Rhapsody: “un brano musicale che non ha una struttura formale ed esprime sentimenti forti”.
Attraverso un intervento di ristrutturazione e restauro, lo studio Warehouse of Architecture and Research ha trasformato in residenza per un giovane professionista un appartamento collocato nel centro storico di Roma, nei pressi della chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi, opera di Martino Longhi il Giovane. Lo spazio interno, affollato da una grande abbondanza d’opere d’arte e da elementi d’arredo d’autore, diventa quasi un apparato effimero, le cui stanze accolgono le folies du roi.
L’obiettivo era delineare un ambiente ritmico, capace di relazionarsi sia con la posizione strategica dell’edificio sia con le stravaganze del suo inquilino. L’impianto spaziale, rimasto pressoché inalterato, si articola per mezzo di una una sequenza di stanze, inaspettatamente versatile, che consente infinite possibilità di comunicazione tra gli ambienti. Una suddivisione per capitoli che diviene escamotage narrativo e chiave di lettura dell’appartamento. Ogni stanza si compie come spazio concluso, quasi in competizione con le altre. Una rapsodia di voci compresa tra un luminoso pavimento in graniglia di marmo e un pregevole soffitto a cassettoni su travi lignee in castagno, le quali ora gravitano su di un abaco surreale di elementi più o meno dissonanti: dal minimal al pop, di modernariato come high tech.
Coerentemente con l’ornato baroccheggiante che caratterizza la facciata del Longhi, l’appartamento dialoga in modo spensierato con la romanità che lo circonda e pervade, facendo sfoggio di installazioni artistiche, corpi illuminanti, arredi cult già noti o site specific.
Scheda progetto
Luogo: Roma
Architetti: Warehouse of Architecture and Research
Project Team: Gabriele Corbo, Jacopo Costanzo, Valeria Guerrisi
Collaboratori: Dor Cohen, Ludovica Marcacci Balestrazzi, Anna Papageorgiou, Angela Tanzola
Superficie: 120 mq
Anno: 2019
Arredi: Artemide, Boffi, Flos, Bang & Olufsen
Legno: Artigiana Arredi
Marmo: MarmoArt 2010
Ferro: Metalsec 52