato realizzato interamente con prodotti Flos. Ogni ambiente con destinazione differente è caratterizzato da una diversa scelta cromatica, che rimanda ai colori della nuova identità del Museo: dai toni del blu carico che avvolgono l’ingresso ai toni del rosa e del rosso delle stanze destinate ai collaboratori del direttore, fino ai grigi e ai blu degli ambienti più istituzionali, come la sala riunioni.
Il leitmotiv del labirinto torna anche sugli scrittoi realizzati in Lg-HiMacs, in continuità con il progetto del bookshop del Museo recentemente ristrutturato, con la medesima alternanza di vuoti e pieni che si intrecciano per dare forma ai decori dei desk. Agli arredi disegnati su misura dall’arch. Francescon si affiancano pezzi iconici del design come le sedute Tulu e il tavolo Doge di Cassina, la sospensione 2097/30 di Flos e il sistema Scrigno di Edra. Per i nuovi uffici sono state scelte le immagini d’autore del fotografo Marco Ghidelli che ritraggono le principali opere del Museo, tra cui l’immancabile scatto dei resti del pavimento labirintico presenti nella Cappella Sansevero.