Rock Creek House è un interessante progetto di recupero ed espansione di un tradizionale edificio con mattoni a vista degli anni Venti costruito ai limiti del polmone verde di Rock Creek Park in Washington DC. È Opera dei NADAAA, un vivace studio multidisciplinare di architettura, con sede a Boston e New York, fondato dal poliedrico Nader Tehrani. In questo progetto è riconoscibile la sua originale ricerca, portata avanti nella pratica professionale e nella ricerca universitaria (presso la scuola di architettura della Cooper Union University dove è preside e professore): un linguaggio architettonico che controlla in modo coerente il progetto alla scala edilizia, il paesaggio e gli interni attraverso l’uso sapiente dei materiali, sfidando i mezzi e i metodi dei processi di costruzione. Grazie al ripensamento della copertura, l’edificio preesistente (di tre piani fuori terra) si raddoppia espandendosi su quattro livelli, intimamente collegati tra loro attraverso la scenografica scala centrale a tripla altezza. Come mostrano bene gli schizzi preparatori, l’originaria copertura a due falde di legno è rimossa per lasciare spazio alla nuova addizione. Quest’ultima è caratterizzata dal medesimo rivestimento con mattoni di recupero dell’edificio preesistente, così da annullare le differenze tra vecchio e nuovo involucro, e dalla copertura che rovescia quella originaria e si riduce a una sottile lastra che incornicia i nuovi fronti. Il processo di ripensamento dell’edificio coinvolge in modo radicale proprio questi ultimi “mantenendo il fantasma dell’ordine esistente” come dice Nader Tehrani. Le aperture originarie, infatti, subiscono allargamenti, restringimenti e slittamenti che trasformano le facciate in una composizione astratta e irregolare di forature.

Il fronte nord verso la strada, a meno dei rinforzi strutturali degli architravi metallici, rimane compositivamente e strutturalmente relativamente intatto. Asciugate di tutte le cornici e i davanzali, le aperture appaiono come scavate in un monolite e, dunque, trasformate. Il cambiamento più radicale è nelle facciate di mattoni sud ed est, verso il giardino, che cessano di essere portanti per trasformarsi in curtain wall, un rivestimento supportato dalla nuova struttura portante mista di acciaio e blocchi di calcestruzzo. Il pattern irregolare delle grandi aperture/bow-window angolari permette viste privilegiate verso il parco circostante, ma è anche un accenno alla nuova e più compressa sezione interna. A renderla tale il sistema delle doppie e triple altezze al centro del fabbricato: la prima formata dal vuoto che collega il piano terra con quello seminterrato (dove si sviluppa un secondo soggiorno) in corrispondenza del giardino esterno a sud, la seconda quella formata dalla scala illuminata dall’alto verso il fronte strada, che connette il piano terra e gli ambienti domestici ai livelli superiori. Qui si susseguono una sequenza di ambienti privati (le camere da letto dotate di servizi privati per ciascun componente della famiglia e per gli ospiti) e gli spazi di condivisione comuni (ambienti studio e incontro, zone di lavoro attrezzate) che corrispondono alle esigenze della committenza, che qui ha voluto creare un ambiente ibrido per vivere e lavorare. Al piano seminterrato e al piano terra (collegati dal vuoto a doppia altezza) si trovano due ampie zone living entrambe comprendenti cucina, pranzo e soggiorno: la prima più formale proiettata verso il giardino esterno, la seconda più domestica dedicata alla famiglia. A entrambi i livelli verso est, in corrispondenza delle nuove e generose aperture angolari, sono collocati gli ambienti di lavoro. Al primo piano si sviluppa la zona notte: l’ampia camera padronale con servizi, che occupa l’intera porzione est, e tre camere con relativi servizi per i restanti componenti della famiglia che occupano la seconda metà del piano. Al centro una zona a doppia altezza per lo studio condiviso raccolto intorno a un tavolo pentagonale. Infine, all’ultimo livello si trovano: a ovest una zona riservata agli ospiti (tre camere e relativi servizi e una piccola cucina), a est un’ampia zona polifunzionale open-space dotata di un grande media screen, prevalentemente dedicata al gioco e all’intrattenimento.

 

La scenografica scala a tripla altezza che collega il piano terra con il secondo piano è la marca più riconoscibile dello studio NADAAA. Essa si caratterizza per il rivestimento/struttura in listelli di legno: un elemento che richiama i louvers verticali metallici che rivestono le facciate del noto progetto dei NADAAA per la Melbourne School of Design University (pubblicato sul n. 105/2016 di Arketipo). Qui le doghe verticali sono di legno (un materiale più caldo e domestico del metallo), hanno la funzione di proteggere dall’introspezione lasciando, al contempo, filtrare la luce e, come nel progetto di Melbourne, contribuiscono a rendere il volume evanescente. Tutte le opere di falegnameria che contribuiscono a quali care gli interni e dare loro una immagine unitaria sono realizzate in compensato di betulla europea impiallacciato con legno di anigre. Gli elementi sono stati modellati tridimensionalmente per facilitare la fase di progettazione, quella di fresatura e taglio laser e quella di installazione.

LA FACCIATA RINNOVATA

Rock Creek House è un radicale recupero architettonico che stravolge l’edificio esistente pur conservandone la matrice formale originaria. L’involucro di laterizio esistente con le sue aperture è il “trampolino di lancio” per la creazione della composizione astratta delle nuove finestre che richiama la complessità dell’organizzazione degli spazi interni e, in particolare, dell’articolata sezione. La trasformazione più importante delle facciate riguarda soprattutto i fronti est e sud. Qui l’involucro è come eroso dalle grandi aperture angolari che sembrano sfidare la statica dell’edificio storico. La facciata di mattoni, in realtà, è solo apparentemente la stessa. Le elevazioni sud ed est, infatti, sono supportate da un struttura mista di acciaio e blocchi cavi di calcestruzzo; i mattoni pieni di recupero che caratterizzano gli esterni sono “declassati” a rivestimento. I nuovi bow-window angolari proiettano gli spazi domestici verso il parco circostante e lo specchio d’acqua della piscina esterna. Le grandi aperture finestrate sono trattate come nicchie profonde ricavate nella muratura e accolgono panche e sedute integrate rivestite con una boiserie di legno compensato di betulla impiallacciato con legno di anigre.

 

LA “PANCIA DELLA BALENA”
La scala interna è elemento dove la “marca” dello studio NADAAA è più riconoscibile. Si tratta di un complesso meccanismo di legno inserito in un vuoto a doppia altezza illuminato zenitalmente che consente di afferrare visivamente i quattro livelli su cui si sviluppa la casa. La prima rampa, che collega i piani seminterrato e terra, è definita dal sistema di pannelli sagomati di legno compensato che restituiscono nella sequenza dei piani paralleli l’illusione di uno spazio tridimensionale, quasi la “pancia di una balena” che risucchia il visitatore verso l’alto. La sua forma complessa è stata visualizzata con modelli 3D per facilitare le operazioni di progettazione, di produzione dei pannelli mediante tecniche di taglio laser e quelle di installazione. I pannelli stratificati sono realizzati in compensato di betulla europea impiallacciati con legno di anigre: lo stesso rivestimento che si ripete nelle nicchie finestrate e nelle pareti interne restituendo un’immagine unitaria dei nuovi interventi. Le rampe successive che collegano il piano terra con i livelli superiori e il passaggio a ponte dell’ultimo livello si caratterizzano come un volume realizzato nel vuoto a doppia altezza illuminato dall’alto. I parapetti sono definiti da doghe verticali parallele che lasciano filtrare la luce.

 

Scheda progetto
Progetto architettonico: NADAAA - Nader Tehrani, Katherine Faulkner (leaders), Harry Lowd (project manager)
Committente: privato
Structural engineer: SGH
Construction period: 2015
Gross area: 3.100 m2
Localizzazione: Washington DC, USA
Gruppo di progettazione: S. Dunbar, R. Alberts, J. Houser, S. Saude, J. Palazzolo, L. Lostritto, P. Macdowell, D. Richmond, D. Assmusen, G. Abbasy-Asbagh,
M. Alibakhshian, S. Mesdaghi, T. Beresford, D. Gallagher
Strutture: SGH
Impianti meccanici: Allied Consulting Engineering
Illuminotecnica: Hinson Design Group
Impianti audio video: Bethesda Systems
Falegnameria: CW Keller Associates
Architettura del paesaggio: Landworks Studio
Premi: Builder’s Choice Custom Home Design Awards 2016 Grand Award, Renovation; AIA DC Excellence in Architecture 2015
Impresa: Abdo Development
Serramenti esterni: Schüco
Pavimento di legno: Carlisle Wideplank Floors
Fornitura cucina: Bulthaup
Opere interne di legno: CW Keller Associates
Photos: John Horner

Arketipo 115, Recupero, ottobre 2017