Ricomposti a base di resine

Autore testo: Lorenzo Soro, Valentina Susini

Per ricomposti a base di resine, s'intendono quei materiali ottenuti per impasto di granulati lapidei selezionati o altri inerti derivanti dalla lavorazione di prodotti artificiali, opportunamente frantumati e selezionati, e di un legante organico costituito da resine sintetiche di solito poliesteri insaturi.
Gli elementi per rivestimento prodotti sono in genere costituiti da lastre di ridotto spessore, variabile da 1 a 3 cm, ottenute tramite processo di compressione sottovuoto che permette di ottenere un prodotto estremamente compatto ed omogeneo.
Durante il processo produttivo di solito alle lastre è incorporata nella parte retrostante, una rete in fibra di vetro, avente il duplice scopo di migliorare la resistenza della lastra stessa e allo stesso tempo di garantire, in caso di rottura, che le varie parti rimangano legate insieme.
Nel caso il sistema di posa in opera preveda un fissaggio per aggrappaggio tramite malte o colle, quindi ad umido, il retro della lastra è cosparso di una graniglia di marmo, che rende la superficie più ruvida, facilitando l'adesione alla superficie di supporto. In molti casi l'aspetto estetico è migliorato con l'aggiunta di coloranti artificiali e di frammenti di materiali di varia natura come: vetro, madreperla, ecc. , tutti ben visibilI in superficie e capaci di conferire al prodotto, un pregevole aspetto estetico.
A questo scopo, le lastre, possono subire ulteriori processi di finitura superficiale come: la levigatura, la lucidatura, la sabbiatura, la bocciardatura, la rigatura e la martellinatura.
I formati delle lastre sono generalmente variabili fra: il 60 x 60 cm e il 60 x 120 cm o dal 120 x 120 cm al 120 x 300 cm.
 
Prestazioni e requisiti
Vi è una certa somiglianza fra i materiali ricomposti a base di resine con inerti lapidei, soprattutto nell'ambito delle destinazioni d'uso, e i materiali lapidei stessi, anche se i primi presentano in molti casi vantaggi derivanti soprattutto dalle loro migliori caratteristiche meccaniche.
I ricomposti permettono di raggiungere caratteristiche nettamente più elevate rispetto ad altri materiali particolarmente affini come i conglomerati cementizi, in cui il legante, è invece costituito da cemento ad alta resistenza.
Come per tutti i materiali di tipo composito, anche i ricomposti a base di resine, presentano caratteristiche che sono strettamente correlate sia a quelle dei singoli componenti sia alle varie combinazioni possibili tra essi, sia ai processi produttivi.
Questi ultimi hanno il compito fondamentale di creare un manufatto con un alto grado di compattazione, privo di porosità interna, che nuocerebbe alle prestazioni meccaniche del prodotto finito, come pure rendere maggiore l'aderenza fra legante e inerti.
Comunque per quel che riguarda il comportamento dei ricomposti a base di resine , usati nei rivestimenti esterni, i principali problemi che si possono verificare sono di due tipi:
problemi strutturali;
problemi estetici.
L'utilizzo di resine poliesteri insature, oltre ad essere dettato da ragioni di natura economica, dipende anche dalle particolari prestazioni che tale legante conferisce al prodotto finito. Questo tipo di resine, infatti, fra quelle termoindurenti, oltre ad avere la capacità di poter essere stampate a bassa pressione, induriscono a temperatura ambiente. Inoltre l'utilizzo delle fibre di vetro incorporate alla lastra permettono di ottenere elevate caratteristiche di resistenza a flessione che però sono comunque da mettere in stretta relazione al tipo d'inerte utilizzato, allo stato di coesione fra legante e inerte e di compattazione, aspetti questi che sono in funzione del tipo di processo produttivo utilizzato.
La scelta del tipo di materiale lapideo da utilizzare, varia in funzione dei risultati estetici che si vogliono raggiungere, i quali in molti casi sono i principali fattori che influenzano i criteri di scelta in ambito progettuale.
In ogni caso la scelta del materiale lapideo non è solo da mettere in relazione a fattori estetici ma anche, per esempio, in relazione alla resistenza agli agenti atmosferici e chimici. Infatti, il materiale lapideo utilizzato influisce sulle caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche del prodotto finito, quali il grado d'assorbimento d'acqua, di resistenza ad usura e agli acidi.
Per esempio i ricomposti di marmo, anche se danno ottimi risultati in fatto di durabilità, subiscono comunque l'azione di piogge acide, sbalzi termici ecc.. Per tale aspetto, infatti, sono spesso consigliabili per usi esterni ricomposti a base di quarzo o granito.
L'utilizzo comunque combinato di granulati lapidei e leganti organici determina in alcuni casi, a causa della scarsa conducibilità termica di questi due componenti, uno stato di dilatazione termica differenziale fra lo strato più a contatto con l'esterno e quello interno.
Questo squilibrio dimensionale che si viene a creare, può in molti casi portare a fenomeni di rottura e sfaldamento.
In ogni caso tali problemi sono risolvibili attraverso una più razionale scelta dei sistemi di fissaggio e posa in opera, e limitando il più possibile il surriscaldamento degli strati esposti alla luce solare tramite l'utilizzo di colorazioni dai toni più chiari che respingono maggiormente i raggi stessi. A questa soluzione si può arrivare tramite la scelta di granulati o leganti dalle colorazioni più opportune. 
In generale comunque si può affermare che, non essendo i materiali compositi per loro stessa natura difficilmente soggetti a cedimenti strutturali, e non subendo l'azione degli agenti aggressivi presenti nell'atmosfera, sono estremamente pratici nell'utilizzo in esterni dove però potrebbero subire l'antiestetico inconveniente della perdita di vivacità nelle colorazione iniziale. Questo fenomeno si genera a causa delle reazioni d'ossidazione di radicali liberi causata dai raggi UV.
I fenomeni della fotodegradazione e fotoossidazione, possono causare inoltre trasformazioni chimiche nei polimeri che portano ad un'alterazione delle proprietà fisiche con infragilimento della resina, piccole fessurazioni e conseguenti infiltrazioni d'acqua e perdita di lucentezza dei colori.
Comunque tali fattori sono più o meno accentuati in funzione: delle condizioni climatiche, del luogo di posa, dell'esposizione della parete, del tipo di pigmento utilizzato per la resina e del tipo di lavorazione superficiale del rivestimento, infatti, la perdita di lucentezza, è maggiore in superfici preventivamente lucidate.
Per quanto riguarda la reazione alla fiamma, a causa della presenza di leganti organici, seppur in quantità limitate, le prove ISO/DIS 1182/2, dimostrano che tale materiale non può essere considerato totalmente incombustibile, ma in ogni caso appartiene sicuramente alla classe 1, quindi a quella meno reattiva al fuoco fra i materiali combustibili.
In caso di fiamme inoltre questo tipo di leganti organici, presentano una densità di fumi ridotta ed un emissione di gas tossici piuttosto limitata e comunque ampiamente entro i limiti delle normative specifiche.
Questo tipo di materiale inoltre permette di ottenere prodotti che sono generalmente molto leggeri (grazie anche alla possibilità di realizzare spessori molto sottili) con un peso, infatti, che si aggira attorno ai 25 kg /m2 per spessori di 1 cm.
 
Tabella - Caratteristiche meccaniche dei prodotti agglomerati a base di resine (tecnologia di vibrocompressione sottovuoto) (1) - Valori indicativi delle principali tipologie di prodotti commerciali.
 

Tipo di agglomerato Granulometria Resistenza a flessione
(MPa)
Resistenza all'abrasione
(mm3)
Durezza superficiale (Mohs)
Marmo ' resina Grossa 8 ' 14 184 ' 481 3 ' 4
Marmo ' resina Media 21 ' 26 316 ' 376 3 ' 4
Marmo ' resina Fine 30 ' 34 361 ' 393 3 ' 4
Granito ' resina Media 32 ' 37 131 ' 165 6 ' 7
Granito ' resina Fine 38 ' 45 131 ' 165 6 ' 7
Quarzo - resina Media 32 ' 38 123 ' 131 6 ' 7

 
POSA IN OPERA
I sistemi utilizzati per la posa in opera dei ricomposti a base di resine, possono essere sia ad umido sia a secco.
Nel primo caso i sistemi di fissaggio sono del tutto simili a quelli utilizzati per le lastre lapidee, soprattutto nell'ambito dei ricomposti di granulati lapidei, attraverso quindi l'adozione di malte o collanti.
Nel secondo caso il fissaggio avviene, per la realizzazione di pareti ventilate, tramite staffe d'acciaio provviste di labbra o spinotti con funzione di sostegno e trattenimento ai quali si aggancia la lastra, per mezzo di fori o scanalature opportunamente predisposti , e per mezzo di tasselli ad espansione applicati direttamente in stabilimento sul retro della lastra (nel caso di spessori di 1,3 ' 2 cm). Ogni lastra deve essere fissata almeno in 4 punti. Le staffe possono poi essere fissate direttamente sullo strato portante, tramite tasselli, o su un'orditura secondaria costituita da profili verticali o da un telai di acciaio.
In ogni caso i pannelli di questo genere, ben si adattano ai più moderni sistemi di posa in opera, grazie alla possibilità di ottenere spessori piuttosto sottili rispetto anche alle dimensioni del pannello stesso. Tutto ciò si riflette soprattutto sull'aspetto economico, che porta a considerare, i rivestimenti eseguiti con questo tipo di pannelli particolarmente vantaggiosi.
 
Bibliografia:
E. Gregorini, I rivestimenti esterni- materiali e sistemi, Maggioli Editore, Rimini, 1996.
P. Tassone, Agglomerati lapidei. Produzione industriale ' caratteristiche ' prestazioni, Ulrico Hoepli Editore, Milano.

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